giovedì 24 luglio 2008

Pedofilia: Don Pierpaolo Mologni. Ancora abusi su minori in chiesa!!!

Da CronacaQui
Dopo la denuncia il sacerdote è in coma
Le testimonianze: «Ci vestiva da Tarzan e faceva le foto»
LOMBARDORE 24/07/2008 - L’orrore. È scoprire che il parroco del paese approfittava dei ragazzini dell’oratorio toccandoli, fotografandoli e talvolta masturbandoli. L’orrore è scoprire che quelle “voci” di paese si sono trasformate in realtà. Nei guai è finito don Pierpaolo Mologni, 60 anni. Parroco per lungo tempo a Lombardore. La Procura di Torino ne ha disposto gli arresti domiciliari dopo le lunghe indagini coordinate dal pubblico ministero Stefano De Montis e condotte da carabinieri. Ma don Pierpaolo, quegli arresti, difficilmente riuscirà a scontarli: al momento, infatti, si trova in coma presso il reparto di rianimazione dell’ospedale di Ivrea.

Costumino di Tarzan
Secondo quanto denunciato da alcune vittime del parroco direttamente ai carabinieri, don Pierpaolo era solito compiere i suoi gesti osceni presso la sua abitazione, dietro la chiesa di Lombardore. Con i più “svegli” si limitava a delle carezze. Con altri, di età compresa tra i 13 e i 15 anni, esagerava. Se loro non si ritraevano, in un attimo saltava fuori la macchina fotografica. E giù di foto osè, con i bimbi in posizioni inequivocabili, magari con indosso il costumino da Tarzan che il parroco 60enne aveva appositamente confezionato per le sue piccole vittime. Spesso e volentieri convinceva i ragazzini a fare la doccia nella sua abitazione: e anche in quei casi non perdeva l’occasione per scattare scabrose istantanee. I carabinieri, che hanno effettuato una perquisizione nei suoi alloggi di Ozegna, dove era stato trasferito un paio di mesi fa, hanno rinvenuto un migliaio di foto compromettenti. Alcune datate 1979.

Le confidenze
Quando don Pierpaolo era certo di aver ottenuto la fiducia della vittima, passava ad un livello superiore di molestie. Era solito far stendere il ragazzino in questione per masturbarlo direttamente sul suo letto. Successivamente, almeno in certi casi, finiva col masturbarsi lui stesso. Secondo gli inquirenti creava una sorta di rapporto di “fiducia” con la vittima e la convinceva in qualche modo a non raccontare nulla dei suoi comportamenti osceni.

Le indagini
A distanza di anni sono invece piovute due distinte denunce sui comportamenti di don Pierpaolo. Da due distinte famiglie. La macchina investigativa dei carabinieri ha poi fatto il resto trovando conferma delle parole di decine di ragazzini di Lombardore e paesi limitrofi nel computer del parroco, zeppo di foto e materiale compromettente. Dopo la perquisizione ad Ozegna, per don Mologni, è giunto anche un avviso di garanzia. Poi, improvvisamente, le sue condizioni di salute sono precipitate: prima un’improvvisa setticemia e, da qualche giorno, il coma profondo. Precauzionalmente la Procura ha fatto sequestrare la sua cartella clinica.
Le incredibili dichiarazioni dei bambini e lo stupore del paese - Le testimonianze: «Ci vestiva da Tarzan e faceva le foto» - Masturbava i bimbi in oratorio - Arrestato il parroco pedofilo

LOMBARDORE 24/07/2008 - Raccontare in Procura gli abusi subiti anni fa è stato difficilissimo. Eppure molti ragazzini, un tempo alle prese con i comportamenti osceni di don Pierpaolo Mologni, hanno trovato il coraggio per combattere questo orrore, rivangando storie che, probabilmente, avevano deciso di dimenticare. Per sempre.


Alcuni di loro, oggi, sono appena maggiorenni. Allora avevano quindici o sedici anni. «Ci portava nei suoi alloggi in parrocchia sempre con la stessa scusa - racconta uno di loro - voleva “misurarci” per vedere se eravamo cresciuti». Una scusa banale alla quale i ragazzini, senza malizia, abboccavano senza sospetti. Poi la situazione degenerava se le vittime non reagivano sdegnate: «Massaggi, carezze, sfioramenti nelle parti intime - precisa uno dei giovani - a volte tirava fuori quel costumino di Tarzan dal quale si intravedeva tutto. Era troppo stretto. Magari scattava qualche foto». Poi la masturbazione: «Su un tappeto, oppure direttamente sul letto». Quanti ragazzini hanno avuto il coraggio di raccontare tutto subito? Praticamente nessuno. Poi due famiglie hanno deciso di rompere il silenzio, di denunciare una storia assurda e al tempo stesso ignobilmente reale.

Senza parole anche il sindaco di Lombardore, Diego Maria Bili, ben a conoscenza delle indagini dei carabinieri e della Procura: «Il nostro è un paese piccolo. Le cose si vengono a sapere quasi subito. Sapevo che molti cittadini ascoltati in Procura e dai militari dell’Arma. Ovviamente speravo che le voci di paese non fossero corrispondenti a quanto emerso». Bili, oltretutto, ammette di non aver mai avuto un rapporto molto sereno con don Mologni: «I nostri scontri erano alla luce del sole, lo ha sempre saputo anche il vescovo». Le dicerie del paese, però, non sembravano realtà: «Diciamo che le chiacchiere non sempre rappresentano la verità - conferma il sindaco - però è vero che c’erano strane voci anche prima che io diventassi sindaco. Nessuna prova, però, fino a qualche giorno fa».

Don Pierpaolo, per una decina d’anni parroco di Lombardore, aveva operato prima a Rivarolo e Mercenasco. Il suo trasferimento ad Ozegna nella primavera scorsa.

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