mercoledì 27 febbraio 2008

PALERMO, MAESTRO DANZA ARRESTATO PER ABUSI ALLIEVI

Mercoledì, 27 Febbraio : 2008 (AGI)


PALERMO,
MAESTRO DANZA ARRESTATO PER ABUSI ALLIEVI



- Palermo, Un maestro di danza e' stato arrestato dalla Squadra Mobile di Palermo con l'accusa di aver compiuto violenmze sessuali su due suoi allievi di 13 e 15 anni. La vicenda si e' svolta in un paese della provincia, che non viene reso, come pure l'identita' dell'indagato, per tutelare i minori. Sono stati i due ragazzini a denunciare il loro istruttore di ballo, un trentenne, e i loro racconti come sempre avviene in questi casi sono stati vagliati dagli investigatori con l'ausilio di psicologi. Gli abusi sessuali sarebbero avvenuti nella palestra dove i due ragazzini andavano per imparare a ballare. A carico dell'indagato ha emesso ordine di custoduia cautelare il gip Antonella Consiglio su richiesta del pm Claudia Caramanna. I dettagli saranno resi noti in una conferenza stampa alle 11.30 negli uffici della Squadra Mobile.

martedì 26 febbraio 2008

Pedofilia: rinvio a giudizio 62enne di Cursi (Lecce)

Fonte: http://lecceprima.it/articolo.asp?articolo=6535

Comparirà il prossimo 23 Maggio in Tribunale un 62enne di Cursi accusato di pedofilia. L'uomo, in più occasioni avrebbe allungato le mani su una ragazzina all'epoca 11enne. Secondo le indagini dei Carabinieri della cittadina del sud-salento, l'uomo, conosciuto dai genitori della bambina che si fidavano di lui, avrebbe abusato della giovanissima stendendola sul letto della sua abitazione regalandole poi patatine ed altri omaggi, riservandole attenzioni morbose. In un'altra occasione avrebbe baciato la ragazzina dopo averla portata con la propria vettura in un luogo isolato nei pressi del santuario del paese. Uno squallido scenario con ancora una giovane vittima della pedofilia.

Ucciso a Santo Domingo

Fonte: www.tusciaweb.it

Monteromano - Era stato a suo tempo condannato per dei filmini porno.
E' viterbese l'uomo ucciso a coltellate a Santo Domingo.
26 febbraio 2008 - ore 1,30


- E’ un cittadino di Monteromano, l’uomo ucciso a Puerta Plata a nord dell’isola di Santo Domingo qualche girono fa.
Si tratta di Maurizio De Guidi 57 anni e non de Guido come in un primo momento diffuso dalle agenzie di stampa.
Lo ha reso noto la polizia dominicana dopo aver ritrovato mercoledì scorso il corpo senza vita nella casa dove abitava con un uomo haitiano.
De Guidi è stato ucciso con diverse coltellate.
L'uomo nel 1996 fu al centro di un'inchiesta che in quel tempo fece molto scalpore in provincia di Viterbo.
Nel corso di una perquisizione domiciliare le forze dell’ordine trovarono una pistola e centinaia di videocassette con filmini porno nei quali comparivano come attori alcuni studenti e studentesse minorenni di Monteromano.
Per Maurizio de Guidi ci fu il processo e poi una condanna.
L’uomo però dopo pochi mesi si trasferì a Santo Domingo facendo perdere le proprie tracce.

lunedì 25 febbraio 2008

Pedofilia - convegno Rignano Flaminio

Dal sito www.bambinicoraggiosi.com

Pedofilia Rignano Flaminio : al convegno sui falsi abusi spunta una "lettera fantasma "delle maestre

Un giornalista avrebbe affermato di aver ricevuto una lettera dalla maestre mesi prima che scoppiasse il caso

Lo strano convegno su abusi e falsi abusi che si è tenuto a Rignano il 21 febbraio 2007, non sarebbe finito con i toni che si addicono a professionisti riunitisi per confrontarsi su temi scientifici. Tutta colpa dello scontro verbale tra il giornalista Renato Farina*, relatore , e Domenico Paravati, giornalista anch’egli, ma semplice invitato al convegno. A Paravati non sarebbe piaciuto il discorso di Farina sui giornalisti e, a un certo punto, lo avrebbe interrotto gridando dalla sala:” Farina, non siamo una massa di imbecilli, noi giornalisti. E poi vorrei sapere se lei è ancora iscritto all’albo”. A questo punto sarebbero volati fischi e urla all’indirizzo di Paravati.

Più tardi, Domenico Paravati sarebbe stato invitato a salire sul palco, e qui avrebbe detto, tra l’altro: “…io sono stato il primo a sapere quello che stava succedendo a Rignano, l’ho saputo molto prima dei miei colleghi, in quanto tutte le insegnanti della scuola elementare (dalla sala lo correggono: “Materna”), sì… mi hanno inviato una lettera al Corriere del Tevere, cioè a casa mia, in cui mi si chiedeva di pubblicare un articolo in cui affermavo che le voci che giravano a Rignano, erano false. E questo mesi prima che i carabinieri facessero alcunché. Io, però, mi sono ben guardato dal pubblicizzare la cosa e quella lettera l’ho cestinata, perché non recava alcuna firma, e io non potevo prendere in considerazione materiale non firmato.” A quel punto, il povero Paravati, sarebbe stato nuovamente sommerso da grida e fischi incontenibili, non riuscendo più ad andare avanti. Se fosse vero che è stata spedita una lettera "molti mesi prima del blitz", sarebbe davvero uno scoop, se pensiamo che l’intercettazione pubblicata dai giornali*, in cui i coniugi Scancarello cascano dalle nuvole, è del 2 ottobre 2006,ovvero di dieci giorni prima del blitz dei carabinieri alla scuola materna e delle perquisizioni a casa degli indagati. Passati i fischi e gli insulti, Paravati termina dicendo che, comunque tuttora, lui “non sa cosa pensare di questa vicenda”. Per la terza volta, fischi e urla sommergono il giornalista. (fra le urla si sarebbe sentito anche un ”Viè giù che te corco”).

Forse, Domenico Paravati, quando il pomeriggio del 21 febbraio è uscito di casa, credeva di recarsi ad un convegno come gli altri. Solo dopo, verso la fine degli interventi, deve aver capito che quella era una riunione fra persone convenute a Rignano solo per dire che lì non è mai successo niente e che chi non condivideva quel pensiero perché, semplicemente, “non sapeva cosa pensare”, era meglio fosse rimasto a casa. A casa come le madri e i padri considerati “colpevolisti” a cui è stato vietato l’ingresso per ragioni “di opportunità”. Sì, avrebbe fatto meglio a restare a casa, Domenico Paravati, insieme ai genitori che chiedono perchè i loro bambini conoscono case in cui loro non li hanno mai portati, insieme alle persone che attendono soltanto i risultati delle indagini senza emettere sentenze e insieme a tutti quelli che, a Rignano e nel resto d’Italia, continuano a credere che la giustizia sia una cosa seria.

Roberta Lerici 25 febbraio 2008 * Renato Farina-ex vicedirettore di Libero, radiato dall’albo dei giornalisti su richiesta della Procuratore generale della Repubblica di Milano, per essere stato “arruolato nel Sismi col nome di Betulla”.


*Testo della telefonata fra coniugi Scancarello pubblicato dal Corriere della Sera il 4 maggio 2007:“Il 2 ottobre 2006 Patrizia Del Meglio parla al telefono con il marito e Gianfranco Scancarello.
Patrizia: «Ok. Poi ti racconto io c'ho una questione a scuola piuttosto scottante... poi ti racconto con calma».
Gianfranco: «Di che genere?».
P.: «Eh, gira voce che dentro la scuola ci sia una maestra pedofila! Quindi insomma, poi te dico bene, con esattezza tutti i dettagli».
G.: «Una maestra!!! Ma nun ce posso credere! Ma che stai a dì?(...)

P.: «Eh no! Mo poi te racconto con calma Gianfrà, anche perché io ho avuto telefonate a casa... Non t'ho raccontato niente...».
G.: «E chi è?».
P.: «Eh! poi ti dico... poi ti dico».
G.: «Che so' matti? La gente è pazza! Me credi che nun ce posso crede? 'Na maestra poi. Io sapevo sempre de omini, ma mai de donne!».
P.: «Eh sì. Capito? (...) E di tutto questo, siccome è già da dieci giorni che va avanti sta storia e io ho ricevuto telefonate a casa, poi ti dico insomma, con calma... Stamattina l'ultima cosa, allora ho detto no! Allora sono andata dalla collaboratrice e le ho detto: "Senti, qui chi dice, chi non dice, chi è qua, la su e giù, me la fai... e io ti vengo qui non come Patrizia da Silvana. Vengo qui come insegnante Del Meglio dalla coordinatrice... tu mi fai la cortesia che vai dalla preside e la informi!».
G.: «E lei?».
P.: «"No, perché... però sai queste cose uno più le rimesta, più qui". Dico: "Che cosaaaa?" Gli ho detto "Più le rimesta e più? E lasci tutto nel silenzio? Tu vai dalla preside e glielo dici! Altrimenti metto nero su bianco..." gli ho detto».
G.: «E lei?».
P.: «"No, no ci vado, ci vado! Ecco brava vacce!... Non è possibile 'na cosa del genere, cioè per me...».
G.: «Il mondo è pieno di pazzi! (...) Me credi che so' esterrefatto?».

venerdì 22 febbraio 2008

Pedofilia - il "giudice" Giovanardi

Fonte: http://wildgreta.wordpress.com/

PEDOFILIA RIGNANO: DOPO I "GIORNALISTI-GIUDICE" ARRIVA IL "GIUDICE-GIOVANARDI".


Finalmente abbiamo risentito la voce dell’onorevole Carlo Giovanardi. Era da un po’ che aspettavamo dicesse qualcosa sulla situazione politica italiana, e invece l’onorevole ha preferito esprimersi sul caso Rignano, emettendo lui stesso la sentenza di assoluzione per tutti gli indagati. Lo ha fatto ieri sera, al Tg2. Il caso Rignano per lui è una “bufala”, quindi meglio non sprecare altro denaro pubblico e far tornare i bambini alla loro “vita di sempre”. Giovanardi non è nuovo a queste sortite sui casi di pedofilia, e ho quasi l’impressione che lui non creda che esista, nonostante tutte le tragedie che, ogni giorno, leggiamo sui giornali. Famosa è la sua interrogazione parlamentare in cui contestava i dati forniti in un convegno dalla onlus “Iad bambini ancora”. Diceva che creavano allarme sociale e che erano falsi. Quei dati, però, erano gli stessi forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. E l’interrogazione cadde nel vuoto.

Come mai Giovanardi si interessa così tanto di un tema che non conosce affatto? Non si sa. Come mai, all’indomani dell’arresto di sei persone a Rignano, ha presentato un’interrogazione parlamentare in cui ne chiedeva la scarcerazione immediata? Cosa significa questa ingerenza in un campo che non gli compete? O forse mi sbaglio, e lui ha tutti i diritti di contestare l’operato dei giudici? Se è così, mi preoccupo molto per tutti coloro che, in futuro, rischieranno di essere condannati o assolti dal “giudice-Giovanardi”, il quale emette sentenze senza conoscere i fatti, il quale auspica il “ritorno alla vita di sempre” proprio ai bambini di Rignano, ai quali la vita è cambiata, per sempre

giovedì 21 febbraio 2008

PEDOFILIA: scuola Alberto Manzi

Giovedì, 21 Febbraio : 2008 APCOM
PEDOFILIA/ BIMBO ACCUSA MAESTRO, PERITO DI RIGNANO ENTRA IN CAMPO

Oggi davanti a corte hanno testimoniato genitori del piccolo

Roma, 21 feb. (Apcom) - Il tribunale di Roma ha incaricato la neuropsichiatra infantile Angela Giganti a valutare se un bambino, oggi di undici anni ed ex alunno della scuola elementare 'Alberto Manzi', che accusò un suo maestro di abusi sessuali, sia capace di rendere o meno testimonianza. Per rispondere al quesito sono stati dati 60 giorni di tempo, a partire dal 26 febbraio, quando la Giganti si confronterà con i consulenti di parte Carlo Saraceni e Vincenzo Pascali, nominati dall'avvocato Michele Gentiloni Silverij. La dottoressa Giganti è il perito che sta seguendo la vicenda dei presunti abusi che sarebbero stati compiuti ai danni di piccoli allievi della scuola materna di Rignano Flaminio 'Olga Rovere'.

Oggi la perizia è stata disposta dai giudici della VI sezione del tribunale collegiale, presieduti da Luciano Pugliese, davanti ai quali si celebra il processo nei confronti del docente M.R., di 43 ani. Nell'udienza odierna sono stati sentiti i genitori del minorenne, il preside della scuola all'epoca dei fatti e il maresciallo dei carabinieri della caserma di Tor Pignattara che raccolse la denuncia dei genitori del bambino che diede il via all'inchiesta.

Violenza sessuale aggravata e continuata è il reato contestato all'insegnante. Secondo l'accusa, il docente, dal settembre 2006 al febbraio scorso, nel corso della ricreazione avrebbe in diverse occasioni baciato in bocca l'alunno, abbracciandolo in modo tale da non lasciarlo allontanare, e arrivando a farsi anche succhiare dal bambino un dito.

mercoledì 20 febbraio 2008

Rignano Flaminio: incidenti probatori febbraio

ANSA – 12.02.08 Rignano: una bambina “la maestra mi portò nella casa dei mostri”. “Ha descritto il tragitto che l'ha portata a casa della "maestra Patrizia", ha parlato di una 'casa bianca', di una 'stanza rossa' con tantissimi peluche, ma anche di 'giochi brutti' fatti in una 'casa dei mostri' da uomini incappucciati di nero”.
AGI – 14.02.08 Un bimbo accusa una maestra dell’asilo di Rignano . "La scuola era brutta". Li', "in una stanza buia", si facevano "giochi brutti" con la partecipazione di tanti bambini. Ma anche nella casa della maestra Patrizia (forse la Del Meglio, ndr) avvenivano cose strane: "Ci legavano al letto e ci facevano punture sul pisellino. Poi ci mettevano nella vasca da bagno e spingevano la nostra testa sotto l'acqua".
TGCOM - 19.02.08
Rignano, bimba "smonta" accuse
"Mamma mi ha parlato di giochi cattivi"
Dal racconto di una bambina di cinque anni arriva un duro colpo per l'accusa nell'ambito dell'inchiesta sui presunti abusi sessuali ai danni dei minori della scuola materna "Olga Rovere" di Rignano Flaminio.

APCom - 19.02.08
"Nessuna svolta, piccola si difende negando tutto"
La bambina è risultata positiva alle benzodiazepine.
"Escludiamo che la bambina sia stata sottoposta a qualsiasi forma di induzione. Riteniamo che la piccola abbia risposto in questo modo come forma di difesa, in sostanza è stato un suo meccanismo. Non c'è alcuna svolta. La bambina cerca di evitare qualsiasi domanda e risposta sull'argomento e per questo riferisce di aver appreso tutto dalla mamma per evitare altri approfondimenti. Del resto anche in passato, durante gli incontri con i periti, la piccola ha messo in atto questo comportamento difensivo evitando di riferire episodi specifici". Così afferma l'avvocato Mirko Mariani, parte civile nel procedimento su una serie di presunti abusi e violenze sessuali avvenuti a Rignano Flaminio. Il legale è difensore di fiducia dei genitori della piccola che stamane ha testimoniato in incidente probatorio davanti al gip di Tivoli, Elvira Tamburelli. La bimba ha riferito che la madre le ha parlato di violenze. L'avvocato Mariani sottolinea invece: "Non dobbiamo comunque dimenticarci che la bimba è risultata positiva alle benzodiazepine dopo l'analisi tossicologica effettuata sui capelli". Sulla stessa linea i legali Antonio Cardamone e Franco Merlino, che spiegano: "Il fatto che la madre della piccola che è stata sentita oggi le avesse parlato, era circostanza già nota. Già nella perizia si ricavava questo dato. La stessa denuncia, tra tutte quelle degli altri genitori è quella più indiretta, in cui sono più presenti i sentito dire. A nostro avviso comunque anche dalla testimonianza di stamane vi è la conferma della sincerità e della realtà dei racconti fatti dai bimbi". I due penalisti, sottolineano poi che se si fosse assistito sinora al frutto di una serie di "induzioni e suggestioni", non c'era motivo che la lezione non dovesse esser ripetuta. Confermano la sincerità di tutti i piccoli, anche le parole della bimba ascoltata per circa due ore dal gip Tamburelli nel pomeriggio. Lei, tra le più piccole di quelle previste nell'incidente probatorio, ha richiamato al fatto che i piccoli della scuola 'Olga Rovere' venivano portati da una "scuola brutta" ad una "bella", e che dovevano "prendere le medicine" e "farsi fare le punture".

PEDOFILIA - solo gli ultimi casi

Venerdì, 8 Febbraio : 2008
42enne condannato per pedofilia a Bologna
Bologna - E' stato condannato a 2 anni e otto mesi, con il rito abbreviato dal Gup di Bologna Rita Zaccariello, G. L., 42 anni, imprenditore edile di origine potentina, accusato di avere molestato sessualmente alcune adolescenti avvicinate nei pressi di scuole medie. Il Gip ha anche liquidato provvisionali dai 2.000 ai 5.000 euro alle parti civili.


Sabato, 9 Febbraio : 2008
PEDOFILIA, OPERAZIONE TRA ITALIA, TURCHIA E PORTOGALLO
VENEZIA - Una operazione contro la pedofilia online è stata portata a termine tra l'Italia, la Turchia e il Portogallo dal compartimento polizia postale e delle comunicazioni 'Veneto' che ha indagato sedici persone e chiuso un sito internet. L'inchiesta, coordinata dal pm Massimo Michelezzi e supportata dal nuovo Centro nazionale per il contrasto per la pornopedofilia online, è stata sviluppata in una complessa attività di indagine svolta dalla polizia italiana con i colleghi portoghesi e turchi, attraverso il coordinamento del Servizio per la cooperazione internazionale. Il blitz ha visto impegnati, in Italia, centinaia di poliziotti tra Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Puglia, Campania, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Piemonte. Tra il copioso materiale sequestrato tra video e foto anche un filmato di 10 minuti in cui le vittime sono bambini di due anni sottoposti a violenze sessuali definite raccapriccianti dagli investigatori. Fra gli indagati persone già coinvolte in indagini di pedo-pornografia, e professionisti tra cui un medico chirurgo e un ufficiale della Guardia Costiera.

Lunedì, 11 Febbraio : 2008
Savona: pedofilia on line, un architetto savonese nei guai
L'indagine è partita da una segnalazione della polizia portoghese che, sotto copertura, era riuscita a recepire un video, `camuffato´ tra le canzoni dei `Queen´ e che i pedofili si scambiavano, nel quale c'erano filmati vari di violenze sessuali su bambini. La polizia portoghese, che stava investigando su programmi di scambio e condivisione file tipo `peer to peer´ - i quali offrono la possibilità di entrare in comunicazione in tempo reale e scambiare file con utenti di tutto il mondo - ha raccolto elementi che hanno portato poi la Polizia postale italiana ad identificare gli italiani che avevano scaricato il video tramite il file sharing, tra cui appunto un medico chirurgo di Pordenone, un ufficiale della Guardia costiera, un architetto di Savona (già arrestato nel 2007 sempre per pedofilia) e un commerciante torinese.

Martedì, 19 Febbraio
PALERMO, ARRESTATO PER FAVOREGGIAMENTO IN ABUSI SU BAMBINO
Palermo, 18 feb. - (Adnkronos) - Avrebbe agevolato la violenza sessuale di gruppo ai danni di un bambino di poco piu' di sei anni, figlio della propria convivente. Con questa accusa un pensionato di 61 anni e' stato arrestato dagli agenti della Squadra mobile di Palermo, coordinati dal pm Adriana Blasco, in esecuzione di un'ordinanza emessa dal gip Roberto Conti. La nuove storia di abusi ha inizio in un'estate di qualche anno fa in un paese in provincia di Palermo. Secondo quanto riferito dagli inquirenti, l'uomo approfittando dell'assenza della compagna aveva chiamato in casa il piccolo e lo aveva invitato in camera da letto, dove ad attenderlo c'erano due uomini. I due a turno hanno abusato del bambino, filmando le scene della violenza. A raccontare gli abusi a cui lo avevano sottoposto i due 'orchi' e' stata proprio la piccola vittima. Allontanato da casa e trasferito in una casa famiglia il bimbo ha confessato agli assistenti sociali le violenze a cui era stato sottoposto. Cosi' per il 61enne e' scattato l'arresto.

Domenica, 17 Febbraio : 2008
ORRORE IN SICILIA
Scarcerato dopo gli abusi: violenta una bimba
Un pizzaiolo siciliano torna dietro le sbarre: aveva solo l'obbligo di firma malgrado altri stupri.
La piccola ha raccontato tutto alla mamma. I medici: "Ferite bestiali"
AGRIGENTO, 17 febbraio 2008 - UNA VIOLENZA bestiale. Così hanno definito i sanitari gli abusi su una bambina di 4 anni. Eppure il presunto autore, in cella, con l’accusa di avere stuprato in precedenza tre sorelline, è rimasto meno di un anno. La scadenza dei termini di custodia cautelare l’ha fatto tornare libero, con l’unico vincolo della firma quotidiana alla caserma dei carabinieri, nonostante per la violenza fosse stato poi condannato a 6 anni e 4 mesi di carcere.
Così giovedì scorso V.I., 45 anni, pizzaiolo agrigentino, si è presentato dai militari per adempiere all’obbligo. Con sè ha portato una bimba di 4 anni, sua lontana parente. Poi l’ha fatta salire in auto e l’ha portata in luogo isolato: lì lo stupro bestiale. E’ stata la piccola, disperata e sotto choc, a raccontare alla madre quanto era accaduto.
I MEDICI dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, dove la vittima è ancora ricoverata, non hanno avuto dubbi: la bambina porta evidenti i segni di una violenza che ha lasciato attoniti gli stessi sanitari. E ieri V.I. è tornato in carcere. I carabinieri l’hanno atteso l’altra notte fuori dalla pizzeria in cui lavorava. All’arrivo in caserma, momenti di forte tensione: è stato necessario l’intervento del comandante provinciale dell’Arma per riportare la calma tra i militari che inveivano contro il pizzaiolo, ora rinchiuso nel carcere di Petrusa. Lo stesso penitenziario dove era stato portato quattro anni fa, con un’accusa identica.
Le vittime, quella volte, erano tre sorelline di Aragona: una bimba di 11 anni e due gemelle di 8. Il pizzaiolo, amico dei genitori, frequentava la loro casa. I familiari si fidavano di lui, tanto da affidargli le piccole.
MA UN GIORNO le aveva portate in un casolare abbandonato e le aveva stuprate. I genitori si erano accorti che qualcosa non andava perché la più grande aveva cominciato a fare strane allusioni. Poi, dopo l’intervento degli psicologi, erano scattate le indagini. Il bruto era stato arrestato: ma dopo meno di un anno, il 23 marzo 2005, era tornato in libertà per scadenza dei termini. La sentenza di condanna — sei anni e quattro mesi — l’aveva attesa da libero. Ad Agrigento, dove si era trasferito, nessuno avrebbe conosciuto il suo passato.
«ERA STATO bravo a non far sapere del brutto episodio di cui era stato protagonista», dicono i carabinieri. E ignara della condanna per violenza era anche la mamma dell’ultima vittima. La donna, una ragazza madre di 28 anni, disoccupata, lontana parente del pizzaiolo, più volta gli avrebbe affidato la figlia. Lui la portava fuori a mangiare il gelato, poi la riaccompagnava. Fino a giovedì quando, tornata a casa, la bimba è corsa tra le braccia della mamma in lacrime.
«LO ZIO mi ha fatto fare cavalluccio», ha raccontato, lamentando dolori. I carabinieri non l’hanno ancora interrogata. Di lei si occupano gli psicologi dell’ospedale che cercheranno di restituirle un po’ di serenità. «Quello che è accaduto ad Agrigento, con un pedofilo libero dopo appena un anno, è vergognoso», commenta la senatrice Maria Burani Procaccini, responsabile famiglie e minori di Forza Italia. E invoca l’introduzione della castrazione chimica.
LA VIOLENZA di Agrigento è solo l’ultima di una squallida realtà: sono infatti oltre cinquemila le segnalazioni e centinaia i casi accertati ogni anno sui bambini.

www.piacenzanight.com - 19.02.08
Il responsabile di una casa famiglia arrestato per violenza sessuale
A denunciarlo uno dei ragazzi in affidamento
A Castiglione D'Adda da alcuni anni una coppia aveva aperto le porte di casa a bambini dati in affidamento. Ma dietro a tanto buon cuore si nascondevano intenzioni tutt'altro che nobili. Il responsabile di quella che era da tutti considerata una "casa famiglia" è finito oggi in manette con l'accusa di violenza sessuale.
A denunciarlo uno dei sui figli, appena divenuto maggiorenne. Il ragazzo ora vive da solo, mentre per gli altri - dopo l'arresto - la Protezione Civile ha creato una sorta di casa d'emergenza nella ex scuola materna del paese. La Croce Rossa di Codogno ha provveduto a far arrivare lì brande e coperte.


Mercoledì, 20 Febbraio : 2008
PEDOFILIA: VIOLENZA SESSUALE SU BAMBINA, ARRESTATI GENITORI E PADRINO A PALERMO
Palermo, 20 feb. - (Adnkronos) - Per oltre sei mesi avrebbe subito in silenzio le violenze sessuali del padrino di battesimo, poi la piccola vittima, di appena dodici anni, ha raccontato tutto ed e' scattato l'arresto dell'uomo e dei genitori che avrebbero acconsentito alle violenze sessuali. E' il terribile scenario dell'ennesimo vicenda di pedofilia che, questa volta, e' accaduta a Palermo. I Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno arrestato i genitori naturali ed il padrino di battesimo. Le indagini, che sono state dirette dal pm di Palermo Adriana Blasco, mentre le misure cautelari sono state ordinate dal gip Roberto Conti, hanno portato alla luce situazioni drammatiche di degrado familiare ed ambientali e il timore di eventuali ritorsioni nei confronti della minore. Le tre ordinanze, sono state eseguite dai Carabinieri della Stazione Palermo Brancaccio che si sono avvalsi della collaborazione di Assistente dell'Unita' Organizzativa Emergenze Sociali del Comune di Palermo. Le violenze accertate dagli investigatori, si sono protratte per circa sei mesi fino a quando la giovane minore, seppure tra mille ritrosie, ha raccontato il terribile choc subito.

sabato 9 febbraio 2008

Pedofilia - Bidello scuola di Belmonte Calabro

BELMONTE CALABRO: IL BIDELLO CONFESSA TUTTO


BELMONTE CALABRO - Ha confessato il bidello pedofilo di Belmonte Calabro. Ieri Mario Suriano dopo 40 minuti d’interrogatorio da parte del gip del Tribunale di Paola ha ceduto, ammettendo di aver abusato sessualmente di alcuni minori. Un racconto raccapricciante il suo, come del resto lo è tutta la vicenda. Il giudice per le indagini preliminari, subito dopo, ha convalidato il fermo del quarantottenne e si è riservato di decidere sulla richiesta di custodia cautelare avanzata dal pubblico ministero Antonella Lauri, titolare del caso. Mario Suriano è stato arrestato lunedì scorso ad Aiello Calabro. I carabinieri lo hanno sorpreso mentre si trovava in compagnia di un bambino del posto, che fortunatamente non ha subito nessuna violenza. I due erano in macchina ed il ragazzino innocente non immaginava che quell’uomo così gentile nel giro di pochi minuti sarebbe finito in manette perché accusato di violenza sessuale ai danni di minori. Il bidello, infatti, era tenuto sotto controllo da più di un mese poiché un adolescente aveva confidato al maresciallo Arcaro, comandante della stazione dei carabinieri di Belmonte, che Suriano si comportava in modo strano. Partiva così un’intensa attività investigativa con lunghi pedinamenti e con una serie di intercettazioni ambientali e telefoniche, che lunedì mattina hanno portato la procura della Repubblica di Paola ad emettere un decreto di fermo ne suoi confronti. Ma questo non è tutto in quanto i militari dell’Arma nel corso di alcune perquisizioni eseguite nella casa e nell’automobile dell’uomo hanno trovato anche del materiale pedopornografico: dvd, riviste, fotografie. Prodotti acquistati da Suriano, ma anche da lui realizzati: come alcuni filmini scabrosi in cui è lui stesso a riprendersi. Il tutto è stato sequestrato, compreso il computer utilizzato dal pedofilo per contattare via internet le sue giovani vittime in attesa che gli esperti d’informatica lo esaminino per risalire a tutte le sue frequentazioni via web. Intanto tra le mamme di Scalea e Aiello Calabro dilaga il panico. Il bidello, infatti, per molti anni ha prestato servizio in una scuola elementare della cittadina dell’alto tirreno cosentino prima di essere trasferito negli istituti scolastici dei paesi limitrofi al comune in cui risiede attualmente la sua famiglia. Le madri dei bambini che hanno frequentato queste scuole, adesso sono molto preoccupate. Hanno paura che i loro figli possano aver subito qualche violenza da parte dell’indagato. Chiedono di sapere, con l’angoscia nel cuore, quanto tempo dovranno aspettare prima che le forze dell’ordine, sulla base del materiale che hanno posto sotto sequestro, riescano a risalire all’identità delle giovani vittime del bidello pedofilo.

Pedofilia - Confessioni di un pedofilo

IL VERBALE CHOC. Sesso, Internet e bugie. Confessione di un pedofilo


"Mi sentivo attratto dalle figlie dei miei amici"






Confessione di un pedofilo Giustificazione e consapevolezza: "Era più forte di me" "Mi sentivo attratto dalle figlie dei miei amici" . Ve lo giuro, erano carezze senza malizia». Erano nelle parti intime. «E’ vero sì, ma è accaduto tutto senza malizia». E le foto?






E quelle immagini che ha trovato sua moglie, quelle con le bimbe nude? «Le tenevo in casa, sì. A mia moglie ho raccontanto quello che mi stava capitando». Dietro e oltre la cronaca, dietro e oltre le quinte, dietro e più in là dell’indignazione degli altri e dei nascondigli della propria anima, prima e dopo un processo. Antonio (o qualsiasi altro nome possa avere l’uomo davanti alle scrivanie della questura) ha parlato con la polizia, con il vicequestore Gian Maria Sertorio, con i pm, ha taciuto davanti alla toga del gip Cristiano Trevisan. Il «mostro» sociale, immaginifico, angosciante emblema palpabile della pedofilia ha avuto in questa indagine un passo spaventato e poi diverso: confidenza, bisogno di uscire dalla gabbia. I verbali sono, per la prima volta, al di là di ogni orrore, le «confessioni di un pedofilo», perché si incomincino a capire brandelli di Internet, di stralci giudiziari, di scoop, di punizioni oltre le sbarre, di pentimenti, di mente persa nel desiderio davanti a scorci di pelle che portano via la testa. «Confessioni di un pedofilo»: fanno dolore pure a chi per mestiere è avvezzo anche a questi romanzi. Non fosse altro che per la minuzia della deposizione, Antonio ha il merito di aprire la saracinesca blindata su bambini e bambine. La storia incomincia con fotografie scattate su una spiaggia del Sud. E va avanti con una madre che chiede alla figlia, sul bidet, che problemi ci sono. La bimba parla di quando la tocca «il papà di...». Il crescendo, visto da quella creatura e da altre, riportate negli atti, arriva a botta e risposta che lasciano sospesa ogni emozione: «Noi vedevamo sempre tutto», «Solo alle femmine, a parte...», «non è una sensazione proprio bella quando ti fanno queste cose ... alla patatina». Sono pagine e pagine di dettaglio, dove i quattro minori, seppur turbati, si sciolgono davanti alla pacatezza, alla non insistenza di chi li ascolta con delicatezza, passo dopo passo, di carezza in carezza. «Solo quello?». E una bimba: «No. Anche alla patatina». Ma la maschera da svelare, l’uomo che era «mostro» e non riesce a reggere il ruolo del mostro, deve ancora aprirsi. Il pedofilo che si racconta dentro anziché cercare scuse storiche, sgomento perfino lui degli abiti che gli sono stati tolti e di quelli che la gente più che la giustizia gli ha cucito addosso, si rivela: «Tutto è incominciato nel 1997, al termine di un viaggio di lavoro in Argentina. Navigavo su Internet e mi sono accorto di essere attratto dalle foto di ragazze giovanissime. Le rivedevo un po’ in mia moglie, che cercavo di rendere sempre più giovane, le chiedevo di radersi il pube e ritoccavo le sue fotografie». Il crescendo. Lei, la donna che lo assecondava sperando in un gioco soltanto fra loro, trova in casa foto di bimbe nude. Antonio: «Che cosa potevo fare? Le ho raccontato tutto quello che stava capitando». Continua ad aprirsi: a partire dai dati dei siti dove va a cercare immagini scaricando corpi nudi senza però lanciarsi nelle spericolate operazioni di scambio tra «amatori» del genere. Il virtuale. Ma poi? I corpi sono lì vicini. E’ il crescendo, quello che porta oltre il confine, che - anche riconoscendo disturbi di personalità - la psichiatria forense non coglie come «scusante», perché rimane coscienza di bene e male. «Dopo qualche tempo cominciammo a frequentare coppie di amici, avevano anche figlie piccole. Ammetto, sì, ho provato un interesse nei loro confronti, mi resi conto che mi sentivo una forma di gusto, di appagamento, nello stare insieme e vederle, quando capitava, nude». Passo per passo, scivolata della mente per pattinaggio della coscienza, Antonio, uno di noi, uno con la famiglia, con la stima di chi ha intorno, si svela: «Eravamo in una vacanza. Erano due le bimbe, una di dieci e la sua amica di nove. Facevo carezze senza malizia. Anche sui seni. Però non ho mai usato violenza». Quella fisica, verrebbe da obiettare. Eppure, a suo modo, dice una verità. E’ l’insinuarsi della fiducia. E dell’alibi: «Credetemi, anche una delle bimbe mi ha chiesto di accarezzarla, però le ho detto di no». Si confondono le acque, eppure è preciso, con l’amica del figlio che, guarda caso, quando giocano insieme al dottore, ha dolori tra le labbra della bocca e tra le gambe. Si contiene nel racconto: «Mi sono limitato a farle un paio di carezze». E’ un’altalena di alibi e dolore e seppur tardiva voglia di liberarsi. Chiede «aiuto», «terapie», «uno psicologo», purché sia aiuto. Dovrà scardinarlo di certo da un’altalena lo psicologo, perché chiede aiuto e insieme si preoccupa delle tracce di bimbi e bimbe nude, tracce forse perse fuori dal suo nido, tracce sue e non di Internet e delle sue chiavi. Chi parla a verbale è un prigioniero, certo. Ma il suo racconto, la lucidità, l’onestà di confessione dicono anche che la «chiave» non l’aveva mai buttata fuori dalla gabbia.


C. LAUGERI e M. NEIROTTI La Stampa 8/2/2008

PEDOFILIA - Italia Turchia Portogallo

PEDOFILIA, OPERAZIONE TRA ITALIA, TURCHIA E PORTOGALLO



VENEZIA - Una operazione contro la pedofilia online è stata portata a termine tra l'Italia, la Turchia e il Portogallo dal compartimento polizia postale e delle comunicazioni 'Veneto' che ha indagato sedici persone e chiuso un sito internet. L'inchiesta, coordinata dal pm Massimo Michelezzi e supportata dal nuovo Centro nazionale per il contrasto per la pornopedofilia online, è stata sviluppata in una complessa attività di indagine svolta dalla polizia italiana con i colleghi portoghesi e turchi, attraverso il coordinamento del Servizio per la cooperazione internazionale.

Il blitz ha visto impegnati, in Italia, centinaia di poliziotti tra Veneto, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Puglia, Campania, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Piemonte. Tra il copioso materiale sequestrato tra video e foto anche un filmato di 10 minuti in cui le vittime sono bambini di due anni sottoposti a violenze sessuali definite raccapriccianti dagli investigatori. Fra gli indagati persone già coinvolte in indagini di pedo-pornografia, e professionisti tra cui un medico chirurgo e un ufficiale della Guardia Costiera.

L'indagine è partita da una segnalazione della polizia portoghese che, sotto copertura, era riuscita a recepire un video, 'camuffato' tra le canzoni dei 'Queen' e che i pedofili si scambiavano, nel quale c'erano filmati vari di violenze sessuali su bambini. La polizia portoghese, che stava investigando su programmi di scambio e condivisione file tipo 'peer to peer' - i quali offrono la possibilità di entrare in comunicazione in tempo reale e scambiare file con utenti di tutto il mondo - ha raccolto elementi che hanno portato poi la Polizia postale italiana ad identificare gli italiani che avevano scaricato il video tramite il file sharing, tra cui appunto un medico chirurgo di Pordenone, un ufficiale della Guardia costiera, un architetto di Savona (già arrestato nel 2007 sempre per pedofilia) e un commerciante torinese.

venerdì 1 febbraio 2008

Pedofilia - Arrestato Maestro a Bolzano

PEDOFILIA: BOLZANO, MICROCAMERE IN CLASSE 'INCASTRANO' MAESTRO ELEMENTARE
Bolzano, 1 feb. - (Adnkronos) - I carabinieri di Bolzano hanno arrestato un insegnante di una scuola elementare di lingua italiana con l'accusa di violenza sessuale su minori. L'uomo, sotto osservazione degli inquirenti da diversi mesi su segnalazione di alcuni genitori, avrebbe in piu' occasioni esercitato attenzioni morbose nei confronti di suoi scolari; attenzioni che sono state documentate da microcamere installata nelle aule. Nella sua abitazione sono stati sequestrati alcuni computer e materiale informatico ora sotto esame. L'inchiesta e' coordinata dal pubblico ministero Donatella Marchesini. (Waf/Pn/Adnkronos)

Multa al TG5 - Caso Rignano Flaminio

RIGNANO FLAMINIO - Multato il TG5
Corriere della Sera - Le decisioni dell'agcom

Minori, maxi-multe a Tg5 e Tg1A Mediaset sanzione da 200 mila euro per un servizio su Rignano. La Rai punita per le immagini sui bambini soldato


ROMA - Una multa da 200 mila euro a Mediaset per un servizio del Tg5 sull'incidente probatorio relativo al caso dei presunti abusi sessuali nella scuola materna di Rignano Flaminio e una da 100 mila euro alla Rai per un servizio del Tg1 sui bambini soldato: sono alcune delle sanzioni pecuniarie comminate dalla commissione Servizi e Prodotti dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, presieduta da Corrado Calabrò, per la violazione del Codice Tv-Minori.

«La sanzione nei confronti di Rti, di 200 mila euro - spiega una nota dell'Autorità - riguarda il servizio diffuso dal Tg5 il 18 luglio 2007 sull'incidente probatorio disposto in relazione ai presunti abusi sessuali subiti da alcuni bambini di una scuola materna di Rignano Flaminio. L'Autorità ha ritenuto particolarmente grave tale violazione in considerazione della delicatezza della tematica, relativa ad un'inchiesta giudiziaria nella quale sono coinvolti minori, anche per i rischi connessi alla instaurazione di sommari processi mediatici su questioni tanto dolorose e capaci di suscitare morbose attenzioni quali quelle che coinvolgono bambini».


Le sanzioni nei confronti della Rai riguardano invece «un servizio di particolare violenza sui "bambini soldato", andato in onda sul Tg1 delle ore 20 del 21 aprile 2007, per un importo di 100 mila euro; un episodio del telefilm Lost, diffuso da Raidue, al cui interno erano presenti scene di forti impatto emotivo per un pubblico di minori nella fascia oraria della televisione per tutti, per un importo di 100 mila euro; un telefilm della serie Ncis in onda su Raidue in prima serata, non adatto ai minori, per un importo di 50 mila euro».


01 febbraio 2008