lunedì 24 dicembre 2007

PEDOFILIA RIGNANO FLAMINIO

RIGNANO/ COMITATO PRO INDAGATI: MAESTRE ANCORA A META' STIPENDIO
"Passati 7 mesi dalla scarcerazione ma la situazione non cambia"
Postato alle 13 da APCOM
Roma, 24 dic. (Apcom) - "Le maestre indagate nell'ambito dell'inchiesta di Rignano Flaminio sono ancora a metà stipendio. La legislazione prevede che a un provvedimento di sospensione cautelare dal servizio si accompagni il dimezzamento delle retribuzioni. La sospensione cautelare è prevista in presenza di certe condizioni, tra le quali c'è l'arresto". Così afferma, in una nota, Michele Angileri, portavoce del comitato in favore di chi è coinvolto nell'inchiesta su una presunta organizzazione di pedofili, l'associazione "Ragione e Giustizia".

"Così quando le maestre furono arrestate lo scorso 24 aprile entrarono automaticamente in stato di sospensione cautelare, e lo stipendio fu dimezzato - si spiega - Quando due settimane dopo (10 maggio) furono scarcerate la sospensione cautelare terminò, in via automatica. Le maestre non tornarono in classe, ma la sospensione ebbe fine".

"Ebbene, a 7 mesi dalla fine della sospensione cautelare le maestre non hanno ancora visto lo stipendio tornare normale. A metà stipendio, proprio mentre debbono sostenere ingenti spese per avvocati e periti di parte. Nonostante le maestre si siano recate più volte negli uffici amministrativi, anche accompagnate dai sindacalisti, nonostante le rassicurazioni lì ricevute ogni volta".

PEDOFILIA- MAXI OPERAZIONE IN GERMANIA

MAXI OPERAZIONE IN GERMANIA: 12MILA INDAGATI
(AGI) 24.12.07 - Berlino - La piu' grande retata mai compiuta contro una rete di pedofili ramificata in tutto il mondo e' in atto in Germania. Peter Vogt, procuratore di Halle, nel land orientale della Sassonia-Anhalt, ha confermato all'emittente televisiva pubblica "Mdr" che nel mirino delle autorita' ci sono oltre 12 mila pedofili, accusati di aver "scaricato o posseduto materiale pornografico con bambini". Le autorita' tedesche hanno gia' effettuato numerosi sequestri di materiale pedopornografico, mentre altre perquisizioni sono ancora in corso o in attesa di essere eseguite. L'azione condotta dalle autorita' tedesche contro i pedofili attivi su internet porta il nome in codice di "Himmel", cielo. Le indagini sono in corso da mesi e riguardano 70 Paesi. Solo in Sassonia-Anhalt gli inquirenti hanno scoperto 300 pedofili, mentre 1700 sono le denunce scattate nel Baden-Wuerttemberg. Nei mesi scorsi a cadere nella rete degli inquirenti era stato Reinhard Rumprecht, borgomastro di Merseburg, nella Sassonia-Anhalt, che aveva rassegnato le dimissioni dopo essere stato condannato a 8mila euro di multa per possesso di materiale pedopornografico. A permettere di scoprire la vastissima rete di pedofili e' stato un provider di internet, che ha segnalato alle autorita' un enorme traffico di dati informatici.(AGI)

venerdì 21 dicembre 2007

Violenza su Dodicenne - Prete Insegnante Religione

VIOLENZA SU 12enne: ARRESTATO PRETE INSEGNANTE DI RELIGIONE
21/12/2007 Sorpreso in auto dai carabinieri con un alunno. Erano andati a comprare i colori per il presepe. Violenza su un bimbo, prete in cella Casal di Principe: oggi l’interrogatorio del viceparroco del SS. Salvatore Il viceparroco della chiesa del Santissimo Salvatore, a Casal di Principe, è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale su un bambino di 12 anni. Don Marco Cerullo, 32 anni, insegnante di religione a Villa Literno, è stato sorpreso dai carabinieri mentre si trovava in auto con il bimbo in una zona appartata del paese. A insospettire la pattuglia era stato il volto terreo e gli occhi chiusi del bambino, seduto accanto al posto di guida apparentemente vuoto. Sembrava che il piccolo stesse svenendo, che stesse malissimo. È per questo che la pattuglia dei carabinieri si sono avvicinati e hanno visto che sul sedile anteriore c’era un uomo, disteso. Sacerdote arrestato per violenza sessuale MARILÙ MUSTO Casal di Principe. A insospettirli è stato il volto terreo e gli occhi chiusi del bambino, seduto accanto al posto di guida apparentemente vuoto. Sembrava che il piccolo stesse svenendo, che stesse malissimo. E che nell’auto, un’Alfa 147 nera accostata al ciglio di una strada di campagna, alla periferia di Casal di Principe e Grazzanise, ci fosse solo lui.

Scandali ecclesiastici: Don Mauro Stefanoni

Fonte: "Vivere e morire a Como"
Sborra Boy
14/12/2007
Posted in Kiesa di: Sir Percy Blakeney

Non scandalizzatevi via, e’ il nickname usato da Don Mauro Stefanoni nelle chatroom e se lo usa un prete… gia’ di Laglio ora operativo Colico.. voglio dire non sara’ mica una brutta parola. Volevo, però, con questo post fare un’analisi serena del dibattimento occorso nei giorni scorsi. Per prima cosa e’ palese che la richiesta del processo a porte aperte, fatta dalla parte civile, ha dato i suoi frutti: tutti i giornali, perfino i due più vicini alla curia, e TV Espansione hanno finalmente dato notizie di prima mano e sostanzialmente esatte.
Non solo: hanno evidenziato per prima cosa il fatto che l’ imputazione di detenzione di immagini pedopornografiche è totalmente indipendente dalla accusa più grave di violenza sul minore. In tal modo hanno dato ben poco spazio all’imputato di gridare all’assoluzione. Proscioglimento che peraltro è dovuto al fatto che è stata rinvenuta una sola fotografia riproducente un’apparente bambina in atti pornografici con un uomo per cui non si è potuta raggiungere la prova dell’elemento soggettivo del reato contestato ossia della volontà di detenere tale immondo materiale. Vorrei sottolineare inoltre che: 1)il perito ha confermato la navigazione internet su siti pornografici quasi tutti omosessuali maschili su ben quattro computer in casa parrocchiale e di proprietà di Stefanoni, e che il Collegio ha acquisito le riproduzioni agli atti del processo. Inoltre è stato confermato l’utilizzo di chat su siti porno omosessuali maschili con nike name a tema e molto chiari come detto dal perito in aula : " sborra boy","cazzone", " caxone"ed altre amenità del genere. 2) E’ stato poi confermato dallo stesso imputato al Collegio che la Curia lo ha avvisato delle indagini in corso e che è stata fatta riserva da parte dei giudici di indagare per il reato di favoreggiamento. La testimonianza del prete polacco ha poi confermato le dichiarazioni avute dal ragazzo ed ha saputo con autorevolezza rendere la propria importantissima testimonianza nonostante i tentativi, tutti falliti, della difesa di farlo confondere.
Concludendo ora il processo continua e sta procedendo sembrerebbe nel verso giusto visto anche anche le testimonianze precise e calzanti dei testi di Pontetresa….e per averne conferma dobbiamo partecipare numerosial processo: prossime udienze 7 e 9 gennaio

Continuano le udienze a porte aperte (perche’ volute dalla parte civile cioe’ la vittima) del processo di Don Mauro Stefanoni il quale spero non vada avanti in base ai dettami locali…
Infatti in seguito alle dichiarazione del Perito informatico della Procura, Luca Ganzetti, che ha confermato cosa ha trovato sui 4 computer sequestrati a don Mauro: almeno un centinaio di collegamenti a siti internet con contenuti in prevalenza omosessuali, ma solo una "presunta" foto pedopornografica sui pc del religioso (da capirsi il termine presunta), dietro insistenza della difesa Avv. Bomparola (difensore di professione di preti pedofili) e dopo oltre un’ora di camera di consiglio, hanno assolto il prete per non avere detenuto e divulgato questo tipo di materiale. Quindi andava nei siti per omosessuali ma non per pedofili e la foto era una foto presunta… Per quanto riguarda l’accusa principale quella piu’ ripugnante e grave cioe’ abuso di minore (non in maniera virtuale ma reale)il processo va avanti. Oggi e’ stata importante la testimonianza di un Padre Polacco don Arcadiusz che ha dichiarato: "Mi ha rivelato di avere avuto dei rapporti sessuali con don Mauro Stefanoni nella casa parrocchiale di Laglio. Quanti ? Un paio almeno…”. Il Padre ha spiegato, passo per passo, come è entrato in confidenza con il ragazzino. Prima un contatto telefonico, poi un incontro faccia a faccia. Quindi l’invito di andare a parlare con l’assistente sociale e con la polizia. sempre il prete polacco ha infine dichiarato ”Lui aveva paura solo che i genitori sapessero queste cose. Ma poi ha deciso di denunciarlo lo stesso…”. In attesa di una decisione del Vescovo visto le oramai chiare tendenze omosessuali del prelato, appetiti per altro condannati dal Papa e dal suo "segretario" Boy George… vedremo come finirà sto processo in salsa lariana se come quelli a Salmoiraghi oppure per una volta si fara’ giustizia

Laglio altra udienza per il (DON) Stefanoni.
Continuano le udienze a porte aperte (perche’ volute dalla parte civile cioe’ la vittima) del processo di Don Mauro Stefanoni il quale spero non vada avanti in base ai dettami locali… Infatti in seguito alle dichiarazione del Perito informatico della Procura, Luca Ganzetti, che ha confermato cosa ha trovato sui 4 computer sequestrati a don Mauro: almeno un centinaio di collegamenti a siti internet con contenuti in prevalenza omosessuali, ma solo una "presunta" foto pedopornografica sui pc del religioso (da capirsi il termine presunta), dietro insistenza della difesa Avv. Bomparola (difensore di professione di preti pedofili) e dopo oltre un’ora di camera di consiglio, hanno assolto il prete per non avere detenuto e divulgato questo tipo di materiale. Quindi andava nei siti per omosessuali ma non per pedofili e la foto era una foto presunta…
Per quanto riguarda l’accusa principale quella più ripugnante e grave cioe’ abuso di minore (non in maniera virtuale ma reale)il processo va avanti. Oggi e’ stata importante la testimonianza di un Padre Polacco don Arcadiusz che ha dichiarato: "Mi ha rivelato di avere avuto dei rapporti sessuali con don Mauro Stefanoni nella casa parrocchiale di Laglio. Quanti ? Un paio almeno…”. Il Padre Ha spiegato, passo per passo, come è entrato in confidenza con il ragazzino. Prima un contatto telefonico, poi un incontro faccia a faccia. Quindi l’invito di andare a parlare con l’assistente sociale e con la polizia. sempre il prete polacco ha infine dichiarato ”Lui aveva paura solo che i genitori sapessero queste cose. Ma poi ha deciso di denunciarlo lo stesso…”. In attesa di una decisione del Vescovo visto le oramai chiare tendenze omosessuali del prelato, appettiti per altro condannati dal Papa e dal suo "segretario" Boy George… vedremo come finirà sto processo in salsa lariana se come quelli a Salmoiraghi oppure per una volta si farà giustizia.

Processo Stefanoni… facciamo il punto

8/02/2007
Posted in Kiesa, Kronake da Narnia
di: Sir Percy Blakeney

Aspettando la prossima udienza ricapitoliamo le puntate precedenti sugli accadimenti avvenuti, anche perchè ritengo giusto ricostruire con i pochi strumenti che ho i fatti ed onestamente sono stanco di leggere le continue e velate minacce dell’amico anonimo, che a tal fine utilizza questo Blog.
CHI E’ STATO INTERROGATO: per prima cosa sono stati sentiti in due udienze solo quattro testi sugli otto citati e l’ultima udienza è stata occupata dalla sola audizione della parte civile madre del ragazzo parte offesa.
LA DIFESA E LA TECNICA DELL’ARRAMPICARSI SUGLI SPECCHI:Mentre infatti il PM ed i difensori della parte civile hanno impiegato insieme al massimo tre quarti d’ora per gli interrogatori dei testi, e ciò perchè gli stessi sono stati assolutamente chiari ed hanno sostanzialmente confermato i fatti a loro conoscenza, i difensori dell’imputato hanno tenuto i testi ( soprattutto due e cioè i più rilevanti ) sotto pressione con domande ripetitive, contestazioni su dichiarazioni che gli stessi mai avevano fatto.
IL RISULTATO: alle domande insinuanti ed equivoche i difensori della Parte civile oltre che i due Pm più volte hanno fatto opposizione regolarmente accolta dal Collegio, poichè le stesse avevano solo il solo fine di cercare di far cadere i testi in contraddizione .
In effetti sono riusciti ad avere solo pesanti interventi contro le loro modalità di interrogatorio dal Presidente.
LA DIFESA & DIFENSORI DI PARTE CIVILE: Ritengo sia superfluo evidenziare che l’Avvocato della difesa di parte civile non si sia mai permessa,di "istruire i testi a rispondere non ricordo", anche perchè la stessa è un illustre e conosciuta professionista cui è noto che il modus professandi, inoltre ormai dovrebbe essere evidente che la difesa del prete ha pochi appigli rispetto ai riscontri oggettivi esistenti in questo delicato processo.
LE DIFFICOLTA’:Non ci sono dubbi circa le difficoltà ed il duro lavoro che hanno dovuto svolgere sia i PM che la parte civile non avendo potuto sorprendere in flagranza il prelato che era stato previamente avvisato dalla Curia.
LA VERITA’: Visto che credo nella Giustizia confido nel fatto che sia interesse di tutta la comunità i raggiungere la verità anche se questa sarà solo una verità processuale, quella vera è certamente nel cuore dei protagonisti di questa amara e scandalosa vicenda ( lo scandalo è il comportamento della Curia, vedasi i richiami al silenzio, lo spostamento a Colico giusto giusto per il Grest ).
CONCLUDO :Faccio infine una precisazione, doverosa, la ricostruzione dei fatti in questo post è avvenuta attraverso un’attenta analisi della cronaca dei giornali, il che mi è costato tempo e fatica ma l’ho ritenuto giusto in particolare per fare chiarezza, e per far capire come si sta svolgendo il processo.
Ed infine quindi una domanda a chi cerca continuamente di insultare il ragazzo e la sua famiglia,inventandosi teorie complottistiche verso Don Mauro Stefanoni, colui che tanto sa o spaccia di sapere… come è ha conoscenza dello svolgersi del processo se lo stesso è a porte chiuse e se la logica non mi inganna solo uno presente fisicamente alle udienze può scrivere (anche se scorrettamente) su quanto avviene dentro l’aula… e quindi,concludo, chi sarà mai il nostro amico?

25/11/2006

Fonte http://www.vivereacomo.com/2007/12/14/sborra-boy/

giovedì 20 dicembre 2007

Don Marco Baresi rimane ai domiciliari

Giovedì, 20 Dicembre 2007

Pedofilia. Il tribunale si è pronunciato: il vicerettore del seminario non può tornare libero


Don Marco resta ai domiciliari
il Riesame nega la scarcerazione


Permarrebbero i presupposti alla base della custodia cautelare.
Il disagio in Curia

adelaide.pierucci@epolis.sm



¦ Don Marco dovrà restare agli arresti domiciliari. Il tribunale del Riesame ha respinto la richiesta di scarcerazione presentata dal suo legale, l'avvocato Luigi Frattini. Secondo il collegio presieduto dal giudice Anna di Martino permangono i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze alla base dell'ordinanza di custodia cautelare che lo ha fatto finire in manette: il pericolo della reiterazione del reato e la pericolosità di fuga.

Un altro affronto per l'ambiente ecclesiastico bresciano che si è schierato compatto in difesa del sacerdote, 38 anni, vicerettore del seminario vescovile, arrestato il 28 novembre con l'accusa di violenza sessuale ai danni di un ex allievo all'epoca 14enne e di detenzione di materiale pedopornografico, circa 600 file trovati cancellati in un pc in suo uso.

Don Marco Baresi, però, a quanto pare è pronto a difendersi.

«Quel materiale non è stato maneggiato da me. E con il ragazzo nessun approccio intimo», si sarebbe giustificato con gli inquirenti .

A mettere nei guai con la giustizia questo sacerdote bresciano con una carriera promettente davanti è stata la denuncia dei genitori di un 14enne, che fino a tre anni fa frequentava il seminario vescovile di Brescia. Il ragazzino era finito sotto le cure di uno psicologo con il quale si sarebbe aperto raccontando lo strano approccio del docente nei suoi confronti. Approccio che sarebbe sconfinato più volte in contatti sessuali anche quando lui non aveva ancora compiuto i 14 anni.

Il pm Simone Marcon apre un'inchiesta e mette al loro gli uomini della Squadra Mobile. Parte l'avviso di garanzia. Don Marco resta al suo posto. La Curia giustamente non prende provvedimenti disciplinari, né ritiene opportuno assegnare il sacerdote ad un altro compito. Alcuni ragazzi del seminario a luglio vengono sentiti dagli investigatori. In quei giorni viene sequestrato a don Marco un pc portatile: potrebbe contenere materiale compromettente, utile all'indagine così il pm nomina un consulente per ispezionarlo. Si scoprirà che dal computer erano stati scaricati circa 600 file quasi tutti con temi pedopornografici, poi cancellati. Don Marco pare che sostenga che quel computer non fosse solo in suo uso. Di chi allora? Questo non è stato ancora chiarito.

L'indagine va avanti fino a novembre: il 28 a mattina gli uomini della Mobile prelevano don Marco dal suo alloggio all'interno del seminario e lo portano in carcere, a Canton Mombello. Hanno in mano l'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Silvia Milesi, su richiesta di Marcon. Il giorno dopo, appena completato l'interrogatorio di garanzia, don Marco ottiene i domiciliari. E lì per ora dovrà restare.

mercoledì 19 dicembre 2007

RIGNANO FLAMINIO: idoneità bambini

Fonte: www.fondazioneitaliani.it

Rignano, i bambini ancora sotto shock
mercoledì 19 dicembre 2007
Due bambine sono idonee a testimoniare, un terzo bimbo non lo è. Questa la conclusione cui sono giunte le tre esperte nominate dal gip nell'ambito dell'inchiesta sui presunti abusi ai danni di bambini della scuola Olga Rovere di Rignano Flaminio.

In particolare le due bambine dichiarate idonee a testimoniare sono due sorelline, una di quattro e una di otto anni. Ad affermare la capacità a rendere dichiarazioni sono state la neuropsichiatra infantile Angela Gigante e le psicologhe Marilena Mazzolini e Antonella Di Silverio. In merito al terzo minore, si tratta di una maschietto di cinque anni sul quale, a quanto si è appreso, le esperte, pur non ritenendolo idoneo a testimoniare, avrebbero riscontrato segni di trauma di natura sessuale. La reazione dei legali

"Dall'esame dei periti il bambino è risultato affetto da un disturbo post traumatico da stress con indicatori di abuso, come affermano gli stessi esperti del gip, relativi ad un'esperienza traumatica tanto con riferimento al vissuto nell'anno d'asilo, quanto con riferimento allo stato psicologico attuale piuttosto critico e che ne ha determinato l'inidoneità a testimoniare. A sostenerlo sono gli stessi periti nelle conclusioni del loro accertamento". Ad affermarlo è l'avvocato Mirko Mariani, legale della famiglia del bambino, presunta vittima di abusi nella scuola di Rignano Flaminio, che è stato giudicato dai periti del gip di Tivoli non idoneo a rendere dichiarazioni. In merito alla situazione familiare del minore il legale afferma come il piccolo "viene da un ambiente familiare coeso. Questa circostanza - ha detto - è anche confermata dai periti che hanno inoltre escluso qualunque ipotesi di suggestione o di induzione da parte dei genitori dei confronti dello stesso bambino. Quest'ultimo inoltre è sempre stato nominato come partecipante ai cosiddetti giochi da parte degli altri minori sino ad ora ascoltati in sede di audizione protetta". Tale lo stress da cui il bambino sarebbe sottoposto che, stando a quanto riferito dallo stesso legale, lo porta a "cambiare argomento ogni volta che si parla della scuola. Non vuole neanche parlare di circostanze o fatti che non riguardano i fatti oggetto del procedimento". Tale mutismo in merito alla scuola di Rignano Flaminio, stando a quanto riferito da Mariani, sarebbe stato portato avanti dal bambino anche nel corso degli incontri con i periti del gip.

"La perizia ha dimostrato in modo esplicito che le due bambine hanno subito abusi e che a tutt'oggi ne pagano ancora le conseguenze". Ad affermarlo è l'avvocato Giacomo Augenti, legale delle famiglie delle due bambine di Rignano Flaminio presunte vittime di abusi sessuali, giudicate idonee dai periti del gip a rendere dichiarazioni. Le due minori sono due sorelline e la maggiore, a quanto si è appreso, secondo i risultati della perizia "ripete le modalità di recupero del ricordo che potrebbero essere effetto di suggestione per l'interazione con la sorellina più piccola".
Ad ogni modo secondo i periti entrambe le bimbe hanno capacità di discernere il vero dal falso, le cose di fantasia da quelle reali ed anche loro, come gli altri minori esaminati dagli esperti, sarebbero affette da un disturbo di stress post traumatico riconducibile possibili a traumi di natura sessuale.

martedì 18 dicembre 2007

Rignano Flaminio: perizia RIS

Fonte ANSA 2007-12-18 16:51
RIGNANO: PERIZIA RIS AL VAGLIO DEL GIP
I peluche analizzati nell'ambito dell'incidente probatorio disposto dalla magistratura di Tivoli sui presunti abusi sessuali a Rignano Flaminio "potrebbero essere stati lavati". Lo hanno dichiarato i carabinieri del Ris, sottolineando che si tratta di un'ipotesi che non può essere esclusa, durante l'udienza tenutasi oggi davanti al gip Cecilia Angrisano per l'esame della perizia svolta su numerosi reperti al fine di verificare se fossero presenti tracce biologiche riconducibili ai 19 bambini ritenuti sessualmente abusati.

Rispondendo alle domande poste dalle parti (il gip Angrisano, il pm Marco Mansi, i difensori degli indagati ed i rappresentanti di parte civile), i militari del Ris non hanno escluso che nel caso in cui i peluche ed alcuni abiti, sequestrati nell'abitazione della coppia Patrizia Del Meglio-Gianfranco Scancarello, fossero stati lavati, le eventuali tracce biologiche possano essere sparite. Nel ribadire che non ci sono residui attribuibili ai bambini della scuola materna "Olga Rovere", gli esperti, secondo quanto si è appreso, hanno anche precisato che alcuni genotipi estrapolati dagli stessi reperti e non attribuiti ad alcuno dei protagonisti della vicenda, potrebbero essere ricondotti a Del Meglio-Scancarello e ad uno dei figli maschi. Tra i dati certi c'é che le tracce biologiche trovate su 61 dei 136 peluche esaminati appartengono alla figlia undicenne della coppia. Nel corso dell'udienza i periti nominati per l'esecuzione dell' incidente probatorio hanno spiegato che la inutilizzabilità di una decina di impronte digitali prelevate da alcuni giocattoli é conseguenza di un degrado delle stesse alla luce dei materiali e delle vernici che li compongono, spesso refrattario alle impronte. "Le perplessità che avevamo manifestato alla lettura delle conclusioni peritali - hanno dichiarato alcuni avvocati di parte civile - sono state confermate oggi. I carabinieri, di fatto, hanno confermato la possibilità che i reperti sotto sequestro siano stati lavati o puliti. Il che ha determinato l'assenza di tracce biologiche o dattiloscopiche". Per Giosué Naso, difensore della maestra Marisa Pucci, in "un paese normale, all'esito di un incidente probatorio del genere, a questa vicenda si porrebbe fine con una richiesta di archiviazione". "Invece - ha aggiunto - si continuerà con le audizioni dei bambini per tutto il 2008 per giungere allo stesso risultato di adesso: ossia che non si può sostenere l'accusa in un processo". Sul piano delle indagini è previsto domani il deposito dei risultati dell'indagine psicologica condotta dai periti neuropsichiatrici sull'idoneità di quattro bambini a rendere testimonianza. Per un quinto bambino i periti hanno chiesto una proroga di otto giorni prima di pronunciarsi. Infine é previsto per l'8 gennaio prossimo il deposito dei risultati sull'idoneità di altri tre bambini

lunedì 17 dicembre 2007

RIGNANO FLAMINIO

RIGNANO PERIZIA/RIS, PARTE CIVILE: I REPERTI SONO STATI RIPULITI

Domani udienza davanti al gip di Tivoli. "Daremo battaglia"

Roma, 17 dic. (Apcom) - "I reperti esaminati dal Ris di Messina sono stati ripuliti. Non si può dire quindi che la perizia depositata nei giorni scorsi abbia scagionato le maestre o gli altri indagati".

Così gli avvocati Franco Merlino e Antonio Cardamone "annunciano battaglia" per l'udienza di domani davanti al gip di Tivoli, Cecilia Angrisano. Ulteriore passaggio istruttorio dell'inchiesta su una presunta organizzazione di pedofili che avrebbero operato a Rignano Flaminio, nella scuola materna 'Olga Rovere'. "A Rignano ci sono i fantasmi - continuano i legali - Nessuna impronda digitale è stata rilevata sulla piscinetta, sulla pompa e sul cavallo a dondolo (presenti a casa dell'insegnante Patrizia Del meglio e del marito Gianfranco Scancarello). Su molti dei 136 pelouche, addirittura, non è stato trovato il dna dei padroni di casa o dei cuginetti o fratelli, che frequentavano l'abitazione. Solo su alcuni pupazzi è stato trovato quello della figlia dei coniugi Scancarello. Strano". Gli avvocati Merlino e Cardamone aggiungono poi: "La perizia conferma tutti i nostri dubbi. Compiere i prelievi dopo almeno cinque mesi dalla conoscenza dell'indagine è significato dar la possibilità di rendere inutile l'accertamento". I due penalisti tendono poi a rimarcare come, in ogni caso, tracce di dna della Del Meglio sono state trovate su un pantacollant con sonaglini alle caviglie. "Più volte abbiamo dovuto ascoltare come fosse inimmaginabile la impossibilità che una nonna, una donna su di peso, potesse indossarli. Come si spiega questa piccolissima indicazione?".

venerdì 14 dicembre 2007

RIGNANO FLAMINIO

NESSUNO E' STATO SCAGIONATO!
DAL SITO http://www.bambinicoraggiosi.com/

Rignano Flaminio: Perché la perizia dei Ris non può escludere che gli abusi ci siano stati

di Roberta Lerici -La fiducia nella giustizia e nella magistratura che continua a indagare sulla tragedia di Rignano Flaminio, mi portano a ritenere che, qualora fosse confermato anche nell’incidente probatorio del 18 dicembre che non vi siano corrispondenze fra i reperti raccolti dai Ris nelle abitazioni e nelle auto di alcuni indagati e i bambini che stanno sostenendo l’incidente probatorio, questo non significherebbe nulla. Oltre al fatto che i reperti siano stati raccolti sei mesi dopo l'inizio delle indagini, devo ricordare che in tutte le sedi giudiziarie in cui si è dovuto analizzare il caso di Rignano Flaminio, nessuno ha mai affermato che i bambini non fossero stati abusati. Se mai, l’incertezza è stata posta sui metodi di attuazione dell’abuso e sull’accertamento delle responsabilità degli indagati per tali abusi (da parte della Cassazione che sulla sentenza del Riesame si è espressa, però, solo sui primi sei casi denunciati e non su tutti i diciannove, senza poter considerare i successivi indizi raccolti). Il valore ed il peso giudiziario della perizia dei Ris si conosceranno solo dopo l’incidente probatorio del 18 dicembre, quando tutte le parti potranno porre domande ai Ris, che spiegheranno nei dettagli le loro conclusioni. Per evitare brutte figure come quella della diffusione di indiscrezioni sulla sentenza della Cassazione in cui molti si sono lanciati ad affermare che “gli abusi andavano cercati fuori dalla scuola”, (fatto che ha costretto a un'immediata smentita il primo Presidente Carbone :“Nella sentenza non è scritto che gli abusi vadano cercati fuori dalla scuola”), penso sia meglio attendere.


Meglio evitare titoli come quelli apparsi oggi che attribuiscono alla perizia dei Ris il potere di escludere gli abusi sui bambini. Si può delinquere anche senza lasciare la propria firma, come è avvenuto in due casi recenti. E questo lo dico a prescindere da chi sia il responsabile, visto che solo la magistratura potrà stabilirlo.

Il fatto che qui non ci sia stato un omicidio, non significa che non ci sia stato un reato. Il fatto che nessuna perizia dei Ris sul caso Perugia abbia inchiodato l'assassino, significa forse che la studentessa inglese non sia stata uccisa? Significa forse che non ci siano persone indagate?

Su questo sito, poi, ho pubblicato numerose sentenze della Cassazione che indicano in modo inequivocabile come la sola testimonianza dei bambini nei processi per abuso sessuale e non solo, abbia portato a condanne definitive, anche in mancanza di altri riscontri. La testimonianza dei bambini ha valore di prova, eppure in molti sembrano non saperlo. In questi giorni i magistrati stanno ascoltando anche bambini più grandi. Le indagini non sono ancora finite. Non è cambiato nulla. Il loro impegno prosegue, perché sapere chi abbia abusato dei bambini di Rignano Flaminio è imprescindibile, non solo per le famiglie e gli abitanti di Rignano, ma per tutto il nostro Paese. Non si può pensare che qualcuno riesca a sfuggire alle maglie della giustizia dopo aver distrutto l’infanzia a tanti bambini e la vita a tanti genitori. Siamo rimasti inorriditi dalle testimonianze rese dai tre bambini che, finora, hanno sostenuto l'incidente probatorio. Erano tra i più piccoli. Ne restano ancora 15 o 18 (se verrà accolta la richiesta del PM di aggiungerne altri tre). Passeremo un altro anno a sentire raccontare orrori. Passeremo un altro anno a sentire una parte di stampa e di opinione pubblica dare dei "bugiardi" a bambini e genitori, e dei “testardi” agli inquirenti.

Mentre i bambini continueranno a stare male e i genitori continueranno a farli curare. E’ davvero questo il paese in cui vogliamo vivere?


mercoledì 12 dicembre 2007

I pedofili non guariscono mai

Fonte: www.bambinicoraggiosi.com

MA I PEDOFILI NON GUARISCONO - ALESSANDRO CALDERONI
Lo afferma lo psicologo che cura, fra gli altri, anche i preti che abusano di minorenni. Per questo, spiega, non è prudente lasciarli al loro incarico. Amezzo chilometro dalla Basilica di San Pietro, in Vaticano, lavora un professionista che conosce i più cupi segreti di alcuni membri del clero. Non è un confessore ma un clinico. Poco meno di sessant’anni, origini pugliesi, uomo di scienza prima che uomo di fede, Aureliano Pacciolla insegna psicologia della personalità alla Lumsa ed è psicoterapeuta orientato verso l’ipnosi e il cognitivismo. Dirige la collana Psicologia e interdisciplinarità dell’editore Laurus Robuffo ed è consulente tecnico del tribunale di Roma e della Sacra rota. Il suo campo d’azione specifico riguarda l’abuso sessuale: in particolare l’abuso su minorenni e la pedofilia.
In qualità di terapeuta tenta il recupero di pazienti che si sono macchiati di questi reati anche all’interno del clero. In veste di studioso e ricercatore, è chiamato a tenere corsi di aggiornamento per superiori del clero, su questi temi. «Il primo caso di cui mi sono occupato riguardava un laico e mi ha insegnato che riconoscere un pedofilo non è cosa semplice, anche se sei un esperto» spiega Pacciolla. «Bruno aveva 35 anni e veniva da me per curare i suoi stati d’ansia dovuti alla separazione dalla moglie e alla disoccupazione. Dopo 2 anni di trattamento, di punto in bianco, mi rivelò che molto tempo prima aveva abusato di sua figlia, quando lei aveva 4 anni. La toccava mentre dormiva». Come andò a finire? La ragazza a 16 anni soffriva di stati dissociativi che non le permettevano di studiare con profitto. Il padre sparì poco dopo avermi rivelato il suo segreto. Quando vide il primo pedofilo in abito talare? Era il 1995 e mi trovavo fuori Roma. Un viceparroco di 29 anni trovò un pretesto per avvicinarmi e mi confidò che allenava la squadra di calcio dell’oratorio e al termine delle partite si improvvisava massaggiatore per toccare i bambini di 8-9 anni. Dopo il racconto, non si fece più vivo. Ricordo anche il caso di un frate straniero 55enne: da un lato aveva un’autentica ossessione per l’orario delle messe e per alcune sequenze di preghiere; dall’altro metteva in pratica fantasie masturbatorie con bambini, con la scusa che «anche loro sorridevano. Messo di fronte al fatto che un bambino non può scegliere liberamente di partecipare a un atto sessuale, dopo tre sedute si volatilizzò pure lui. In entrambi i casi segnalai i soggetti al vescovo di riferimento e all’autorità giudiziaria. Lei denuncia i suoi pazienti? L’obbligo di referto prevale sul segreto professionale quando è a rischio un bene comune. Poiché arrestare le tendenze pedofile di un soggetto è impossibile, occorre impedirgli di delinquere ulteriormente. Le sue segnalazioni hanno sempre effetto? Intervenni ripetutamente contro un prete che aveva abusato di sette adolescenti e pretendeva addirittura di farsi nominare superiore. Non finì in galera ma restò al suo posto. A poco a poco le famiglie coinvolte ritirarono le denunce e il caso si spense. Ma di certo quel frate non è guarito. Un pedofilo è incurabile? Curabile ma inguaribile, a mio parere. Primo, è veramente difficile che un pedofilo venga a chiedere aiuto da solo: arriva in terapia per altri disturbi o se viene implicato in vicende giudiziarie. Secondo, un pedofilo non riconosce la propria inclinazione, oppure non ritiene che abbia una connotazione negativa. Terzo, trattandosi di una preferenza sessuale, è pressoché impossibile variarla clinicamente. Quarto, messo davanti ai dati di fatto, in poche sedute il pedofilo abbandona il trattamento. Cosa pensa dell’ipotesi di castrazione chimica? Elimina solo l’erezione ma il pedofilo resta tale e sfoga le proprie pulsioni con altre parti del corpo, anche con maggiore veemenza a causa della frustrazione. Come si interviene allora su un paziente affetto da pedofilia? Somministrandogli antidepressivi Ssri a basso dosaggio lo si rende più permeabile al colloquio psicoterapeutico. In quella sede è possibile abituarlo a riconoscere in anticipo le immagini mentali che lo portano all’eccitazione, aumentando quindi le sue possibilità di autocontrollo. Ma anche quando il soggetto è collaborativo resta come un vulcano spento che può esplodere improvvisamente. Per questa ragione non credo sia prudente che i sacerdoti pedofili tornino ai loro incarichi. Il Vaticano cosa le dice? Personalmente non ho mai subito alcuna censura, anche se so che in non pochi casi è stata messa in atto una vera e propria «cover up policy» da parte di soggetti ecclesiastici. Non sempre le autorità ecclesiastiche hanno collaborato con le indagini delle autorità giudiziarie. Ora sembra che vi sia maggiore disponibilità, ma le resistenze sono ancora eccessive. In tribunale i casi di pedofilia in seno al clero sono sempre più frequenti. Il fenomeno è in crescita? È solo una questione di visibilità. Il clero dei paesi anglosassoni ha una maggiore percentuale di casi di pedofilia conclamata perché i loro sistemi giudiziari vantano certezza e immediatezza della pena. Al contrario, dove la pena è solo probabile e lontana nel tempo, la denuncia diventa una fonte di stress per la vittima e i suoi familiari. Alcuni poi ritengono che nelle culture latine, a prevalenza cattolica, sia più facile per la Chiesa tenere nascosta un’infamia. Ci sono differenze tra pedofili laici ed ecclesiastici? No. Le cause sono comuni: traumi subiti in infanzia o desiderio di provare nuove esperienze. Per tutti e due la pedofilia può essere una patologia, se la tendenza è stabile nel tempo, o soltanto un reato, per il quale basta un unico atto sessuale. Chi è la vittima tipo del prete pedofilo? I sacerdoti abusanti di orientamento eterosessuale molestano di solito le fedeli adulte e, meno frequentemente, suore e bambine. I sacerdoti pedofili con orientamento omosessuale, invece, statisticamente prediligono i bambini, specialmente prepuberi. Cosa succede a questi bambini quando diventano grandi? Difficile dirlo. Molti accusano un grave disturbo di personalità, detto borderline. Spesso i maschi esternalizzano la sofferenza diventando a loro volta abusanti, mentre le femmine soffrono in modo più intimo. Si è mai lasciato sopraffare dall’orrore di un racconto? Non posso dimenticare la storia di un quarantenne che dopo aver abusato della figlia primogenita, ormai diciassettenne, si era dedicato ai due gemelli secondogeniti, dodicenni: un maschio e una femmina. Violentava entrambi e, quando la bimba rimase incinta, la portò ad abortire firmando perché uscisse in anticipo dall’ospedale per poterla subito violentare di nuovo. Al termine dell’incidente probatorio andai nel bagno del tribunale a piangere.
Panorama n. 50 dicembre 2007

martedì 11 dicembre 2007

Bambini scomparsi

UNA BUONA NOTIZIA.

Fonte: Adnkronos

Era uscito di casa ieri mattina per andare a scuola dove non è mai arrivato

Cagliari, trovato 11enne scomparso

Era in una grotta nelle campagne nei pressi di Samatzai. Ad individuarlo un pastore. La fuga probabilmente dovuta alla paura dei colloqui scolastici che si dovevano svolgere proprio oggi


Cagliari, 11 dic. - (Adnkronos) - E' stato trovato in una grotta nelle campagne nei pressi di Samatzai (Cagliari) Enrico Farris, il bambino di 11 anni scomparso da ieri mattina. Il bimbo sarebbe stato individuato da un pastore che successivamente ha chiamato i carabinieri della compagnia di Sanluri. I militari fanno sapere che il bimbo è in buone condizioni di salute nonostante abbia trascorso l'intera notte all'addiaccio.

Per tutta la notte carabinieri, polizia, vigili del fuoco, protezione civile e di molti volontari hanno battuto la zona del Cagliaritano alla ricerca del bambino. L'allarme era scattato ieri pomeriggio. Enrico, come tutte le mattine era uscito di casa per andare a scuola dove non è mai arrivato. La famiglia aveva fatto anche un appello spiegando che il bimbo ieri portato con sé, ''stranamente'', alcuni generi alimentari come frutta e biscotti.

Probabilmente a spingere il bimbo alla fuga potrebbe essere stata la paura dei colloqui scolastici che si dovevano svolgere proprio oggi. Un suo compagno ha infatti raccontato che Enrico era ''molto preoccupato'' e si era detto pronto ''a scappare di casa in caso di altri brutti voti''.

Bambina Stuprata

Australia Il premier Rudd: «Sono orripilato da casi come questo»
Stuprano una bimba: assolti
«Sono aborigeni, vanno capiti»
Per la giudice, la vittima di 10 anni «era d’accordo»

Sarah Bradley è una giudice australiana che crede nel rispetto della diversità culturale. Di quelle che hanno lavorato per anni per tenere fuori dalle prigioni i criminali aborigeni. Deve essere per questo che, qualche settimana fa, ha lasciato liberi tre uomini e sei ragazzi, rei confessi dello stupro di una bambina di dieci anni: «Dovete capire—ha detto loro bonariamente— che non potete fare sesso con una minorenne. In questo caso ammetto che la ragazza coinvolta probabilmente era consenziente». Dopotutto, è l’assunto della giudice, la violenza sessuale è talmente diffusa nelle aree indigene, dove i neonati contraggono malattie veneree e i bambini mimano l’atto sessuale già all’asilo, che i giovani potrebbero non percepirla come un reato e quindi vanno educati, non puniti.

Peccato per la vittima, una ragazzina magra con la faccia triste, nata con un lieve ritardo mentale a causa del troppo alcool bevuto da sua madre durante la gravidanza. A lei la vita non ha fatto nessuno sconto. Aveva sette anni quando subì la prima violenza. Per questo era stata allontanata dalla comunità di Aurukun, nel Queensland settentrionale, e data in affidamento a una famiglia non indigena. Poi il ritorno a casa e lo stupro di gruppo: «È sbagliato — aveva decretato il Dipartimento per la sicurezza del bambino — farla allevare da gente bianca, così le rubiamo la sua identità». La triste storia della piccola Kylie (il nome è di fantasia), oggi dodicenne, ha sconvolto l’Australia. Il neo premier laburista Kevin Rudd, eletto qualche settimana fa, ha invocato la tolleranza zero: «Sono orripilato da casi come questo — ha detto —, di violenza sessuale contro donne e bambini».

Il procuratore generale del Queensland, Kerry Shine, ha promesso un appello immediato contro «una sentenza patetica che non riflette le aspettative di questa comunità ». E la prima ministra dello Stato, Anna Bligh, ha ordinato che siano rivisti tutti i casi di stupro degli ultimi due anni: «Voglio essere sicura—ha detto — che non ci sia un diverso standard di giustizia per le comunità indigene». Il sospetto, piuttosto forte, è che altre violenze sessuali non siano state segnalate dagli assistenti sociali. Nel caso di Kylie un funzionario del Dipartimento per la sicurezza del bambino è stato licenziato per aver nascosto alla polizia che la piccola aveva contratto la gonorrea. Lui si è difeso dicendo che non sapeva che fosse una malattia a trasmissione sessuale. Sei mesi fa un rapporto, commissionato dal Territorio del Nord, aveva evidenziato quanto l’alcolismo e la violenza fossero diffusi in tutte le comunità indigene dello Stato. Ad Alice Spring, per esempio, la prima causa di morte tra le donne è l’omicidio. «È una disgrazia nazionale — aveva sentenziato allora il ministro federale per gli Affari indigeni Mal Brough —. Qualcosa deve cambiare nel Paese». Ma finora è successo poco.

Certo non è stata più tollerata l’applicazione della tradizione tribale che consentiva all’anziano del villaggio di punire, a modo suo, i crimini commessi all’interno della comunità. Ma le autorità locali non sembrano in grado di gestire la disperazione degli aborigeni, che rappresentano il 2,4% della popolazione australiana. La politica dell’autonomia ha fallito. Quella dell’assimilazione pure. «Una cosa è sicura—dice Boni Robertson, professore di politiche indigene alla Griffith University —. La cultura non può essere usata per dire che nove uomini possono stuprare una bambina di 10 anni. Che tipo di messaggio stiamo dando ai pedofili?». In questi giorni a guidare l’Australia al posto di Rudd, in missione a Bali, c’è per la prima volta una vicepremier: «Nella nostra società —ha detto ieri Julia Gillard — le donne possono fare qualsiasi cosa». Di certo non le aborigene.

Monica Ricci Sargentini
11 dicembre 2007

Fonte: Corriere.it

Bambini scomparsi



ENRICO FARRIS

Altezza 1,55


Età 11 anni

Capelli Bruni

Occhi Castani



Scomparso il 10 dicembre 2007 da Samatzai, piccolo centro in provincia di Cagliari.

Indossava un giubbino verde militare, una tuta da ginnastica grigia, scarpe da ginnastica “Nike” bianche e argento, 2 zaini uno rosso marca “Seven” e uno bianco e blu.
Misteriosa scomparsa di un ragazzino di 11 anni a Samatzai, piccolo centro in provincia di Cagliari. Enrico Farris è uscito da casa la mattina del 10 dicembre 2007 per andare a scuola dove, però, come accertato dai genitori, non è mai arrivato.
E’ stata la madre a dare l’allarme dopo che, verso le 13.30, il ragazzino non era ancora tornato a casa. La donna ha avvertito i carabinieri che, assieme a numerosi volontari del paese, si sono messi immediatamente alla ricerca del ragazzo.

Teniamo TUTTI, gli occhi aperti, contattate il 112 o il 113 in caso di avvistamento.
Tenete LA FOTO a portata di mano.
Se lo vedi NON PERDERLO DI VISTA, finchè non arrivano le forze dell’ordine !!
GIRA QUEST’INFORMAZIONE A TUTTI I TUOI CONTATTI E’ IMPORTANTE.
http://www.troviamoibambini.it/index.php/bambino-scomparso-stato-di-allerta-enrico-farris/

Comitato TROVIAMO I BAMBINI !

lunedì 10 dicembre 2007

Bambini scomparsi


Fonte: Affari Italiani

Denise Pipitone/ La piccola è morta, getta nel mare. Indagata la zia della bimba scomparsa
Lunedí 10.12.2007 13:59

Non ci sarebbero più speranze per Denise Pipitone, la bambina di tre anni scomparsa a Mazara del Vallo (Trapani) il 1 settembre del 2004. Secondo la procura della Repubblica di Marsala, la piccola è morta e il suo corpo è stato buttato in mare al largo di Palermo. Il procuratore Silvio Sciuto è arrivato a questa ricostruzione in seguito alle dichiarazioni che ha reso Giuseppe Dassaro, l'uomo che lo scorso luglio ha confessato di avere ucciso Sabine Maccarrone, una donna di 39 anni, di origine elvetica, trovata morta il 16 aprile in un pozzo di Mazara del Vallo. Dassaro disse che il mandante del delitto era Giovanni Melluso.

INDAGATA LA ZIA - Rosalba Pulizzi, zia di Denise, è stata iscritta nel registro degli indagati nell'ambito del sequestro. La donna è indagata per sequestro di persona e concorso in omicidio, ed è attualmente interrogata in Procura a Marsala. La Pulizzi è la sorella del padre naturale della bambina ed ex compagna di Giuseppe Dassaro.

Dassaro avrebbe rivelato ai magistrati di avere notizie sulla scomparsa di Denise Pipitone. Perquisizioni sono in corso da parte della polizia nelle province di Palermo e Trapani su ordine della Procura di Marsala. Dassaro, infatti, avrebbe dichiarato di avere visto giocare la bimba con un cuginetto in casa Pulizzi e di averla trasportata in una sorta di congelatore nel territorio tra le due province. Oggi pomeriggio dovrebbe svolgersi un confronto tra l'uomo e la zia di Denise

Sono tre i fascicoli aperti dalla Procura nell'ambito di questa inchiesta: uno a nome di Jessica per sequestro di persona, un altro nei confronti di Gaspare Ghaleb (ex fidanzato della sorellastra di Denise) per false dichiarazioni al Pm, e il terzo era a carico di ignoti. Ma dopo quanto affermato nel settembre scorso dal procuratore di Marsala era chiaro che quest'ultimo fascicolo avrebbe riportato i nomi degli altri indagati. "Gli ignoti non sono più ignoti", aveva infatti affermato dal procuratore Antonino Silvio Sciuto, durante il suo intervento al convegno organizzato a settembre a Mazara del Vallo.

IL RACCONTO DELLA MORTE - Dassaro, che nel luglio scorso si era accusato davanti ai magistrati di avere gettato in mare il corpicino di Denise, aveva dichiarato al procuratore di Marsala di essere stato contattato dalla ex compagna Rosalba Pulizzi per far sparire il corpo della bimba che all'epoca del rapimento aveva quasi 4 anni.


In base al suo racconto, dopo il sequestro sarebbe stata portata nella casa di sua cognata, si sarebbe sentita male e alla fine sarebbe deceduta dopo che qualcuno le ha somministrato dei tranquillanti. A quel punto la decisione di sbarazzarsi del corpo di Denise sistemato in una borsa sportiva, trasportato fino a Palermo e, in base alle accuse dell'uomo tutte da riscontrare, sistemato da Rosalba Pulizzi in un congelatore.

LA MAMMA DI DENISE: "Sono fiduciosa, ho fiducia fino in fondo, all'infinito, sulla vita di mia figlia". Lo ha dichiarato Piera Maggio, la mamma della piccola Denise Pipitone, commentando ai microfoni di Sky Tg 24 gli sviluppi dell'inchiesta. Gli inquirenti "stanno lavorando, lasciamoli lavorare", dice Piera Maggio, che aggiunge: "Se ci fosse stato un caso di omicidio accertato con prove, questa persona non sarebbe stata solo indagata ma arrestata".


La mamma di Denise, inoltre, dice di non aver avuto mai alcun contatto con questi parenti del padre naturale della bambina: "Li conosco di vista - spiega Piera Maggio - ma non li ho mai frequentati". Certo, conclude la donna, "era ora che qualcosa accadesse".

giovedì 6 dicembre 2007

Sacerdote di Ferrara....

Un altro sacerdote a processo per accuse di pedofilia su minori.


(Fonte ANSA) - FERRARA, 5 DIC -
E' accusato di violenza sessuale su dieci bambine dai tre ai sei anni della scuola materna che gestiva con la sua parrocchia in provincia di Ferrara. Per questa accusa, contestata ad un sacerdote di 60 anni della curia di Bologna, e che ora vive in una struttura religiosa del Bolognese, il pm Filippo di Benedetto ha chiesto la condanna a sei anni. Il pm ha ripercorso per quasi sei ore, nell'udienza tenuta a porte chiuse, cosi' come tutto il processo, l'intera vicenda che ha spaccato il paese dove e' nato lo scandalo. Ha ribadito l'impianto accusatorio seguito fin dai primi momenti dell'inchiesta, che nel febbraio 2005 porto' all'arresto del sacerdote, voluto dai giudici di Ferrara, per la sua pericolosita' e la possibilita' di reiterazione del reato, elementi ribaditi dai giudici del tribunale del riesame, tanto che il prete e' rimasto oltre un anno agli arresti domiciliari. L'inchiesta e' nata dalle segnalazioni-denunce presentate da tre educatrici, una cuoca e una coordinatrice che poi hanno perso il lavoro, licenziate in tronco dopo il passaggio della gestione dalla parrocchia ad una associazione privata. Il processo, dopo la requisitoria del pm Di Benedetto, che prevedeva l'intervento di una delle parti civili, l'avvocato Claudia Colombo in rappresentanza di una decina di genitori costituiti, e' stato aggiornato al 23 gennaio, quando parleranno le altre parti civili. Poi sara' la volta dei difensori che il 27 febbraio prossimo ribadiranno al tribunale la totale estraneita' del sacerdote, che sarebbe stato vittima di una ritorsione da parte delle educatrici della scuola materna e che per dimostrare la infondatezza delle accuse ha scelto il dibattimento in aula, evitando qualsiasi scappatoia giudiziaria. Le accuse di violenza sessuale sono state mosse da educatrici e personale dell'asilo e da genitori che hanno assistito ad episodi ambigui, definiti ''atti di chiara matrice sessuale'' dai giudici precedenti, primo tra tutti il gip Silvia Giorni che lo arresto'. Come quello di nascondere caramelle nelle mutandine di una bambina, l'osservare le bimbe mentre andavano ed erano in bagno, effusioni discutibili con le piccole, baci sulla bocca ad una bambina ospitata in canonica con la famiglia. Al processo sono sfilati 28 testimoni dell'accusa e delle parti civili, e 10 della difesa anche se ne erano stati ammessi 52. La sentenza e' prevista per il 19 marzo, dopo quasi due anni di processo e rallentamenti dovuti al cambio di giudici. (ANSA).

Don Marco Baresi



L'inchiesta. Trovato nel computer del sacerdote il materiale cancellato.
Nel pc di don Marco 600 file recuperate le foto pedofile.
Il legale, intanto, punta alla carta del riesame contro la misura dei domiciliari
Adelaide Pierucci
adelaide.pierucci@epolis.sm
Non è servita l'accortezza di cancellare tempestivamente tutti i file a fondo pornografico e pedopornografico. In consulente incaricato dalla Procura di Brescia di scovare materiale sospetto nel computer di don Marco Baresi, il vicerettore del seminario vescovile Maria Immacolata arrestato due settimane fa per presunti abusi sessuali ai danni di un 14enne, ne ha individuati quasi seicento, e molti dei quali li ha pure recuperati. È questo il punto cruciale dell'inchiesta che ha fatto scattare la seconda contestazione per il sacerdote nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Milesi su richiesta del pm Marcon ed eseguita dalla Mobile il 27 novembre: la detenzione di materiale pedoporpedopornografico, che si è andata a sommare a quella di violenza sessuale aggravata e continuata. Don Marco Baresi, che in questa brutta avventura è sempre ricevuta massima solidarietà dalla Curia, dai suoi allievi e dagli ex parrocchiani di San Zeno, continua a respingere ogni contestazione. Il suo avvocato, Fabio Frattini, tra i più stimati in città, ora punta alla carta del Riesame per ottenere la revoca dagli arresti domiciliari, disposti all'indomani dell'arresto subito dopo l'interrogatorio di garanzia nel carcere Canton Mombello. Con il trasferimento del sacerdote, 36 anni e originario di Chiari, nell'abitazione di familiari a quanto pare sarebbe caduto il presupposto dell'inquinamento delle prove. Sul punto, però, il difensore del sacerdote non ha voluto fornire chiarimenti: «A tutela dei miei clienti evito qualsiasi contatto con la stampa». Qualche giorno dopo l'arresto di don Marco il vescovo Luciano Monari ha scritto una lettera a tutti i sacerdoti della Diocesi: «L'arresto di un vicerettore del Seminario è una ferita profonda e dolorosa per la Chiesa bresciana. Nutro profonda speranza che l'accusa si risolverà in una bolla di sapone; ho ascoltato tanti che hanno conosciuto don Marco, che sono vissuti insieme a lui per anni e il giudizio è concorde: non uno che abbia avanzato dubbi o riserve. Ma la ferita non si rimarginerà presto. Noi viviamo anche dell'immagine che gli altri hanno di noi e la notizia, sparata dai giornali come una bomba, ha segnato la nostra Chiesa».

mercoledì 5 dicembre 2007

VIOLENTATA DA SETTE PRETI.

USA - VIOLENTATA DA SETTE PRETI.

Rita milla ha avuto anche un figlio da uno dei sacerdoti

Una donna di 46 anni vince la causa contro l'arcidiocesi di Los Angeles: sarà "risarcita" con 500 mila dollari

WASHINGTON - Rita Milla, 46 anni, è diventata l'ennesimo tragico caso di uno scandalo che non accenna a placarsi negli Stati Uniti. La donna, che oggi ha 46 anni, ha vinto una clamorosa (e lunga) causa di risarcimento per aver subito violenze sessuali da sette preti a partire dall'età di 16 anni; l'arcidiocesi di Los Angeles, retta dal cardinale Roger Mahony, dovrà pagarle mezzo milione di dollari.

UNA FIGLIA - Non solo: la donna ha una figlia da uno di questi sacerdoti, mentre un altro aveva cercato di farla abortire dandole il denaro per recarsi nelle Filippine dove mettere in atto l'interruzione della gravidanza. La notizia della vittoria giudiziaria di Rita Milla è rimbalzata su tutti i media americani. Per la diocesi di Los Angeles si tratta tuttavia solo dell'ultimo capitolo di una lunga serie di eventi negativi relativi allo scandalo degli abusi sessuali: di recente la Chiesa della metropoli californiana aveva sborsato ingenti risarcimenti per numerosi casi di violenze e molestie sessuali.

Corriere della Sera Esteri 05 dicembre 2007

RIGNANO FLAMINIO

Rignano, nuovo incidente probatorio per 3 bambini. Vietata la vendita del libro "Ho visto l'uomo nero"


Prosegue l'inchiesta sulle presunte violenze sessuali alla 'Olga Rovere' Rignano, nuovo incidente probatorio per 3 bambini A richiederlo al gip Elvira Tamburelli è stato il pm Marco Mansi, sollecitando accertamenti tecnici e di natura psicologica. E' stata intanto inibita la vendita del libro 'Ho visto l'uomo nero'. Secondo i legali, ''ripercorre la vicenda in modo fazioso e offensivo, violando i diritti dei minori"
CRONACA Roma, 5 dic. (Adnkronos/Ign) -

Ancora un incidente probatorio sulla vicenda di Rignano Flaminio per dare forza di prova alle affermazioni secondo le quali un gruppo di bambini della scuola 'Olga Rovere' hanno subito violenze sessuali da parte di alcune delle loro stesse insegnanti e di altre persone. Lo ha richiesto al gip Elvira Tamburelli il pubblico ministero Marco Mansi che sollecita accertamenti di natura psicologica e anche accertamenti tecnici su impronte, reperti e altro. La prima indagine dovrebbe essere affidata alle tre psicologhe che già da tempo stanno esaminando la situazione di 19 bambini che secondo l'accusa avrebbero subito le molestie. La seconda invece dovrebbe essere affidata ai carabinieri del Ris di Messina che stanno già esaminando altri reperti relativi alla posizione dei sette indagati e che si accingono a consegnare al gip i risultati delle loro indagini tecniche. Sull'istanza del pubblico ministero dovrà decidere prossimamente il gip. Intanto sulla vicenda dei bambini di Rignano Flaminio è intervenuta una decisione del giudice civile. Su istanza degli avvocati Franco Merlino e Antonio Cardamone il giudice Marta Jenzi ha infatti inibito la ulteriore vendita e distribuzione di un libro intitolato 'Ho visto l'uomo nero'. L'autore del volume è Claudio Cerasa, editrice è la 'Castelvecchi' editore srl di Cassino. Oltre a vietare la diffusione del libro il giudice ha stabilito per Cerasa e per tutte le parti che erano opposte alla richiesta degli avvocati Merlino e Cardamone, che assistono i familiari dei quattro dei bambini che avrebbero subito le violenze, la somma di 5.500 euro per spese di lite. Commentando la decisione del giudice Marta Jenzi gli avvocati Merlino e Cardamone hanno dichiarato: "Finalmente qualcuno si preoccupa della tranquillità e serenità dei bambini di Rignano. Il libro in sostanza ripercorre la vicenda dall'inizio in modo fazioso e offensivo, riporta i nomi dei genitori dei bambini accanto alle sigle di questi ultimi. Si tratta di un comportamento inammissibile che viola i diritti dei minori".

adnkronos ore 18.00 5 dicembre 2007

Risarcimento diocesi Davenport

Usa: risarcimento da 37 milioni di dollari a vittime abusi sessuali da diocesi Iowa
04 Dicembre 2007, 20:05

NEW YORK - La diocesi cattolica di Davenport, nell'Iowa, risarcirà 37 milioni di dollari alle vittime di abusi sessuali commessi da membri dell'istituto. L'accordo eviterà alla diocesi di finire in bancarotta. I soldi verranno divisi tra 156 persone che hanno affermato di aver subito abusi da preti e altri operatori della diocesi a partire dalla fine degli anni Trenta. E' il quinto caso in cui una diocesi raggiunge un accordo di questo tipo. (Agr)


CHE GIORNATA NERA!!!

Condanna ad un prete-pedofilo

....DOPO IL FUMETTO!!!!

Pedofilia: Usa; ex prete condannato a oltre 10 anni prigione

LOS ANGELES - Un ex prete cattolico americano è stato condannato ieri a 10 anni e quattro mesi di prigione per atti di pedofilia nei confronti di due minori. Lo riferiscono fonti giudiziarie della California.

Michael Stephen Baker, 59 anni, ha riconosciuto i suoi torti e ha rinunciato al processo con il contraddittorio. Baker ha già scontato tre anni di reclusione che saranno presi in considerazione nel computo generale relativo alla detenzione, secondo quanto deciso dal giudice Curtis Rappe del tribunale di Los Angeles.

I fatti risalgano al 1994-1995 nel caso della prima vittima di abusi e al 1996-1997 per la seconda secondo quanto indicato dall'accusa. La chiesa cattolica americana dal 2002 è scossa da diversi scandali legati alla pedofilia e ha già dovuto pagare più di tre miliardi di dollari di risarcimento alle vittime di sacerdoti. Tuttavia è raro che si arrivi a denunce penali.


SDA-ATS

Fumetti da preti


L’ARTICOLO LO RIPORTIAMO COSI’ COME E’ -
Il New York Times riporta oggi la notizia di un fumetto e albo da colorare, fatto realizzare ad hoc dall'Arcidiocesi della Chiesa Cattolica Romana di New York per "aiutare i bambini a evitare di diventare vittime di abusi sessuali da parte degli adulti". Ma non esplicita che dovrebbero essere compresi anche i preti, sottolinea il New York Post, che è un altro dei quotidiani che affronta la questione, insieme al Newsweek. Michael Dowd, uno degli avvocati che rappresentano alcune centinaia di vittime degli abusi, afferma che "Non importa come si cerchi di spiegare ai bambini l'abuso sessuale sui minori, se non si esplicita chiaramente che a perpetrare la violenza può essere il prete, l'insegnante, il capo boy scout, uno che ha una posizione di vero potere sui bambini e gode della loro fiducia, non serve a nulla". Le inevitabili polemiche non finiscono certo qui: per esempio, un "esperto indipendente" evidenzia come il fumetto possa addirittura veicolare un messaggio sbagliato, se non viene letto insieme ad adulti adeguati. Ne vedete un esempio facendo click sull'immagine di questo articolo. Il fumetto completo può essere prelevato in pdf on line qui.
"A program by the Roman Catholic Archdiocese of New York to distribute educational materials — a coloring book and a comic book — to children to help them avoid becoming victims of sexual abuse has drawn attention in Newsweek and The New York Post. An independent expert said that the books could send the wrong message if not accompanied by proper context and guidance from adults. In one page of the coloring book — for students in the first through fifth grades — a smiling angel tells an altar boy who is putting on a vestment..." Full article: NewYorkTimes.
Articolo di afnews (se non altrimenti indicato) - Martedì, 4/12/2007
© copyright afNews/Goria/Autore - afnews.info ISSN 1971-1824 - cod-Notizie

martedì 4 dicembre 2007

Pedofilia e Satanismo

Un aggiornamento dal sito http://www.bambinicoraggiosi.com/

Orrore a Salerno - Orge private con droghe e alcol per narcotizzarli
Minori abusati, aperte altre due inchieste

Di Barbara Cangiano

Inquietanti denunce anche in provincia. Sarebbero undici i bambini molestati. I teatri dell’orrore non si fermano a Salerno cittá.

Il rosario degli abusi di casa nostra tocca anche il Sele. Campagna, e poi una frazione dell’ebolitano, nella Piana. Storie di abusi e di perversioni pedofile, mascherate da orge sataniche e ritualitá collettive: drammi feroci, acuiti dalla lentezza pachidermica dei processi che dovrebbero rendere giustizia. Altre due le inchieste aperte dalla Procura per fare luce su altrettante denunce che vedrebbero coinvolti otto bambini, nel caso di Campagna, tre nell’ebolitano. A Campagna c’è stato un minore che ha denunciato ed è stato periziato. Ha riferito di altri sette amichetti, vittime di sevizie come lui e costretti a molestarsi a vicenda e a replicare, dinanzi a persone adulte - spesso di famiglia - i loro gesti. Giochi erotici più o meno spinti, vissuti con l’inconsapevolezza di chi, com’è naturale che accada, confonde i ruoli e non capisce dove finisce la carezza dell’affetto e dove inizia quella della perversione. Il lavoro della Procura è stato meticoloso: i sette bambini sono stati identificati. Ma al momento non ci sono prove che attestino la veridicitá del racconto del loro amichetto. E tutti continuano a vivere nelle rispettive famiglie. Ma il processo va avanti ed è in una fase discretamente avanzata e potrebbe arrivare a svolte choccanti, capaci di travalicare gli angusti confini del paesino del Sele. Più recente il caso dell’ ebolitano: i protagonisti-vittime sono tre bambini legati tra di loro da vincoli di parentela. Identico il contesto, simili le modalitá: anche qui siamo di fronte ad abusi collettivi, perpetrati da adulti - spesso diretti familiari - mascherati e pronti ad invocare Satana durante riunioni privatissime dove sarebbero girate anche droghe ed alcolici utilizzati per far cadere i freni inibitori e narcotizzare i più piccoli. Anche su queste denunce è stato aperto un fascicolo di inchiesta ed i pm sono al lavoro per recuperare indizi utili ad appurare la veridicitá dei racconti forniti dai minori. Che nel frattempo, però, restano abbandonati a sè stessi. Il Not - servizio operativo territoriale che si occupa di abusi per le Asl - raccoglie le denunce e le smista ai tribunali di competenza. Ma non ha terapeuti per assistere i bambini ed i familiari che con loro trovano il coraggio di rompere il silenzio, durante l’iter giudiziario, i cui tempi sono irragionevolmente lunghi. Un esempio per tutti: una minore di Benevento ha avuto giustizia dopo 7 anni. Ha denunciato gli abusi quando ne aveva 6 e si è ritrovata ormai adolescente ancora nelle aule dei tribunali, a ripetere il dolore e la vergogna subìti. Il problema è la mancanza di collegamento tra Procure e tra queste e gli esperti del settore, l’assenza di un pool di tecnici e di corsi per la preparazione in un settore delicato e irto di ostacoli, dove, in mancanza di un apparato statale di supporto, solo chi ha la possibilitá economica va avanti. Come i tre fratellini salernitani. Portati all’estero da una mamma che è intenzionata a ricorrere anche ai tribunali internazionali per avere giustizia.


(La Repubblica-il Centro 04 dicembre 2007)

lunedì 3 dicembre 2007

Pedofilia e Satanismo

FACCIAMO UN COPIA INCOLLA DELL'ARTICOLO RIPORTATO SU http://blog.libero.it/armoniadeisensi
IL MALE ESISTE
DAL SITO http://www.bambinicoraggiosi.com VI RENDO CONTO DI QUESTO ENNESIMO BRUTTO CASO DI PEDOFILIA. A LEGGERLO SI STA' MALE, MOLTO MALE, SOPRATTUTTO SE SI RISCONTRANO MOLTE ANALOGIE COL CASO DI RIGNANO FLAMINIO. NON C'E' VERAMENTE BISOGNO DI AGGIUNGERE ALTRO!!!

LE ORGE SATANICHE : Rifugiati all’estero i bimbi dell’orrore
Adesso il magistrato vuole ascoltarli

Di Barbara Cangiano

Il fratellino più piccolo aveva solo diciotto mesi al momento degli abusi La mamma solleva un caso internazionale sui ritardi della Procura Per appurare la veridicitá di quanto raccontato dai tre fratellini, vittime di presunti abusi sessuali consumati durante orge pseudo "sataniche", e per suffragare quanto documentato negli ampi dossier dei periti, la Procura ha richiesto l’esame probatorio: il pubblico ministero, che sul caso ha aperto un fascicolo di inchiesta, ha infatti chiesto di ascoltare direttamente i minori coinvolti nell’inquietante vicenda. Ma l’accertamento giudiziario rischia di saltare per decorrenza dei termini, che scadono a gennaio. Il pm potrebbe richiedere una proroga per evitare che l’accertamento irripetibile "scada". In caso contrario, la vicenda salernitana potrebbe letteralmente esplodere e diventare un caso internazionale. La mamma dei bambini (che all’epoca dei fatti avevano dai diciotto mesi ai sei anni) è infatti straniera ed è intenzionata ad andare fino in fondo per capire cosa sia successo ai suoi figli. E a ricorrere, se necessario, anche ad altri tribunali. La donna è pronta a investire della vicenda l’apparato giudiziario del suo Paese d’origine dove, da quando è venuta a galla la sequela dei presunti orrori che hanno visto tra le vittime i suoi bambini, si è trasferita con loro. Per portarli al riparo da sguardi e voci indiscrete. Per allontanarli da chi avrebbe abusato di loro. E per aiutarli, lontano da ricordi spiacevoli, a ricominciare daccapo e a costruirsi il proprio futuro partendo dalla ricostruzione della propria identitá minata. La donna vuole vederci chiaro. I suoi figli le hanno raccontato - e lo stesso hanno fatto a diversi periti - di incontri con adulti travestiti, verie e proprie orge, con sevizie a catena e strane pozioni da dover ingurgitare. Orrori a cui, sempre secondo il racconto dei ragazzini avrebbero partecipato il padre, altri familiari e degli amici. Tutti salernitani, appartenenti ad un ceto sociale medio-alto: liberi professionisti e commercianti, lontani dai disagi economici. Una storia difficile, combattuta a colpi di lettere di avvocati e appuntamenti in Procura, di indagini e perizie. (La Città 03 dicembre 2007)

Orrore in città: indagine della Procura su presunti abusi sessuali. In un appartamento ed in una villa del capoluogo.
Orge "sataniche" a Salerno. Coinvolti anche tre bambini. Denunciato il padre

di Barbara Cangiano

Minori abusati. E costretti, a loro volta, ad abusare di altri coetanei. Una catena di sevizie, consumata in appartamenti o ville private. Complici e protagonisti adulti - tra cui diretti familiari - incappucciati o travestiti che invocano e usano Satana per dare un nome alle proprie perversioni. Accade a Salerno, anche se non se ne parla. L’ultimo episodio - su cui da mesi sta indagando la Procura - ha coinvolto tre fratellini. Padre salernitano, madre straniera. A far scoppiare la bomba, una vicina di casa, insospettita dal comportamento e dalle frasi di uno dei tre bambini. «Ma anche tu fai a tua figlia queste cose?», le chiese il più grande mimando un atto sessuale. Poi l’iter drammaticamente lungo com’è prassi in questi casi: le denunce, le perizie, un pm che sta raccogliendo elementi per arrivare alla fase dibattimentale del processo ed appurare se, quanto raccontato dai tre fratellini, corrisponda al vero. Se le loro parole ed i loro disegni - analizzati anche da periti di Torino - raffigurano quello che realmente hanno subìto, di satanico c’è solo la perversione reiterata tradotta in un abuso collettivo e rituale. A cui avrebbe partecipato il padre, il nonno e un nutrito gruppo di amici di famiglia. Liberi professionisti e commercianti, dediti a riunioni in un appartamento salernitano ed in una villa appena fuori le porte cittadine. Vere e proprie orge, con bambini violentati ripetutamente e costretti a replicare i comportamenti degli adulti su altri coetanei. I tre fratellini, nel ricco dossier sottoposto all’attenzione della Procura, hanno riferito di altri tre bambini coinvolti, alla cui identitá i magistrati stanno cercando di risalire. Si parla di adulti incappucciati e travestiti, di pozioni da ingurgitare - «sennò non diventi figlio del diavolo» - a base di sangue, sperma e droghe, probabilmente anfetamine. Per chi le sette sataniche doc le conosce bene, questa di casa nostra è solo una brutta copia priva di organigrammi, rituali e finanche di una pur discutibilissima filosofia guida. Resta l’orrore delle sevizie, degli abusi e delle violenze, su cui la Procura salernitana è chiamata a fare luce. La madre è intenzionata ad andare fino in fondo: senza esitazione ha denunciato il marito, che in passato aveva picchiato anche lei. Si cercano conferme, indizi, prove su quanto raccontato dai tre fratellini ai vari psicoterapeuti che li hanno ascoltati e che li stanno affiancando. «Sono battaglie lunghe e dolorose, ma per noi la salvaguardia dei minori è una missione - tuona Sandra Pagliuca, psicoterapeuta presidente della cooperativa salernitana "Minor Amati" - Purtroppo c’è la tendenza a non dare troppo credito a quanto raccontano i bambini. Ma un esperto del settore riconosce subito un minore abusato. Lo legge perfino nel modo in cui parla o cammina. Negli ultimi tre anni mi è capitato di occuparmi di tre "sette sataniche" nel Salernitano. I processi sono ancora aperti e generalmente durano anni. Nel frattempo i minori soffrono e questi personaggi se la spassano».

( Repubblica-La Città di Salerno 02 dicembre 2007)

Commento: chissà se anche a Salerno parleranno di "caccia alle streghe", "bambini suggestionati", "genitori ansiosi" e " psicologi incapaci".

venerdì 30 novembre 2007

Cassazione su Pedofilia

Alleghiamo una sentenza della Cassazione che può certamente interessare i tanti casi di abusi sessuali sui minori che sono ancora ai primi gradi di giudizio o che sono ancora in fase di indagine e accertamento, quale l'ultimo caso di Rignano Flaminio per la scuola Olga Rovere.

Cassazione: basta con la demonizzazione dei genitori in caso di abusi su minori

Nelle ipotesi di abuso su minori anche quando i piccoli rendono versioni discordanti, non significa che stiano mentendo e che siano stati in qualche modo condizionati. Va quindi detto stop alla "demonizzazione" dei genitori delle piccole vittime di abusi sessuali. E' quanto scrive a chiare note la Corte di Cassazione in una sentenza (la n. 42984/2007) che ha voluto mettere un punto fermo sull'attendibilita' dei racconti fatti in merito alle violenze subite da minori. La Corte nel confermare la condanna nei confronti di un uomo accusato di aver abusato della nipotina di 5 anni ha chiarito che il "modo congetturale di adombrare la rispettabilita' delle persone dei genitori e parenti, che e' ormai una forma consueta di demonizzazione delle dichiarazioni di quei famigliari in queste dolorose vicende, sarebbe solo un disdicevole espediente dialettico, di nessuna utilita' probatoria, se non si esemplificano le circostanze e le ragioni che possono avere indotto quelle persone ad operazioni tanto riprovevoli". In particolare la Suprema Corte ha respinto la tesi dell'imputato secondo cui la bambina sarebbe stata "condizionata" dai parenti piu' stretti e il suo racconto "snaturato ed esasperato dai parenti". I giudici di Piazza Cavour hanno rimarcato che "discettare della inattendibilita'" delle piccole vittime "solo perche' le loro versioni non sono tutte omogenee, ma in parte discordanti rispetto a quelle che forniscono successivamente e' insignificante". Allo steso tempo la Corte evidenzia che vi è troppa disinvoltura nel fare ricorso a perizie psicologiche e richiama la più "consolidata letteratura psichiatrico-infantile che e' unanime nello stabilire che la variabile del racconto di un vissuto dipende dalla storia personale dei singoli bambini, e dalla modificabilita' dei fattori che possono modulare il loro interesse e la loro attenzione in un certo momento". In altri termini secono la Corte "non e' agevole pensare a quei piccoli come a persone capaci di sofisticate bugie e fantasticherie". In merito poi alla necessità di fare ricorso ad una perizia psichiatrica la Corte aggiunge che "non ci sono deroghe al libero convincimento del giudice nell'ambito di un rigoroso riscontro della logicita' della sentenza" e pertanto "eventuali eccezioni di supporto tecnico e tecnologico, non condizionanti la decisione stessa, sono consentite -avverte la Suprema Corte- solo se il giudice ne apprezzi l'assoluta necessarieta'".

(Data: 26/11/2007 - Autore: Roberto Cataldi)

mercoledì 28 novembre 2007

Don Marco Baresi

Sul quotidiano La Repubblica di oggi, a pagina 20 in cronaca, troviamo una bella pagina dedicata all’arresto di Don Marco Baresi a Brescia. L’inviato ci racconta qualcosa in più di questa ennesima vicenda di pedofilia (presunta). Ometto la parte principale che si trova invece su altri giornali e vado subito al dunque così sarò breve!
-A muovere la magistratura è stata la denuncia di un ragazzo di 17 anni che fino al 2004 è stato al MariaImmacolata… il ragazzo che non riusciva ad avere una vita normale confessa il suo dolore allo psicologo che lo ha in cura…. A giugno, il bilocale dove alloggiava Don Marco viene perquisito e sequestrato del materiale… fino a ieri all’esterno nulla si viene a sapere. A quanto pare l’arresto è motivato dal pericolo di inquinamento di prove- nota: Io in oltre 5 mesi ci sarei riuscita ad inquinare, voi no?
A parte le solite esternazione buoniste della Curia Bresciana con i soliti loro addoloramenti, con quanto è conosciuto e rispettato etc etc andiamo oltre.
Scrive il giornalista: Resta il fatto che da almeno cinque mesi la Curia era a conoscenza delle indagini della Magistratura e delle accuse contro Don Baresi, e che nonostante questo il vice-rettore sia rimasto al suo posto. Don Mario è un ottimo sacerdote. Le accuse gli arrivano da un ragazzino instabile psicologicamente e non sono confermate – risponde Don Adriano Bianchi – direttore dell’ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali. Pensavamo che fosse solo una bolla di sapone. In caso contrario sarebbe stato allontanato, in questione ci sono procedure precise. nota: Sono comparse nuove figure nella diocesi di Brescia: Don Adriano Insultatore, Don Adriano Saponatore, Don Adriano Magistrato e, quello che mi piace di più, Don Adriano Comunicatore (se lo licenziano lo assumo io che non riesco ancora a comunicare bene con certi esseri e, magari, lui si).
E ancora peggio andiamo dopo: Più decisa la reazione dell’amministratore del seminario Mario Sberna, presidente dell’associazione Famiglie Numerose – Questo è un ambiente sensibile, non si può distruggerlo così. Don Marco è sicuramente innocente, è un nuovo caso Enzo Tortora! nota: E troviamo la figura dell’amministratore (io temo pure quello del mio condominio che chiede sempre più soldi) che si trasforma in paladino di Don Marco dicendo che è sicuramente innocente!! Ecchisenefrega di quel ragazzino psicolabile! Io ho indagato e Don Marco è innocente? io so perché lo conosco? Io so, io so, io so! E io che non so nemmeno se domani mi sveglio dove trovo quasta bella palla di vetro che mi riveli passato-presente-futuro? Certo che noi cittadini comuni proprio non abbiamo mai manco mezzo privilegio nel sapere così le cose: che sfigati che siamo!! E sull’ultima dichiarazione io lascio stare chi ormai giace sereno nelle braccia di Dio ma magari ci sarà Portobello che si incazza per tutti. Beccato!!

Letto su Vivicentro.org

martedì 27 novembre 2007

Bambini scomparsi

Gravina/ Arrestato il padre dei fratellini con l'accusa di omicidio volontario
Martedí 27.11.2007 12:20

'Non lo dire a nessuno dove stanno i bambini. Come è vero Iddio, mi uccido'. E' questo il testo di un'intercettazione in dialetto gravinese stretto, registrato tra Filippo Pappalardi e la sua convivente, Maria Ricupero, ad aver spinto gli inquirenti ad arrestarlo con l'accusa di omicidio volontario e occultamento di cadaveri. Pappalardi è il padre di Francesco e Salvatore, i bambini scomparsi da casa il 5 giugno dello scorso anno.

Al momento dell'arresto l'uomo, autotrasportatore di 43 anni, di Gravina di Puglia, non è apparso sorpreso e si è dichiarato innocente ipotizzando la sua scarcerazione entro due giorni, e agli agenti ha ripetuto di essere sicuro che i suoi figli sono vivi e stanno bene.

In paese c'è sgomento: "Ce lo aspettavamo, era una voce che era in giro da tempo ma non ci sono prove". La gente commenta l'arresto di Pappalardi, definendolo un violento. Anche se la gente si interroga ancora sulla sorte dei piccoli e dei loro corpi. Non si sa se siano morti o ancora vivi, qualcuno dice che la compagna di Pappalardi non volesse Ciccio e Tore in casa e che lui fosse stanco di sentire le sue lamentele.
UCCISI PERCHE' INDESIDERATI- E qualcosa sembra ritornare nelle parole usate dal procuratore della Repubblica di Bari Emilio Marzano, per il quale Pappalardi, "a dispetto dei finti contenziosi civilistici con la ex moglie Rosa Carlucci" non voleva più quei due figli, non li sopportava più. La nuova famiglia formata con Maria Ricupero era già gravata da altri tre figli, Ciccio e Tore davano fastidio, disobbedivano, mentre Pappalardi voleva che rispettassero le regole. In questo contesto - secondo il procuratore - s'inserisce anche l'ipotesi del reato di maltrattamenti nei confronti dei due ragazzini poi scomparsi, formulata mesi fa per la compagna di Pappalardi".

Pedofilia sulla stampa

Si tratterebbe del vicedirettore del
seminario di Brescia, Marco Baresi

BRESCIA
A quanto apprende l’ADNKRONOS, il vicedirettore del seminario della diocesi di Brescia, Marco Baresi, 38 anni, è stato arrestato dagli agenti della Squadra mobile che hanno eseguito un ordine di custodia cautelare emesso dal gip del Tribunale di Brescia. Le accuse per il sacerdote sono di violenza sessuale aggravata ai danni di un minore di 14 anni e detenzione di materiale pedopornografico


La Stampa 27 novembre 2007

sabato 24 novembre 2007

Pedofilia sulla stampa

Choc in Brasile, 15enne in cella con venti uomini:
stuprata per un mese



Il governatore dello stato di Para si è impegnato affinché possa esserci una punizione esemplare


Foto d'archivio
BRASILIA - È scandalo in Brasile. Una giovane adolescente di quindici anni sospettata di avere commesso un furto è stata rinchiusa in una cella con oltre 20 uomini per un mese. Durante questo periodo è stata ripetutamente violentata e obbligata a avere rapporti sessuali per procurarsi il cibo. Lo hanno denunciato oggi i membri dell’organizzazione umanitaria "Children and Adolescent Defense Center" (Cedeca) subito dopo il rilascio della ragazzina «È stata stuprata dal primo giorno» non appena è entrata in prigione nello stato di Parà dai suoi compagni di cella che avevano da 20 a 34 anni, hanno raccontato al Cedeca.

La giovane era stata arrestata nella capitale di Parà, Abaetetuba, il 21 ottobre e era finita in guardina nelle celle della stazione di polizia fino a quando qualcuno non ha informato con una soffiata alla stampa. La polizia, secondo il legale dell'adolescente non ha saputo indicare per quale caso di furto fosse stata imprigionata e si è difesa affermando che non si erano accorti che fosse minorenne. «Ma questa non è una giustificazione. Se avesse avuto 15, 20, 50, 80 o 100 anni non doveva essere rinchiusa con degli uomini», ha dichiarato il governatore locale, la signora Ana Julia Carepa annunciando che avrebbe chiesto una punizione esemplare. I media brasiliani hanno riportato che non si è trattato del primo caso del genere: in precedenza una ragazza di 23 anni era stata sbattuta in un altro carcere dello stesso stato per un mese, stavolta con 70 uomini.

PEDOFILIA OVUNQUE

PRIMATE CANADESE CHIEDE PERDONO PER ABUSI DEL CLERO SU MINORI

In un'inatteso 'mea culpa' pubblico il primate della chiesa canadese e l'arcivescovo del Quebec, il cardinale Marc Ouellet, ha chiesto "perdono" ai fedeli per i casi di abusi sessuali e discriminazioni commessi dal clero canadese. Con una lettera aperta ai giornali francofoni il prelato, che parlava a titolo personale e non per conto della Santa Sede, ha detto che e' giunta "l'ora di voltare pagina. Sono stati commessi errori che hanno danneggiato l'immagine della Chiesa e per i quali chiedo umilmente perdono". Il cardinale Ouellet ha fatto menzione tra l'altro delle violenze commesse sui piu' giovani da preti e delle "vedute ristrette" che prima del "1960 hanno favorito la diffusione tra i cattolici canadesi dell' anti-semitismo, di razzismo, discriminazioni verso le donne e gli omosessuali" Lo scandalo delle molestie sessuali da parte del clero negli Stati Uniti ha portato alla bancarotta alcune diocesi condannate a risarcimenti multimilionari. (AGI) - Montreal, 22 nov. –


PEDOFILIA: ZIO MOLESTA NIPOTE PER 8 ANNI, CONDANNATO A BERGAMO

(AGI) - Bergamo, 21 nov. - Ha molestato la nipote per otto anni, da quando era una bambina di dieci anni fino a quando ha raggiunto la maggiore eta'. E ora e' stato condannato solo perche' la ragazza ha avuto il coraggio di raccontare l'accaduto al fidanzato. Secondo il racconto della vittima, che vive in un paese dell'hinterland di Bergamo, lo zio l'avrebbe toccata e baciata nelle occasioni in cui la piccola veniva ospitata a casa dello zio (un professionista oggi 68enne). Per tutto questo tempo la ragazza si e' tenuta dentro tutto, fino a due anni fa, quando ha deciso di raccontarlo al proprio ragazzo. E' stato lui a riferirlo ai familiari, che hanno convinto la ragazza a rivolgersi alla magistratura. La ragazza ha poi confermato il proprio racconto al giudice e lo zio e' stato rinviato a giudizio per violenza sessuale. In udienza preliminare l'imputato ha scelto il rito abbreviato e ha sempre negato tutto. Ma il Gup Giovanni Petillo lo ha condannato a due anni e mezzo. (AGI)

Pedofilia: 40 arresti in Spagna

Ordinanze custodia cautelare emesse in tutta il Paese
(ANSA) - MADRID, 22 NOV - Arrestate 40 persone dalla 'Guardia Civil' di Navarra per 'corruzione di minori' e 'possesso di materiale pedo-pornografico'. Le ordinanze di custodia cautelare, secondo quanto riportano i media, sono state emesse in tutta la Spagna, soprattutto in Andalusia e in Catalogna, ma anche a Madrid e nelle Asturie, dopo un'indagine durata piu' di un anno, che ha consentito di smascherare una rete estesa di soggetti che producevano e mettevano in rete video con bambini con meno 10 anni. 22 Nov 19:17



Pedofilia, prete in attesa del giudizio

È stata rinviata al 5 dicembre l’udienza, prevista per ieri mattina, del processo al prete accusato di violenze sessuali (atti di libidine, molestie, atti non completi) su una decina di bambine che frequentavano la scuola materna della sua parrocchia. Il sacerdote, 60 anni, che ora vive in una stuttura religiosa del Bolognese, era stato denunciato da una educatrice che lavorava all’interno della struttura e che insieme ad altre 27 persone aveva testimoniato per l’accusa e per le parti civili nel giugno scorso, quando sono stati sentiti anche i 10 testimoni della difesa. Ieri sarebbe dovuta essere la volta della requisitoria del pm Filippo di Benedetto, rimandata ai primi giorni di dicembre, poi, una volta sentiti gli avvocati delle parti civili e delle difese, la parola passerà ai giudici per la sentenza che presumibilmente arriverà nel marzo prossimo.


Haiti: arrestato vodese condannato in Svizzera per pedofilia

PORT-AU-PRINCE - Un insegnante e animatore radiofonico vodese di 59 anni è stato arrestato ieri sera a Haiti per pedofilia. L'uomo, che viveva da alcuni anni nell'isola, era interessato da un mandato di cattura internazionale, spiccato nei suoi confronti dopo una condanna in contumacia a due anni di reclusione pronunciata nel dicembre del 2005 dal tribunale cozrezionale di Losanna. La corte lo aveva riconoscuiuto colpevole di abusi su diversi allievi: la pena andava ad aggiungersi ad altri due anni, inflittigli per reati analoghi commessi nel 1996 su minori nello Sri Lanka e a Haiti.
La notizia del fermo, avvenuto alla presenza di un funzionario di polizia elvetico, è stata fornita da fonti delle forze dell'ordine di Haiti. Da parte sua l'Ufficio federale di polizia ha già presentato una domanda di estradizione. Il rimpatrio sotto scorta dovrebbe essere ora solo una formalità.

mercoledì 21 novembre 2007

Pedofili-Assassini


Ancora un bambino... anzi in questo caso una bambina vittima di un pedofilo! Trovo in un blog questa storia che alza credo in tutti un malessere senza fine, un orrore senza pari. La bambina si chiamava Marie Da’Niyah Jacksopn, vieva a Troy Hill, poco distante da Pittsburgh ed aveva solo 10 mesi. Sua madre ha un fidanzato a cui lascia in custodia la bimba (ed un altro di 2 anni) mentre lei si reca al lavoro. Al ritorno la bimba è in coma ed è inutile la corsa verso l'ospedale: l’autopsia rivelerà numerose ferite sul corpo, lo schiacciamento del torace nonché segni inequivocabili di rapporti sessuali completi!
L’uomo, Clinton Smith, viene arrestato e dalla sua fedina penale emergono precedenti per abuso sessuale e maltrattamento, sia nei confronti di bambini che di donne.



IO NON TROVO PAROLE PER DIRE QUALCOSA!! MI VIENE SOLO DA PIANGERE PER QUESTA ENNESIMA TRAGEDIA A DANNO DI ANGELI COME QUESTA DOLCISSIMA BAMBINA.

lunedì 19 novembre 2007

Con le Iene la tv si sostituisce alle istituzioni (con video)

Come i poliziotti della serie Law and Order, quelli delle lene si dedicano alla pedofilia e ci prendono gusto. Morboso, però. Gusto nel beccare il pedofìlo, fargli confessare i dettagli più sconci, farglieli ripetere, braccarlo nella notte, costringerlo alla confessione, obbligarlo alla flagellazione. I fatti - Un gestore di un sito erotico riceve una strana richiesta: qualcuno vuole una ragazza dai 10 anni in giù. Da bravo cittadino fa quello che tutti i bravi cittadini fanno: avvisa la polizia postale e quella mediatica. In questo caso, le Iene (forse quelli di Striscia erano impegnati a festeggiare il ventennale). Così, la iena arriva dal bravo cittadino gestore di sito di prostituzione maschile, e insieme contattano il presunto pedofìlo per vedere un po' l'effetto che fa. Il bravo cittadino si fa dire tutto ma proprio tutto dal presunto pedofìlo, e la iena commenta per lo spettatore ogni singolo passaggio. Bravo Cittadino: «Non le devi fare male». Presunto Pedofìlo: «No, uso la vasellina. È vergine?». Iena: «Vedete? Il linguaggio è crudo, e lui non esita ad entrare nei minimi particolari». P.P. «Io voglio bene alle bambine come un fidanzatino». B.C: «Ma come fanno a piacerti le bambine?». P.P: «Non lo so, sarà la f*** stretta. Ma io al massimo ho avuto una ragazza di 17 anni, ce l'aveva stretta, ma le è piaciuto». B.C. ride : «Ah beh, bello, ma magari non ce la fai con la bambina...». Iena: «Avete sentito?». Eh sì che abbiamo sentitoProcesso in diretta - Le Iene vogliono farci sentire fin a che punto l'aberrazione dell'uomo può arrivare. Ma è una scusa. Questa è pura morbosità. Tanto che la telefonata ci viene riproposta altre due volte: la prima quando viene fatta ascoltare alla psicologa Maria Rita Parsi, la seconda quando tutto ciò tocca al P.P. Eh sì: quelli delle Iene sono più celeri della polizia. Sono già andati a beccarlo, quel bastardo. Gli assicurano che non lo stanno riprendendo, e invece sì. Certo stanno oscurando il suo volto, ma le notizie che lui ha fornito al bravo cittadino e che le Iene hanno utilizzato per acchiapparlo sono di dominio pubblico, sono molto particolari, lo rendono perciò facilmente riconoscibile. Con arroganza gli intimano di confessare, che le coincidenze sono troppe, che deve essere lui, quel bastardo. Tutto senza che la polizia postale abbia mosso un dito, e chissà se potrà farlo, perché è diffìcile che contestare un reato non messo in atto. E poi ora il P.P., vedendosi braccato, avrà fatto sparire il materiale compromettente. Tutto questo è sconcertante. Un processo a mezzo tv per un telefonata sudicia, ma pur sempre una telefonata, fatta a un tizio che gestisce un sito di escort. La tv non vuole sostituirsi alle altre istituzioni (Law and Order), pretende ormai di esserlo. E con morbosa arroganza. Stefania Cariniper "Europa" Ecco il filmato "incriminato", la cui visione è consigliata solo ad un pubblico adulto:
http://www.digital-sat.it/new.php?id=11621

News del 17.11.2007 ore 18:49 Inserita da Giorgio Scorsone (Giosco) Fonte: Europa


NOTA: io non sono riuscita a vedere tutto il video perchè già alle prime parole mi veniva da vomitare.

Ritrovata la bimba rapita

2007-11-19 18:46 ANSA
BAMBINA RAPITA E SUBITO RITROVATA NEL LECCHESE

Ansa 18:46 - MILANO - E' stata ritrovata la bimba, di un anno e mezzo, che era stata portata via nel piazzale del parcheggio del supermercato Esselunga di Cernusco Lombardone (Lecco). La piccola sarebbe in buone condizioni. E' stata vista in braccio a un carabiniere che entrava nel comando di Merate.

La madre aveva lasciato i suoi tre bambini nell'auto ed era entrata nel centro commerciale. Quando e' uscita ha fatto in tempo a vedere una donna che, presa la bambina dalla sua auto, e' salita su un'altra vettura che si e' velocemente allontanata.


* Ci sentiamo sollevati dalla notizia dell'immediato ritrovamento della bambina. Non oso immaginare in che mani sarebbe caduta.

Rapita una bimba di 18 mesi

Lecco/ Rapita bambina di 18 mesi al supermarket. Posti di blocco a Milano, Como e Bergamo
Lunedí 19.11.2007 18:21

Inquietante episodio nel tardo pomeriggio di oggi nei pressi di un supermercato di Cernusco Lombardone, nel Lecchese, dove una bimba di appena un anno e mezzo, stando alle prime informazioni, sarebbe stata rapita da una sconosciuta mentre si trovava in auto in attesa che la mamma tornasse dalle compere. In tutta la zona è immediatamente scattata un'imponente battuta con polizia e carabinieri.

Secondo quanto si apprende, attorno alle 17,00, la mamma aveva raggiunto l'Esselunga per fare la spesa, lasciando i tre figlioletti in auto, una Opel. All'uscita ha notato una donna che stava spalancando la portiera e che si è presa in braccio la piccina portandola via. Inutilmente l'ha rincorsa perchè poco lontano vi era un complice con un'altra auto sulla quale e' salita la rapitrice.

La mamma si è messa ad urlare attirando l'attenzione degli altri clienti del supermercato che si trovavano sul piazzale. Subito è scattato l'allarme ai carabinieri della Compagnia di Merate, guidata dal Capitano Giuseppe Santacroce, che hanno immediatamente dato vita ad una imponente caccia con impegnate tutte le radiomobili disponibili e coinvolgendo anche tutte le stazioni del territorio. L'allarme e la descrizione dell'auto in fuga è stata diramata anche ai comandi delle province confinanti di Milano, Como, e Bergamo.

sabato 17 novembre 2007

Pedofilia nelle scuole materne

POSTO QUESTO BELLISSIMO ARTICOLO TRATTO DAL SITO http://www.vivicentro.org/

PEDOFILIA SCUOLE MATERNE: I SILENZI DELLA STAMPA

Secondo Strasburgo, in Europa è vittima di abusi sessuali un bambino su dieci. Quindi il problema è enorme, gigantesco. L'ultimo sito pedopornografico scoperto da Don Di NOTO produceva incassi per un milione di euro al giorno. Di cosa dobbiamo parlare? Del fatto che i protagonisti dell'orrore su Internet sono bimbi stranieri? No, ne hanno individuati anche di italiani, proprio pochi giorni fa e a capo di una gigantesca organizzazione c'era proprio un ferrarese.
(vedete gli articoli su vivicentro).

Riguardo il "contagio scuola materna" è un argomento che non può avere alcun fondamento in quanto i casi di pedofilia nelle scuole materne non sono mai stati pubblicizzati:

- Su Verona sono usciti 3 articoli,
- su Calabritto c'è un articolo del 2005 e un trafiletto infinitesimo su Libero per la conferma della condanna dell'autista e la revisione del processo per la suora, nel giugno di quest'anno.
- Su Vallo della Lucania ci sono un paio di articoli su Il Mattino.
- Su Asti ne ho trovato uno.
- Su Torino un paio.
- Su Brescia ne è uscito qualcuno di più ma solo appena è esploso il caso.
- Sull'asilo di Prato, la cui sentenza di Cassazione è del 2005 e ha condananto il bidello per abusi su 17 bambini di una scuola materna, esiste solo un articolo su Repubblica nell'edizione Toscana.

L'argomento-contagio è, quindi, ridicolo. Se pensiamo che i genitori di Rignano all'epoca di tutti questi casi non avevano ancora figli, e forse non erano neppure sposati, non è ipotizzabile che siano stati contagiati da una malattia a loro sconosciuta.

Solo Rignano ha avuto rilievo sui media e questo, nella disgrazia, ha svegliato famiglie, inquirenti e media. Basti pensare che ho notato che in almeno 7 casi di pedofilia avvenuti dopo aprile, gli inquirenti hanno raccolto subito, e seguendo le procedure di rito, la testimonianza dei minori. In tutti gli articoli si diceva:


".....per evitare gli errori commessi inizialmente nel caso di Rignano".


Nel caso di Parabita, ad esempio, la testimonianza del bambino ha già valore di prova, perchè raccolta seguendo le procedure. Non ci sarà bisogno di sottoporlo ad incidente probatorio. Questo ha insegnato Rignano.

Tutti i processi, a parte i tre giunti alla Cassazione, sono ancora al primo grado. Il primo a concludersi sarà quello delle due suore di Bergamo, quando verrà ripetuto l'appello (condannate in primo grado, assolte in appello, la Cassazione ha annullato la sentenza di assoluzione). Il caso è del 2000 e ancora non è finito.

Per la pedofilia nelle scuole materne,
finora non c'è stata alcuna assoluzione in Cassazione.
Ed è di questo, credo, che dovremmo continuare a parlare.

Citazione:
3 novembre Libertà - Strasburgo

In Europa è vittima di abusi sessuali un bambino su 10. Ogni giorno, da un capo all'altro dell'Europa, i bambini sono vittime di abusi sessuali. Si calcola che più del 10% dei bambini europei subiscano violenze sessuali durante l'infanzia. Si va dall'incesto alla prostituzione, dallo stupro all'abuso sessuale. E il crescente uso di Internet ne ha aumentato i rischi perché pieno di "predatori sessuali" che insidiano le vittime. La banca-dati dell'Interpol, solo per fare un esempio del crescente allarme, contiene più di 20.000 nominativi di bambini violentati. Sono dati «raccapriccianti», dice il vice segretario generale del Consiglio d'Europa, Maud de Boer Buchiccio, che sarà in Italia lunedì e martedì prossimi per un'audizione alla Commissione bicamerale per l'Infanzia per illustrare e sostenere la nuova "Convenzione contro gli abusi sessuali sui bambini", cui hanno già aderito 27 paesi, che il Consiglio ha aperto alla firma degli stati membri nel recente vertice di Lanzarote e che l'Italia sottoscriverà il 7 novembre. Per la prima volta gli abusi sessuali sui minori, compresi quelli che avvengono in famiglia o a casa, pornografia e prostituzione minorile, come pure il cosiddetto turismo sessuale, diventeranno "offese criminali", cioè veri e propri reati penali. «I criminali colpiscono e, nonostante gli sforzi - afferma Maud de Boer Buchiccio - la nostra risposta non è ancora adeguata. Migliaia e migliaia di bambini sono tormentati, non solo dai pedofili ma anche dalla segretezza e dal rifiuto. La maggior parte dei bambini violentati e degli adulti che ne sono a conoscenza non parlano degli abusi subiti. È ora di portare alla luce queste violenze protette dal silenzio».

venerdì 16 novembre 2007

Ancora incredibile ma vero!!!

Arabia Saudita, violentata ma condannata a carcere e frusta

di Antonio Taglialatela del 16/11/2007

RIAD (Arabia Saudita). E’ stata violentata da sei uomini ma per lei è giunta comunque una condanna a sei mesi di carcere e 200 frustate. I suoi aguzzini, invece, hanno avuto pene da due a nove anni di reclusione. La decisione arriva da un tribunale saudita, ieri riportata dal quotidiano palestinese “al Quds al Arabi” edito in Gran Bretagna.

La 21enne, che all’epoca dei fatti aveva 19 anni, è stata ritenuta colpevole di essersi fatta trovare dagli stupratori mentre era “appartata con un uomo”. Un reato gravissimo in Arabia Saudita, che ha consentito ai sei uomini di evitare la pena capitale prevista in questi casi. Il suo avvocato, Abdul Rahamn al Laham, è stato addirittura sospeso dalla professione e dovrà anche sottoporsi a “una commissione educativa” ordinata dal ministero della Giustizia. La giovane non ha nemmeno l’appoggio della sua famiglia, che si ritiene “caduta nel disonore”.

La storia risale a due anni fa. Un uomo iniziò a telefonare alla ragazza per chiederle di incontrarla. Lei, dopo alcuni rifiuti, gli inviò una sua foto. Poi, dopo essersi fidanzata con un altro uomo, scelto dalla sua famiglia per il matrimonio, chiese la restituzione della fotografia, fissando un appuntamento con il misterioso ammiratore. L’aggressione avvenne proprio mentre era in auto “appartata” con lui: sei uomini, armati di coltelli, la sequestrarono e portarono in una fattoria fuori città, violentandola e scattando delle foto con il suo cellulare. Quelle stesse foto che usarono per ricattarla: se avesse rivelato l’episodio loro le avrebbero inviate a tutti. Tornata a casa, la ragazza tentò il suicidio con delle pillole che però le provocarono solo un malore facendola finire in ospedale. Confessò, a quel punto, ciò che le era accaduto ma il suo promesso sposo non la ripudiò. Questa è stata l’unica fortuna da lei avuta. Assieme al fidanzato riuscì a rintracciare uno degli stupratori, che lavorava in un mercato del pesce, denunciandolo. Purtroppo, una volta in aula, da vittima è divenuta imputata, con i giudici che l’hanno ritenuta colpevole.

Lei, adesso, riconosce quella che fu una sua ingenuità, è consapevole che non doveva incontrarsi in auto con quell’uomo, ma ritiene che per la sua “colpevolezza”, qualora ci sia stata o meno in base alle leggi del suo paese, abbia già pagato con la brutale violenza subita.

Vergogna

Tommy, Giuseppe Alessi a 7 anni in tribunale:
«Mia mamma è innocente, non ha fatto niente»
PARMA (15 novembre) - E' un bambino che invoca l'innocenza della sua mamma. Un piccolo di sette anni, che si trova in un tribunale a gridare: «Mia mamma è innocente, non ha fatto niente». Giuseppe, il figlio di Mario Alessi e Antonella Conserva, è stato chiamato a testimoniare i momenti prima e dopo il rapimento di Tommaso Onofri e lui da bambino ha urlato la sua verità. La sua deposizione è durata pochi minuti accompagnato da un'assistente sociale, ha cercato di ricostruire, per quanto gli è stato possibile, i giorni precedenti e successivi al rapimento e all'uccisione del piccolo Tommaso. Ma è stata una ricostruzione per forza di cose lacunosa, data la giovanissima età del teste, e la comprensibile confusione mentale e emozionale che il bambino ha subito negli eventi successivi al rapimento e alla morte di Tommaso.

Il pm Lucia Musti ha chiesto che Giuseppe osservasse l'album fotografico sulle persone coinvolte nella vicenda Onofri e Giuseppe ha riconosciuto suo padre, sua madre, Salvatore Raimondi (l'ex pugile già condannato a 20 anni con rito abbreviato), e quello che il bambino ha definito «un amico di papà», ovvero Pasquale Barbera, assolto nel processo abbreviato celebrato a Bologna. Alla fine della testimonianza il piccolo ha abbracciato la madre, presente in aula.

«Sono profondamente critico sulla scelta e sul modo in cui è stato condotto l'esame del piccolo - ha detto l'avvocato di Conserva, Romano Corsi - dal verbale del consulente si evince che il bambino è inattendibile, quindi mi chiedo perchè sia stato ascoltato. È una pagina non bella di questo processo; devo dare atto al presidente di averla governata in modo esemplare»