venerdì 8 agosto 2008

Don Ruggero Conti: le accuse sono gravissime

GRAVISSIME LE ACCUSE PER RUGGERO CONTI PRETE ACCUSATO DI PEDOFILIA

A distanza di un mese altre denunce stanno arrivando a La Caramella Buona

«Nel complesso le accuse appaiono gravissime perchè riferiscono di un numero impressionante di abusi sessuali compiuti sui minori». Questo uno dei passaggi contenuti nelle sei pagine di motivazioni depositate dal Tribunale del Riesame di Roma che nei giorni scorsi ha confermato l’arresto per Ruggero Conti, ex parroco della chiesa di Selva Candida, alla periferia della Capitale, arrestato il 30 giugno scorso con le accuse di violenza sessuale.

Il collegio presieduto da Antonino Lo Surdo si spinge ad ipotizzare «una condanna altamente probabile» per Conti, detenuto nel carcere di Regina Coeli.



“Ad oggi continuiamo a ricevere presso la nostra sede di Reggio Emilia numerose testimonianze di uomini ancora segnati dalle violenze del Conti avvenute, secondo i racconti, oltre 20 anni fa – spiega il presidente de La Caramella Buona Roberto Mirabile – Una in particolare parla di un presunto abuso compiuto ben 26 anni fa su di un sedicenne, testimonianza già trasmessa ai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma. Non possiamo permettere che questo caso sia posto in secondo piano. Le accuse sono gravissime, diversi testimoni affermano di aver avvertito le Autorità Ecclesiastiche nel corso degli anni. Il silenzio non è tollerabile!”.



Intanto numerose famiglie si esprimono ancora a favore di Ruggero Conti sostenendone con forza l’innocenza. Ci chiediamo, da quanto risulta finora dalle informazioni raccolte dagli Investigatori e dalla Magistratura, quanto possano influire simili testimonianze valutando l’attenzione con cui l’indagato sceglieva, a quanto pare, le sue vittime che, chiaramente e fortunatamente, non potrebbero comunque corrispondere a tutti i figli dei parrocchiani! Se si continuerà a contattare anziani e famiglie scampate alla violenza fermi davanti al portone della chiesa, non si potrà che dubitare dell’obiettività del riscontro. La rabbia, la sofferenza, i tristi racconti non scendono in piazza, non si possono ascoltare con la stessa facilità. Per troppo tempo troppe persone hanno taciuto, alcune sarebbe bene parlassero, altre meglio se continuassero a tacere. Saranno le carte giudiziarie a fare il quadro della situazione, attualmente – dalle parole della motivazione del Tribunale del Riesame - già abbastanza chiara.



“ Ci complimentiamo con il lavoro svolto finora dagli Inquirenti – conclude Mirabile – siamo vicini alle Autorità Ecclesiastiche a cui è rivolta sempre la nostra volontà di dialogo e confronto, ricordando le importanti parole del Papa pronunciate in Australia. Speriamo nell’accertamento della verità.”
www.caramellabuona.org

mercoledì 6 agosto 2008

Don Ruggero Conti: perchè resta in carcere

Confermate le accuse di pedofilia a don Ruggero - Il Riesame: «Impressionante numero di abusi»

IlMessaggero.it - ROMA (6 agosto) - «Nel complesso le accuse appaiono gravissime perchè riferiscono di un numero impressionante di abusi sessuali compiuti sui minori».


Questo uno dei passaggi contenuti nelle sei pagine di motivazioni depositate dal Tribunale del Riesame di Roma che nei giorni scorsi ha confermato la misura cautelare in carcere per don Ruggero Conti, il sacerdote, ex parroco della chiesa di Selva Candida, alla periferia della Capitale, arrestato il 30 giugno scorso con le accuse di violenza sessuale. Il collegio presieduto da Antonino Lo Surdo si spinge ad ipotizzare «una condanna altamente probabile» per Conti, detenuto nel carcere di Regina Coeli.

La strategia difensiva. Il collegio difensivo del sacerdote - formato dagli avvocati Riccardo Olivo, Anna D’Alessandro e Giancarlo D’Onofrio - aveva prodotto in udienza al Riesame numerose testimonianze di genitori di ragazzi in favore del sacerdote tra cui quella di una donna delle pulizie secondo la quale Don Ruggero aveva più volte pagato una vacanza al figlio.
L’accusa. Nell’ordinanza del Riesame, invece, si legge che gli abusi sessuali «anche se non compiuti con violenze fisiche e minacce intanto sono stati possibili in quanto le vittime erano in stato di soggezione nei confronti del Conti che ha approfittato senza alcuna remora morale e materiale del suo ruolo e della condizioni dei ragazzi».

Violenza sessuale su bimba di 4 anni: arresto di un 72enne a Faenza

FAENZA - Con l’accusa di violenza sessuale su una bambina di quattro anni, è stato arrestato un uomo ravennate di 72 anni. La piccola si trovava in vacanza assieme alla famiglia in una struttura di Faenza. Gli accertamenti medici hanno escluso che la violenza sia stata completa. L’anziano era già stato condannato in passato per episodi analoghi. E’ stato arrestato dai carabinieri mentre pare stesse per allontanarsi dalla città, evidentemente preoccupato per le conseguenze.

Il fatto risalirebbe al 15 luglio scorso, quando - secondo quanto ricostruito dagli agenti dell’Arma - attorno alle 12.30 l’uomo avrebbe attirato la bambina all’interno della propria roulotte con la promessa di farle vedere i cartoni animati in tv.

All’interno del veicolo è stato il padre della bambina (un carabiniere in servizio nel Fiorentino) a trovare la figlia in compagnia dell’anziano.

RomagnaOggi.it 28.luglio

sabato 26 luglio 2008

RIGNANO/ BIMBI PORTATI IN CASALE DOVE SAREBBERO AVVENUTI ABUSI

RIGNANO/ BIMBI PORTATI IN CASALE DOVE SAREBBERO AVVENUTI ABUSI
Ricognizione eseguita nei giorni scorsi, grazie a carabinieri

Roma, 25 lug. (Apcom) - Una decina di bambini di Rignano Flaminio, che hanno già reso testimonianza in incidente probatorio rispetto agli abusi che avrebbero subiti, sono stati condotti, nei giorni scorsi, in un casale poco distante dal paese, dove sarebbero avvenute le violenze. I piccoli, sono stati accompagnati uno per uno, singolarmente, dai carabinieri, su delega del pm di Tivoli, Marco Mansi. Il passaggio investigativo sarebbe stato compiuto per circostanziare e verificare proprio alcune dichiarazioni rese dai minori durante le audizioni.

In quell'ambito, di cui si era avuta parziale notizia alcuni giorni fa, nel quadro giuridico della 'perquisizione presso terzi', sono stati sequestrati anche alcuni oggetti rinvenuti nell'edificio, dei giocattoli e dei piatti. Il casale potrebbe essere la 'terza casa' indicata dai piccoli, oltre a quelle di due insegnanti della scuola 'Olga Rovere'? Gli inquirenti mantengono, sul punto, il più stretto riserbo. Il dato certo è che al momento del sopralluogo ogni bimbo era accompagnato da una nuova consulente psichiatrica nominata dalla Procura.

Nel procedimento sono indagate, per reati che vanno dal sequestro alla violenza sessuale, sette persone: quattro maestre, (Patrizia Del Meglio, Marisa Pucci, Assunta Pisani e Silvana Magalotti) ed una bidella (Cristina Lunerti) che prestavano servizio nella scuola primaria 'Olga Rovere', il marito di una delle insegnanti (l'autore tv Gianfranco Scancarello) e un immigrato dello Sri Lanka (Kelum W. De Silva) che lavorava ad un distributore dei benzina.

giovedì 24 luglio 2008

Pedofilia nei campi Rom: le condanne!

Pedofilia nei campi rom: condanne per 6 persone
Accusati per il reato di pedofilia, la IV sezione penale del tribunale di Roma ha condannato a 15 anni di reclusione, 3 romeni: Relu Curt, Ioana Curt e Lilica Elefterica Muti a 15 anni, a 9 anni Costel Iancu, romeno, e Roberto Patassini, italiani e a 7 anni, infine, Giulio Valter Pichini, italiano. I sei imputati si compravano con piccoli regali la fiducia dei bimbi nei campi nomadi, per poi abusare di loro. Nei giochi sessuali dei 6 accusati le vittime erano chiamate, nelle telefonate intercettate, «fiori o brillanti».
IlGiornale.it

Pedofilia: Don Pierpaolo Mologni. Ancora abusi su minori in chiesa!!!

Da CronacaQui
Dopo la denuncia il sacerdote è in coma
Le testimonianze: «Ci vestiva da Tarzan e faceva le foto»
LOMBARDORE 24/07/2008 - L’orrore. È scoprire che il parroco del paese approfittava dei ragazzini dell’oratorio toccandoli, fotografandoli e talvolta masturbandoli. L’orrore è scoprire che quelle “voci” di paese si sono trasformate in realtà. Nei guai è finito don Pierpaolo Mologni, 60 anni. Parroco per lungo tempo a Lombardore. La Procura di Torino ne ha disposto gli arresti domiciliari dopo le lunghe indagini coordinate dal pubblico ministero Stefano De Montis e condotte da carabinieri. Ma don Pierpaolo, quegli arresti, difficilmente riuscirà a scontarli: al momento, infatti, si trova in coma presso il reparto di rianimazione dell’ospedale di Ivrea.

Costumino di Tarzan
Secondo quanto denunciato da alcune vittime del parroco direttamente ai carabinieri, don Pierpaolo era solito compiere i suoi gesti osceni presso la sua abitazione, dietro la chiesa di Lombardore. Con i più “svegli” si limitava a delle carezze. Con altri, di età compresa tra i 13 e i 15 anni, esagerava. Se loro non si ritraevano, in un attimo saltava fuori la macchina fotografica. E giù di foto osè, con i bimbi in posizioni inequivocabili, magari con indosso il costumino da Tarzan che il parroco 60enne aveva appositamente confezionato per le sue piccole vittime. Spesso e volentieri convinceva i ragazzini a fare la doccia nella sua abitazione: e anche in quei casi non perdeva l’occasione per scattare scabrose istantanee. I carabinieri, che hanno effettuato una perquisizione nei suoi alloggi di Ozegna, dove era stato trasferito un paio di mesi fa, hanno rinvenuto un migliaio di foto compromettenti. Alcune datate 1979.

Le confidenze
Quando don Pierpaolo era certo di aver ottenuto la fiducia della vittima, passava ad un livello superiore di molestie. Era solito far stendere il ragazzino in questione per masturbarlo direttamente sul suo letto. Successivamente, almeno in certi casi, finiva col masturbarsi lui stesso. Secondo gli inquirenti creava una sorta di rapporto di “fiducia” con la vittima e la convinceva in qualche modo a non raccontare nulla dei suoi comportamenti osceni.

Le indagini
A distanza di anni sono invece piovute due distinte denunce sui comportamenti di don Pierpaolo. Da due distinte famiglie. La macchina investigativa dei carabinieri ha poi fatto il resto trovando conferma delle parole di decine di ragazzini di Lombardore e paesi limitrofi nel computer del parroco, zeppo di foto e materiale compromettente. Dopo la perquisizione ad Ozegna, per don Mologni, è giunto anche un avviso di garanzia. Poi, improvvisamente, le sue condizioni di salute sono precipitate: prima un’improvvisa setticemia e, da qualche giorno, il coma profondo. Precauzionalmente la Procura ha fatto sequestrare la sua cartella clinica.
Le incredibili dichiarazioni dei bambini e lo stupore del paese - Le testimonianze: «Ci vestiva da Tarzan e faceva le foto» - Masturbava i bimbi in oratorio - Arrestato il parroco pedofilo

LOMBARDORE 24/07/2008 - Raccontare in Procura gli abusi subiti anni fa è stato difficilissimo. Eppure molti ragazzini, un tempo alle prese con i comportamenti osceni di don Pierpaolo Mologni, hanno trovato il coraggio per combattere questo orrore, rivangando storie che, probabilmente, avevano deciso di dimenticare. Per sempre.


Alcuni di loro, oggi, sono appena maggiorenni. Allora avevano quindici o sedici anni. «Ci portava nei suoi alloggi in parrocchia sempre con la stessa scusa - racconta uno di loro - voleva “misurarci” per vedere se eravamo cresciuti». Una scusa banale alla quale i ragazzini, senza malizia, abboccavano senza sospetti. Poi la situazione degenerava se le vittime non reagivano sdegnate: «Massaggi, carezze, sfioramenti nelle parti intime - precisa uno dei giovani - a volte tirava fuori quel costumino di Tarzan dal quale si intravedeva tutto. Era troppo stretto. Magari scattava qualche foto». Poi la masturbazione: «Su un tappeto, oppure direttamente sul letto». Quanti ragazzini hanno avuto il coraggio di raccontare tutto subito? Praticamente nessuno. Poi due famiglie hanno deciso di rompere il silenzio, di denunciare una storia assurda e al tempo stesso ignobilmente reale.

Senza parole anche il sindaco di Lombardore, Diego Maria Bili, ben a conoscenza delle indagini dei carabinieri e della Procura: «Il nostro è un paese piccolo. Le cose si vengono a sapere quasi subito. Sapevo che molti cittadini ascoltati in Procura e dai militari dell’Arma. Ovviamente speravo che le voci di paese non fossero corrispondenti a quanto emerso». Bili, oltretutto, ammette di non aver mai avuto un rapporto molto sereno con don Mologni: «I nostri scontri erano alla luce del sole, lo ha sempre saputo anche il vescovo». Le dicerie del paese, però, non sembravano realtà: «Diciamo che le chiacchiere non sempre rappresentano la verità - conferma il sindaco - però è vero che c’erano strane voci anche prima che io diventassi sindaco. Nessuna prova, però, fino a qualche giorno fa».

Don Pierpaolo, per una decina d’anni parroco di Lombardore, aveva operato prima a Rivarolo e Mercenasco. Il suo trasferimento ad Ozegna nella primavera scorsa.

mercoledì 23 luglio 2008

Pedofilia: nuove accuse per Don Conti

‘Per quel prete non entrerò più in chiesa’
Repubblica - 20 luglio 2008 pagina 4 sezione: ROMA

«Se fossi stato solo io a essere vittima di questa persona, da buon cristiano, l’ avrei anche perdonato. Ma ho deciso di denunciarlo per tutti i bambini che potrebbero soffrire ancora. Per colpa sua non entrerò mai più in chiesa…». è uno dei racconti choc dei ragazzi che hanno denunciato don Ruggero Conti. Il sacerdote, 55 anni, parroco della Natività di Maria Santissima in via Selva Candida, è stato arrestato il 30 giugno per violenza sessuale aggravata e continuata per aver abusato di almeno sette bambini negli ultimi dieci anni tra il ‘98 e il marzo scorso. Ieri il tribunale del Riesame, presieduto da Antonio Lo Surdo, ha respinto la richiesta di revoca della misura cautelare avanzata dagli avvocati Riccardo Olivo e Anna D’ Alessandro ed ha confermato il carcere per il religioso. Intanto nuove accuse emergono dall’ inchiesta del pm Francesco Scavo. Per gli investigatori del nucleo operativo dei carabiniere diretti dal maggiore Lorenzo Sabatino, il prete sceglieva le sue vittime tra i bambini del catechismo e li invitava a casa sua. I ragazzini, tutti minorenni all’ epoca dei fatti, provenivano da famiglie disagiate. Secondo gli inquirenti don Ruggero faceva leva proprio sulla loro condizione: offriva qualche soldo, vestiti, regali e poi approfittava di loro, obbligandoli anche a vedere film pornografici La procura oltre ai sette casi accertati di abusi nella parrocchia della Natività, sta indagando su altre violenze denunciate da due ragazzi della Chiesa della Beata Vergine Immacolata alla Giustiniana. Dalle carte depositate al Riesame spicca la sofferenza che a distanza di anni i ragazzi abusati continuano a provare: «Io tuttora credo a Gesù - ha fatto mettere a verbale uno di loro - però dei preti… non ne voglio sapere niente…».Un altro giovane ha confidato al pm: «Quello che è successo m’ ha staccato radicalmente dalla chiesa». Più drastico un terzo giovane: «Io ho perso totalmente fiducia nel corpo clericale e ho deciso di parlare con Dio da solo…». Al magistrato i ragazzi hanno raccontato che don Conti era «molto carismatico e sensibile», «uno di cui fidarsi…», «poi, però, arrivavano le molestie». I giovani hanno denunciato, ad esempio, la sfrontatezza di don Ruggero che, di notte, entrava nelle camerate e, incurante degli altri ragazzi che dormivano, toccava e accarezzava le vittime costringendole a subire rapporti sessuali. Un’ altra vittima degli abusi, ora maggiorenne, ha raccontato di aver denunciato gli abusi in una lettera consegnata al vescovo. «Quando mi ha ricevuto, mi ha detto che erano accuse pesanti e mi ha chiesto “sei sicuro di quello che hai scritto?”. Gli ho risposto sono sicuro sì. E il vescovo mi ha detto “Va bene, poi ti faremo sapere”». Un altro ragazzo ha riferito che 4 anni fa, sul muro della parrocchia, era apparsa la scritta «pedofilo». Nei prossimi giorni il pm Scavo ascolterà il vescovo della diocesi di Porto Santa Rufina, monsignor Gino Reali. Il magistrato vuole capire perché non vennero presi provvedimenti severi nei confronti di don Ruggero. - MARINO BISSO

Rignano Flaminio: finiti gli incidenti probatori sui bambini della Olga Rovere

RIGNANO/ PERQUISITO CASOLARE, INVESTIGATORI: ALTRO LUOGO ABUSI
Bimbe confermano accuse, concluso incidente probatorio.

Roma, 22 lug. (Apcom) - Continuano le indagini sui presunti abusi e violenze sessuali che sarebbero avvenuti a Rignano Flaminio. Nei giorni scorsi, secondo quanto si è appreso, i carabinieri su delega della Procura di Tivoli hanno eseguito la perquisizione di un casolare, poco distante dal centro di Rignano ed avrebbero anche sequestrato alcuni oggetti presenti nell’edificio, tra l’altro un pallone e dei piatti.

Nel frattempo, proprio oggi, si può dire - con le parole dei difensori - che il racconto dei “giochi brutti” sia finito. Con l’ultima audizione di due bimbe si è chiusa la lunga fase di incidente probatorio, iniziata nel luglio dello scorso anno, nell’ambito degli accertamenti di quanto sarebbe stato subito da 21 bimbi di Rignano, nel corso del 2005-2006.

Con l’atto definito oggi davanti al gip di Tivoli Elvira Tamburelli, ora gli accertamenti procedono secondo i tempi che saranno scanditi dagli inquirenti. Sino a poche settimane fa molti ipotizzavano che il pm Marco Mansi concludesse le indagini e depositasse gli atti entro settembre. Alla luce della serie di riscontri e approfondimenti che sono stati disposti dopo le audizioni dei bimbi, ormai si ritiene che i tempi si allunghino.

La perquisizione del casolare sarebbe dovuta alla possibile identificazione dell’edificio con la ‘terza casa’ che era stata descritta da alcuni piccoli, nei loro racconti. Oltre alle abitazioni delle maestre Marisa Pucci e Patrizia Del Meglio. Il gip Tamburelli ha poi rigettato la richiesta dei pm per una ricognizione personale da parte di tutti i minori con gli indagati.

Indagate sono sette persone: quattro maestre (Patrizia Del Meglio, Marisa Pucci, Assunta Pisani e Silvana Magalotti) ed una bidella (Cristina Lunerti) che prestavano servizio nella scuola primaria ‘Olga Rovere’, il marito di una delle insegnanti (l’autore tv Gianfranco Scancarello) e un immigrato dello Sri Lanka (Kelum W. De Silva) che lavorava ad un distributore dei benzina.

L’avvocato Giosuè Bruno Naso, difensore della Pucci, rispetto alla perquisizione del casolare, ha spiegato: “Non ho elementi per valutare la rilevanza di questo accertamento in relazione all’ipotesi accusatoria. Ma pensare che a due anni dai fatti e con tutto il clamore mediatico che ha suscitato la vicenda e le indagini, si possa trovare qualche oggetto usato per compiere quegli orribili fatti, mi sembra un incommensurabile ingenuità”.

Gli avvocati Franco Merlino e Antonio Cardamone, hanno spiegato: “Le difese delle parti offese sono soddisfatte dall’esito dell’intero incidente probatorio condotto con estrema professionalità dal collegio peritale, anche se purtroppo ha confermato che molti bambini sono stati vittime di abusi”. In merito ai nuovi accertamenti della Procura, i legali hanno spiegato di “continuare ad aver fiducia nell’operato degli investigatori”.

Pedofilia, abusi su minori... due giorni di orrori

Caltagirone: la polizia arresta insegnante di musica
22.luglio CataniaOggi.com
La Polizia di Stato del commissariato di Caltagirone ha eseguito un ordinanza di sottoposizione a misura cautelare custodiale, nella specie gli arresti domiciliari, a carico di un settantenne, noto in quel Comune per la sua lunga professione nel campo della musica, responsabile di aver usato violenza sessuale aggravata ai danni di un ragazzo di 12 anni. La misura è stata disposta dalla Autorità Giudiziaria calatina, dopo che la polizia giudiziaria ha raccolto indizi di colpevolezza gravi, precisi e concordanti partendo dal racconto "assistito dalle garanzie di legge" e riscontrato della giovane vittima, il cui comportamento "insolito" era stato notato da subito dai preoccupati genitori. Si evidenzia ancora che il ragazzo aveva rapporti con l’arrestato a causa della sua attività di insegnante di musica e difatti la violenza si sarebbe consumata proprio in occasione delle lezioni private.

CASSINO: VIOLENTATA DA UN PARENTE, HA 8 ANNI
22.luglio (PRIMA) CASSINO – Accusato di violenza sessuale ai danni di una bambina di 8 anni. L’uomo è un parente della piccola che ora risulta indagato dalla procura della repubblica per violenza sessuale su minore. Siamo a Cassino. Ad accorgersi degli abusi, i genitori della bimba che l'hanno immediatamente accompagnata all'ospedale dove i medici avrebbero riscontrato chiari segni di violenza. Il grave episodio sarebbe avvenuto nella giornata di domenica. I genitori hanno subito allertato i carabinieri che hanno aperto un'indagine.

ABUSI: SETTANTENNE ARRESTATO PER TENTATA VIOLENZA SU MINORE
(AGI) - Novafeltria (Pesaro-Urbino), 21 lug. - Un settantenne residente nel Montefeltro e' stato arrestato oggi dai carabinieri di Novafeltria con l'accusa di violenza sessuale nei confronti di una quattordicenne. Il fatto e' avvenuto nei giorni scorsi, ma e' stato reso noto solo oggi. L'anziano avrebbe avvicinato la minorenne, provando a palpeggiarla: e' stato un testimone a segnalare il tentativo di violenza e a far intervenire i carabinieri, che hanno evitato il peggio. Il gip del tribunale di Pesaro, dopo aver verificato le risultanze dell'indagine dei militari, coordinata dal capitano Umberto Geri, ha firmato l'ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari eseguita questa mattina. (AGI)

Pedofilia: clochard tenta di abusare di una undicenne (ANSA) - NAPOLI, 22 LUG - Un senza fissa dimora di 48 anni ha tentato di abusare di una undicenne, ma e' stato bloccato dal padre della ragazza e dai carabinieri.E' accaduto a Meta di Sorrento. Il papa' le aveva detto di aspettarlo vicino ad una chiesa ma, tornato dopo 10 minuti, non l'ha piu' trovata. E' scattato l'allarme e poco dopo la bimba e' stata salvata mentre, dietro un cimitero, il clochard stava abusando di lei.Immediata la reazione di amici e vicini di casa della bimba: hanno tentato di aggredire l'uomo.

martedì 8 luglio 2008

Pedofilia: Don Ruggero resta in carcere

LAZIO/ PRETE ARRESTATO, PERITO GIP: PUO’ RIMANERE IN CARCERE
Giudice deve decidere su istanza ritorno in libertà sacerdote
Roma, 7 lug. (Apcom) - Le condizioni di salute di don Ruggero Conti non sono incompatibili con il regime carcerario a cui è sottoposto. Questo il risultato dell’accertamento medico disposto dal gip Andrea Vardaro per il prete arrestato nei giorni scorsi nell’ambito di una inchiesta su una serie di episodi di pedofilia avvenuti nell’arco degli ultimi dieci anni, nel corso di diverse attività parrocchiali della chiesa ‘Natività di Maria Santissima’, in via di Selva Candida, a Roma.
Il perito nominato dal giudice avrebbe comunque, nell’elaborato consegnato al magistrato, definito la situazione clinica del sacerdote come complessa e motivo di ulteriori controlli. Adesso il gip dovrà valutare l’istanza presentata dai difensori di don Ruggero, dopo l’interrogatorio di garanzia, tesa ad una possibile remissione in libertà od alla concessione degli arresti domiciliari.

Intanto all’attenzione del pm Francesco Scavo sarà posto, entre breve, dai difensori, un dossier con le dichiarazioni di molte decine di persone, che frequentano la parrocchia ‘Natività di Maria Santissima - Chiesa dei Santi martiri di Selva candida’ e si dicono pronti a testimoniare in favore di don Ruggero.

lunedì 30 giugno 2008

Roma, abusi all'oratorio: prete arrestato per pedofilia

ROMA. Un prete di 55 anni, R.C., è stato arrestato con l'accusa di aver violentato almeno sette bambini negli ultimi dieci anni, tra il '98 e il marzo scorso.

A dare il via all'indagine è stata la denuncia di un altro prete. Le violenze sarebbero avvenute anche nel corso dei campi estivi che il sacerdote, responsabile dell'oratorio, organizzava in località di montagna. Il prete, secondo gli atti d'accusa, attirava i ragazzi nella sua dimora dietro la promessa di soldi, cd, dvd, capi d'abbigliamento. Già in precedenza, il sacercote sembra sia stato sospeso per un un mese dal suo incarico dopo che alcune voci avevano svelato le sue tendenze pedofile. Per questi motivi, il gip Andrea Vardaro, su richiesta del sostituto procuratore Francesco Scavo, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il sacerdote della parrocchia 'Natività di Maria Santissima', in via di Selva Candida, a Roma.

Fonte: PUPIA

Amandola: il processo per pedofilia sulle tre sorelline rinviato a settembre

VIOLENZA SUI MINORI
Abusi sulle tre sorelline di Amandola:
a processo un pensionato di 69 anni
Il processo si è aperto al tribunale di Ascoli ma è subito stato rinviato a settembre. Oltre ad Aliano, ai domiciliari, sono stati arrestati lo zio paterno delle minori, già condannato a otto anni di carcere, sette indiani e due italiani
Ascoli, 30 giugno 2008 - Il processo a carico di Aliano Re si è aperto oggi davanti al tribunale di Ascoli ma è subito stato rinviato a settembre. L'uomo, 69enne di Amandola, è accusato di aver abusato delle tre sorelline di Amandola.

Oltre ad Aliano, attualmente agli arresti domiciliari, sono stati arrestati lo zio paterno delle minori, già condannato a otto anni e quattro mesi di carcere, sette indiani e due italiani residenti fra Amandola e Comunanza.

Arrestato anche lui per violenza sessuale su minori nell'ambito di un'inchiesta su un giro di pedofilia, l'uomo è accusato di aver tentato di palpeggiare la bimba più piccola, che ora ha 11 anni, mentre con le sorelle maggiori sarebbe andato oltre: carezze reciproche in cambio di qualche regalino o piccole somme di denaro. La procura sta ancora svolgendo accertamenti sul ruolo della madre delle tre vittime, anche se nei mesi scorsi il pm Umberto Monti aveva smentito che la donna gestisse una sorta di 'mercato delle figlie'.

domenica 29 giugno 2008

Pedofilia: la minorenne deporrà in Tribunale contro suo padre!

"Violentata da mio padre", deporrà in aula sedicenne
di Giuseppe Recca
Comparirà in aula la sedicenne di Sciacca che accusa il padre di violenza sessuale. Lo ha disposto ieri il tribunale accogliendo la richiesta avanzata dal difensore del cinquantaduenne accusato di avere abusato nei confronti della figlia.

Il cosiddetto "mezzo istruttorio” richiesto dalla difesa e collegato alla richiesta di rito abbreviato, è stato accolto dopo che in fase di indagini preliminari, il tribunale aveva negato l'incidente probatorio. La ragazza arriverà in aula il prossimo 21 luglio e sarà adeguatamente protetta, distante dall'aula udienza e in compagnia di un assistente sociale.

Trattandosi di minore, è previsto che le domande siano fatte esclusivamente dal giudice, al quale spetta anche il compito di valutare le domande poste dai legali.

Il padre, pescatore, dal febbraio dello scorso anno è sottoposto al provvedimento cautelare che gli vieta di venire in Sicilia.

I fatti si riferiscono al periodo natalizio dello scorso mese di dicembre, quando una ragazzina accompagnata da alcuni amici si presentò al commissariato di polizia per denunciare, tra le lacrime, gli abusi ai quali il padre la costringeva da anni.

Pedopornografia: condanna pesante per un 41enne dal Tribunale di Latina

Fonte: iltempo.ilsole24ore.com/latina
CISTERNA Una condanna pesante, soprattutto per quanto riguarda le pene accessorie, quella inflitta ieri dal Tribunale di Latina a un 41enne di Cisterna, Gianluca N., accusato di pedopornografia attraverso la rete internet. L'imputato è stato infatti condannato dal giudice Costantino Di Robbio a un anno e mezzo di reclusione, pena sospesa, e all'interdizione perpetua da qualsiasi incarico all'interno delle scuole o di altri istituti frequentati da bambini.

In pratica, per il cisternese, se la sentenza dovesse essere confermata negli eventuali altri gradi di giudizio e diventare così definitiva, ogni attività in luoghi destinati ai più piccoli sarebbe negata.
Il 41enne, sei anni fa, incappò in una delle tante indagini svolte dalla polizia postale a livello nazionale, per combattere lo scambio di immagini pornografiche riguardanti minori attraverso il web. Gli investigatori concentrarono la loro attenzione su una serie di file «proibiti», condivisi da una serie di utenti e da questi scaricati. Scattato il blitz, a Gianluca N. vennero sequestrati il computer e vari supporti informatici e gli inquirenti si convinsero che avesse condiviso, scambiato e scaricato numerose foto pedopornografiche.
Il sostituto procuratore Gregorio Capasso aprì un'inchiesta, il materiale informatico venne «vivisezionato» e seguì un'istruttoria dove gli esperti della Polposta hanno ricostruito le indagini e il modo in cui avverrebbero su internet gli scambi del materiale sotto accusa.
Ieri il pubblico ministero Alessio Sterzi ha chiesto per il 41enne una condanna a un anno e mezzo di reclusione e il giudice Di Robbio ha accolto in pieno la richiesta, aggiungendo una pesante pena accessoria: lontano dai luoghi destinati ai bambini.
Probabile il ricorso in Appello.

Pedopornografia: perquisizioni ed un arresto a Osimo

(AGI) - Osimo (Ancona), 25 giu. - Tre cittadini libici di 50, 43 e 40 anni, residenti ad Osimo, sono stati perquisiti questa mattina dai carabinieri della compagnia di Osimo ed uno e' stato arrestato perche' trovato in possesso di materiale pedopornografico.
I tre erano nel mirino dei carabinieri da un po' di tempo, da quando i militari erano stati informati che nel centro storico c'era uno strano commercio di telefonini ed altro materiale high tech. Le indagini e gli accertamenti hanno poi fatto scoprire ai militari un giro di ricettazione di cellulari. Nell'abitazione di uno dei tre, i carabinieri hanno trovato un pc connesso ad internet con il quale veniva diffuso materiale pedopornografico.
I militari hanno sequestrato il materiale informatico tra cui 292 dvd contenenti filmati e foto pornografiche e pedopornografiche oltre ad un hard disk portatile da 465 gigabyte. L'uomo e' stato arrestato per detenzione e diffusione di materiale pedopornografico ed e' stato rinchiuso nel carcere anconetano.(AGI)

Rignano Flaminio, finite le perizie: altri due bimbi idonei a testimoniare

Fonte RaiNews24
Rignano Flaminio, finite le perizie: altri due bimbi idonei a testimoniare
Rignano Flaminio: Altri due ex alunni della scuola materna Olga Rovere di Rignano Flaminio sono stati giudicati idonei a testimoniare nell'ambito dell'incidente probatorio disposto dalla magistratura di Tivoli sulla vicenda dei presunti abusi sessuali ai danni di minori. Lo ha deciso il collegio di neuropsichiatri infantili coordinato da Angela Gigante.

Altri due bambini sono stati giudicati inidonei. Si è così conclusa l'indagine psicologica sui 21 minorenni dei quali il pm Marco Mansi ha chiesto la testimonianza al gip Elvira Tamburelli. Il 10 luglio prossimo si terrà un'udienza a Tivoli per la discussione delle risultanze peritali sugli ultimi quattro bambini esaminati. I due risultati idonei saranno ascoltati il 22 luglio. Altri due minorenni, gia' ritenuti idonei a testimoniare, saranno invece ascoltati il 1 luglio.

Finora sono 11 i bambini sentiti sotto forma di incidente probatorio, l'istituto del codice che consente ad un atto istruttorio di assumere il valore di prova in un eventuale processo. Sei sono stati ritenuti inidonei per vari motivi. All'appello mancano, quindi, i quattro che saranno ascoltati nelle udienze del 1 e del 22 luglio. Sette gli indagati nell'inchiesta della magistratura tiburtina: le maestre Patrizia Del Meglio, Marisa Pucci, Silvana Magalotti e Assunta Pisani, l'autore tv Gianfranco Scancarello, la bidella Cristina Lunerti ed il benzinaio cingalese Khelum Da Silva.

mercoledì 25 giugno 2008

Rignano Flaminio: Ci portarono a casa della maestra Patrizia e ci fecero delle foto

Rignano, interrogato bimbo di sei anni: "A casa della maestra ci facevano le foto"
ROMA (24 giugno) - Ha parlato di foto scattate a casa della maestra Patrizia e di giochi che venivano organizzati nella sua abitazione il bimbo di sei anni ascoltato oggi nel tribunale di Tivoli, tramite incidente probatorio, nell’ambito dell’inchiesta sui presunti abusi sessuali ai danni dei minori della scuola Olga Rovere di Rignano Flaminio. «Ci portarono a casa della maestra Patrizia e ci fecero delle foto», ha detto il bimbo rispondendo alle domande del gip Elvira Tamburelli, in presenza della psicologa Marilena Mazzolini. Il piccolo ha affermato di essere stato condotto a casa della maestra Patrizia Del Meglio con la sua macchina nera insieme con altri bambini, ha descritto i giochi che sarebbero stati fatti in quell’abitazione, ha parlato di foto scattate, sempre a casa della maestra, e ha definito quell’occasione come una “brutta esperienza”: «C’erano tanti pupazzi - ha aggiunto - c’era un uomo con il viso coperto e con il quale giocavamo ad acchiapparella e altro. C’era anche la maestra Marisa». Il bambino avrebbe inoltre descritto con dovizia di particolari la casa, parlando di una piscinetta gonfiabile che si sarebbe trovava nel giardino.
Gli avvocati: indagine ancora aperta. «Con buona pace di tutti coloro che pensavano che l’indagine fosse finita - hanno detto gli avvocati di parte civile Franco Merlino e Antonio Cardamone - oggi si registra un ulteriore sviluppo dell’impostazione accusatoria, che vede confermato il coinvolgimento di alcuni indagati». Nel pomeriggio l’audizione di un altro bambino.
Nella vicenda giudiziaria sui presunti abusi a Rignano sono indagate sette persone: le maestre Patrizia Del Meglio, Marisa Pucci, Silvana Magalotti e Assunta Pisani, l’autore tv Gianfranco Scancarello, la bidella Cristina Lunerti ed il benzinaio cingalese Da Silva.


Fonte Il messaggero

venerdì 20 giugno 2008

Processo a Don Gelmini: udienza rinviata


Processo a Don Gelmini: le intercettazioni sul banco degli accusati
I difensori dei collaboratori di Don Pierino, accusati di intralcio alla giustizia, hanno contestato le modalità delle intercettazioni; il Gup ha disposto gli accertamenti richiesti; l'udienza è stata rinviata al 15 luglio



La “storia” delle intercettazioni telefoniche irrompe anche nel processo, che è ripreso oggi davanti al Gup di Terni, con l'udienza preliminare nei confronti di don Pierino Gelmini, accusato di abusi sessuali nei confronti di dieci ormai ex tossici della Comunità Incontro.
Alcuni dei difensori hanno chiesto al giudice che vengano disposte delle deposizioni per chiarire le modalità di realizzazione delle intercettazioni telefoniche alla base delle accuse, in particolare nei confronti dei collaboratori di don Gelmini che, con la madre di uno degli accusatori, devono rispondere di avere intralciato le indagini.
Nessuno degli imputati è presente in aula. Presente invece Michele Iacobbe, uno dei giovani che - secondo l'accusa - sarebbe stato molestato dal sacerdote.

Ultim'ora:
È stata accolta dal gup di Terni la richiesta delle difese di don Pierino Gelmini e degli altri tre imputati di sentire alcuni testimoni sulle modalità di registrazione delle intercettazioni telefoniche agli atti dell'inchiesta.
L'udienza è stata quindi rinviata al 15 luglio prossimo. Saranno sentiti due funzionari della squadra mobile di Terni, un consulente delle difese ed un rappresentante della ditta che ha noleggiato le apparecchiature per la registrazioni dei colloqui telefonici.

Il Gup Pierluigi Panariello ha comunque rinviato a giudizio don Gelmini., che era assente e che è attualmente nella sede della Comunità di Amelia, dove domani incontrerà il sottosegretario Carlo Giovanardi e i parlamentari umbri del Pdl per affrontare il problema del "dilagare della droga in Umbria".

lunedì 16 giugno 2008

Varese: abusa di tre minori e filma le violenze

Pedofilia, abusa di tre minori e filma le violenze con una telecamera: arrestato 30enne nel varesotto


VARESE (13 giugno) - Un uomo di 33 anni è stato arrestato a Tradate (Varese) con l'accusa di pedofilia. Dalle indagini, condotte dalla squadra mobile in collaborazione della polizia postale, l'uomo avrebbe avrebbe abusato nel garage della sua abitazione di almeno tre minori, tutti maschi, filmando le scene con una telecamera.

Gli inquirenti sono venuti a conoscenza del fatto grazie a una segnalazione. L'uomo, infatti, aveva l'abitudine di attirare le sue vittime nel garage: un luogo pressoché insonorizzato, che gli avrebbe permesso, per molto tempo, di non destare sospetti.

I filmati delle violenze sono stati sequestrati

Don Bertagna condannato a 8anni: confessò la violenza sessuale su minori.


PEDOFILIA: AREZZO, EX PARROCO FARNETA CONDANNATO A 8 ANNI
Arezzo, 13 giu. - (Adnkronos) - E' stato condannato con rito abbreviato a 8 anni di reclusione Pierpaolo Bertagna, l'ex parroco di Farneta (Arezzo) accusato di 16 casi di violenza sessuale su minori. L'uomo venne arrestato nel 2005 dopo la denuncia dei genitori di un ragazzino di 13 anni. Qualche tempo dopo il sacerdote confesso' ai magistrati aretini 38 abusi. Bertagna era membro della comunita' monastica dei 'Ricostruttori nella preghiera'. In una nota la diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro esprime Vicinanza e solidarieta' ''ai giovani, alle loro famiglie e alle comunita' parrocchiali interessate, in particolare a quelle di Farneta, Monsigliolo e Montecchio'' e ''affida Pierangelo Bertagna alla misericordia di Dio, affinche' egli sappia guardare con speranza al di la' del mistero della fragilita' umana e del peccato''. La nota della Diocesi aretina ricorda che Don Angelo Bertagna era stato sospeso dal vescovo, monsignor Gualtiero Bassetti dall'esercizio di tutti i diritti e funzioni inerenti all'ufficio sacerdotale. Successivamente, il 25 luglio 2006, papa Benedetto XVI lo aveva dispensato da tutti gli oneri del sacerdozio, incluso il celibato.

AREZZO - Reo confesso di 38 casi di violenza sessuale e processato per 16 episodi di molestie a minori. E' la vicenda di un prete toscano, ora condannato, con rito abbreviato, a otto anni di reclusione dal giudice per le indagini preliminari di Arezzo. Don Pierangelo Bertagna, 46 anni, ex parroco di Farneta, nel comune di Cortona, in provincia di Arezzo, fu incastrato dalla testimonianza di un ragazzino di 13 anni e che nel 2005 portò all'arresto del sacerdote. Successivamente, il vescovo di Arezzo Gualtiero Bassetti lo sospese 'a divinis'. Dopo l'arresto, decine di genitori andarono dai carabinieri per raccontare cosa era accaduto ai loro figli; a quel punto, il religioso ammise i casi segnalati dalle famiglie, confessando gli altri avvenuti in passato. (Agr)

lunedì 2 giugno 2008

Inizia il processo a Christopher Neil accusato di pedofilia in Thailandia


Christopher Neil, parte il processo
L’accusa chiama a testimoniare un bambino e mostrerà 70 fotografie
Inizierà oggi, in un’aula thailandese, il processo al canadese Christopher Neil accusato di di aver molestato un bambino thailandese.
L’accusa chiamerà a testimoniare un ragazzo thailandese e mostrerà una settantina di fotografie con le immagini che mostrano le molestie subite da alcuni giovani. Le stesse foto in base alle quali è avvenuta l’identificazione di Neil dopo che la polizia tedesca era riuscita ad invertire il procedimento computerizzato con cui era stata nascosta la faccia dell’uomo protagonista delle foto.
La vittima aveva nove anni all’epoca dell’abuso, nel 2003. Il ragazzo ha dichiarato che Neil lo avrebbe pagato l’equivalente di 15-30 dollari per fare sesso orale. Il canadese rischia fino a 20 anni di prigione per le accuse che pendono sulla sua testa, tra cui quella di molestie sessuali su minore e rapimento. Neil, infatti, è ora accusato dalla Corte criminale di Bangkok di aver adescato un bambino sotto i 15 anni di età, senza il conseso dei genitori, con l’intento di molestarlo; le altre accuse sono di detenzione illegale punibile fino a tre anni e abuso sessuale su un minore punibile fino a 10 anni.
Il 32enne di Maple Ridge, British Columbia, si è dichiarato non colpevole e ha proclamato la sua innocenza: «Spero che in Thailandia ci sia giustizia». L’avvocato di Neil è ottimista. Secondo la difesa il processo potrebbe durare un anno. Nel caso in cui Neil fosse assolto in Thailandia, potrebbe affrontare altre accuse nel vicino Vietnam e Cambodia. Neil ha passato anni in Asia insegnando inglese. Era stato catturato in Thailandia dopo una caccia all’uomo internazionale durata alcuni giorni.

martedì 27 maggio 2008

Pedofilia: condanne di 21 anni alla "banda degli orchi" del Salento

Una scure pesantissima sulla testa della presunta “banda degli orchi”. I giudici della prima sezione penale del Tribunale di Lecce, (presidente Silvio Piccino, a latere Sergio Tosi e fabrizio Malagnino), dopo una travagliata camera di consiglio protrattasi fino a tarda sera, hanno inflitto pene esemplari per il padre, la madre ed un loro amico accusati di aver violentato, fatto prostituire con dieci conoscenti e percosse, le proprie figlie di nove e dieci anni per otto lunghi anni, in un paesino del Sud Salento. Il padre el’amico di famiglia sono stati condannati al massimo della pena per i reati contestati dalla pubblica accusa: 21 anni a testa. Diciotto invece alla madre. Ha resistito l’impianto accusatorio del pm Maria Cristina Rizzo che, nella sua dura requisitoria, si era fermata a 40 anni di carcere. I giudici invece hanno alzato la quota, interpretando la materia giuridica con una lettura rigida. Sono state pattuite anche le cifre sulle provvisionali destinate alle tre figlie, 70, 50 e 20 mila euro, difese dal legale Viola Messa. Affidate legalmente all’avvocato Anna Grazia Maraschio, sono ancora oggi sottoposte ad un programma di recupero. I titoli di reato rimangono gli stessi. Il padre risponde di violenza sessuale, favoreggiamento alla prostituzione e maltrattamenti in famiglia. La madre di omissione colposa: non avrebbe impedito o quantomeno cercato di impedire che le figlie diventassero “merce di scambio” e che venissero continuamente violentate dal marito. Ventuno anni anche all’amico di famiglia. Ha retto l’accusa di violenza sessuale. Le indagini dei carabinieri della compagnia di Cesarano fecero emergere come per un certo periodo l’uomo fosse stato l’amante della madre, abusando delle ragazzine con il consenso del padre. I militari della compagnia sud salentina, il 21 settembre 2006, alzarono il velo su una storia raccapricciante che sconvolse una piccola comunità del Salento Sud Occidentale. Un padre di famiglia non avrebbe avuto alcuna titubanza nel vendere il corpo delle sue figliolette per racimolare soldi per comprare bevande alcoliche e sigarette e per pagare i debiti di gioco e convincere in tal modo i creditori a finirla con i pestaggi nei suoi confronti. I legali degli imputati, D’Ippolito e Garza, hanno fatto sapere di coler trascinare il processo in Appello. Abbiamo voluto sottacere luoghi e nomi della squallida vicenda per una libera scelta. Nel nostro piccolo, in questo modo, cerchiamo di tutelare la privacy degli imputati accusati di reati pesantissimi e preservare l’anonimato di giovanissimi che a 16 e 17 anni devono faticosamente costruirsi un futuro e reintegrarsi, senza strascichi, nella vita civile. Francesco Oliva (lecceprima.it) 26.maggio.2008

sabato 24 maggio 2008

Pedofilia: 20 anni all'allenatore giovanile


PEDOFILIA: 20 ANNI AD ALLENATORE DI CALCIO GIOVANILE
(AGI) - Roma, 23 mag. - Nuova, pesantissima, condanna per Fausto Cusano, il 40enne allenatore di calcio giovanile, da tempo detenuto a Rebibbia per scontare 10 anni di reclusione (erano stati 13 in primo grado) per una violenza sessuale, consumata e tentata, ai danni di un ragazzino di origine francese e per aver prodotto e detenuto materiale pedopornografico. Dopo una lunga camera di consiglio, i giudici della quarta sezione penale del tribunale di Roma hanno condannato l'imputato ad altri venti anni di carcere per aver abusato di una decina di suoi allievi (italiani e rom) della scuola calcio. Il collegio, presieduto da Stefano Meschini, ha assolto l'imputato da un caso di violenza e da due episodi di tentata violenza perche' il fatto non sussiste. Cusano, che ha preferito attendere la sentenza rimanendo in cella, e' stato condannato anche all'interdizione in perpetuo dai pubblici uffici e all'interdizione legale per la durata della pena.
Dovra' risarcire i danni, da liquidarsi in separata sede, a nove parti civili mentre dovra' versare una provvisionale per complessivi 70mila euro alle famiglie di cinque minori. La procura di Roma aveva chiesto una condanna a 18 anni.
Amareggiato l'avvocato Giacomo Marini che si e' detto "sorpreso dalla severita' della pena inflitta, tenuto conto delle risultanze processuali e di quanto richiesto dal pm. Una volta lette le motivazioni, faremo appello".

Pedofilia: australiano in carcere

Pedofilia: australiano in carcere


Per ex ministro quasi 14 anni di reclusione


(ANSA) - SYDNEY, 21 MAG - Condannato a quasi 14 anni di carcere per reati di pedofilia e droga l'ex ministro per gli affari aborigeni del Nuovo Galles del Sud. Milton Orkopoulos, 50 anni, ha compiuto i reati tra il 1995 e il 2006. Secondo il giudice, l'uomo 'preparava' ragazzi minorenni con droghe e alcool per poi costringerli ad atti sessuali. Orkopoulos ha usato la sua posizione di autorita' per conquistare la fiducia delle sue vittime e ha introdotto almeno uno dei minorenni all'eroina(FOTO ARCHIVIO).

21 Mag 18:29 ANSA.IT

Sand Donato: educatore chiede rito abbreviato. Avrebbe abusato di due bambini di 10 e 11 anni

Pedofilia: educatore di San Donato chiede rito abbreviato
L’uomo avrebbe abusato di due bambini di 10 e 11 anni. Disposta per il 30 maggio la perizia neuropsichiatrica per i due minori


MILANO (FloRu) - Ha chiesto di poter essere giudicato con il rito abbreviato F.G., l'educatore professionale di 32 anni accusato di pedofilia nei confronti di due bambini di 10 e 11 anni ospitati nel Centro di Aiuto del Bambino Maltrattato e alla Famiglia in crisi (Caf) di San Donato Milanese. Il suo difensore, l'avvocato Beatrice Saldarini, ha infatti depositato una consulenza che stabilisce la totale inattendibilità delle presunte, piccole vittime sulla base della Statement Validity Analysis (Sva). Per questo motivo il giudice per l'udienza preliminare Mariolina Panasiti ha disposto a sua volta una perizia per rispondere allo stesso quesito. L'incarico sarà conferito a un neuropsichiatra infantile il prossimo 30 maggio. Per quella data il gup scioglierà inoltre la riserva sull'istanza presentata dall'accusa, sostenuta in udienza dal pubblico ministero Stefano Civardi, di sospendere i termini di custodia cautelare in attesa dell'esito della perizia.
L'imputato che era stato arrestato lo scorso dicembre con le accuse di violenza sessuale e violenza privata, si trova attualmente agli arresti domiciliari. Nella causa anche il Comune di San Donato Milanese che si è costituito parte civile e le famiglie dei bambini.
In base a quanto ricostruito dal pubblico ministero Antonio Sangermano, titolare dell'inchiesta, l'educatore costringeva i bambini all'epoca affidati al centro di Aiuto su disposizione dell'autorità giudiziaria, a subire atti sessuali sotto la minaccia di un coltello, a vedere fotografie e filmati pornografici e a farsi a loro volta riprendere con una telecamera mentre si facevano la doccia o mentre si cambiavano. Un comportamento, quello dell'educatore, che secondo quanto ha scritto il pm nella richiesta avrebbe causato ai bimbi "rilevanti sofferenze fisiche e psicologiche", interferendo "nei processi evolutivi dei minori in maniera tale da poterne pregiudicarne il lineare sviluppo". F. G. risulta anche indagato nell'ambito di un'inchiesta per pedopornografia online condotta dalla Procura di Siracusa.

19.5.2008 ifatti.com

Insegnante della Val di Magra rinviato a giudizio per pedofilia

Insegnante rinviato a giudizio: su di lui pesa l'infamante accusa di pedofilia

Grande clamore intorno alla notizia

Grande attenzione oggi in tutta la Val di Magra, dopo la notizia del rinvio a giudizio per pedofilia di un insegnante di scuola media 49enne della zona, accusato di avere avuto particolari attenzioni nei confronti dei suoi allievi.
La polizia ha raccolto almeno cinque testimonianze “pesanti” da parte di altrettanti ragazzi, che hanno raccontato dei palpeggiamenti da parte del loro insegnante-accompagnatore, durante la recente vacanza in settimana bianca, ma anche all’interno dell’aula di scuola. Altre prove raccolte dagli inquirenti ed illustrate dalla PM Raffaella Concas, un invito per il fine settimana fatto ad un allievo per SMS, una foto scattata con il cellulare con un altro allievo in braccio al professore, e l’accesso a siti internet proibiti dal proprio computer.



23/05/2008 10.23.24 cittadellaspezia.com

martedì 6 maggio 2008

Pedofilo Kuwait: condannato a morte

Un pedofilo egiziano e’ stato condannato a morte dalle autorita’ del Kuwait.
Jihad al-Saadi, 27 anni, e’ accusato di aver violentato 17 bambini a Hawalli, zona periferica residenziale a 12 chilometri della capitale Kuwait City. Il tribunale, che giudica l’imputato caso per caso, ha inflitto allo stupratore tre condanne a morte e un ergastolo. (Agr)

Appello Interpol: pedofilo ricercato!!


L’Interpol diffonde le foto del pedofilo -Online 800 scatti di lui con bambini
L’uomo, oltre ad aver diffuso su internet materiale fotografico pedo-pornografico, avrebbe anche abusato di tre bambini asiatici di età compresa fra i 6 e i 10 anni. Sulla rete sarebbero state ritrovate centinaia di immagini, circa 800, nelle quali l’uomo abusa sessualmente di minori.

Fonte Quotidiano Net
Lione, 6 maggio 2008 - Per la seconda volta in sette anni, l’Interpol ha lanciato un avviso di ricerca internazionale sul suo sito internet per identificare e ritrovare un presunto pedofilo. L’uomo, oltre ad aver diffuso su internet materiale fotografico pedo-pornografico, avrebbe anche abusato di tre bambini di origine asiatica di età compresa fra i 6 e i 10 anni.
L’organizzazione internazionale di polizia criminale, che ha sede a Lione, ha diffuso sei fotografie dell’uomo, di razza bianca, capelli grigi e occhiali, sul suo sito internet. La foto potrebbe non essere molto recente, avvisa l’Interpol, poichè la gran parte delle immagini risale al periodo tra il 2000 e il 2001.
“E’ un uomo bianco di una certa età, tra i 50 e i 70 anni. Non abbiamo alcuna idea di dove si trovi, nè di quale sia il suo paese d’origine, anche se probabilmente viene da un paese occidentale, Nordamerica, Europa o Australia”, ha dichiarato il responsabile del reparto di protezione dell’infanzia, Yves Rolland. Sulla rete sarebbero state ritrovate centinaia di immagini, circa 800, nelle quali l’uomo abusa sessualmente di minori.
L’Interpol invita “tutte le persone in possesso di informazioni su quest’uomo e sul suo luogo di soggiorno” a contattare l’Ufficio centrale nazionale dell’Interpol, anche tramite internet (www.interpol.int). Secondo Robert Noble, segretario generale di Interpol, il ricercato “rappresenta un pericolo reale per i bambini”.
Questo stesso sistema via internet utilizzato dall’Interpol aveva portato nell’ottobre scorso al successo dell’operazione “Vico”, con l’arresto di un pedofilo in Thailandia, un canadese di 32 anni.

sabato 3 maggio 2008

Processo Alessandro Riva: Gullotta tra i difensori del critico d'arte

(ANSA). Processo Riva

(OMNIMILANO) Milano, 22 apr -. A margine dell'udienza
l'avvocato Guglielmo Gulotta, uno dei difensori del critico ex
collaboratore dell'assessorato comunale alla Cultura, si è detti
"soddisfatto perché è risultato il tessuto di chiacchiere tra i
bambini e le mamme che è un bene che ci sia, ma è anche normale
che possa alterare ricordi".

A quanto si apprende oggi, le presunte, piccole vittime sentite
dagli inquirenti nel corso dell'inchiesta hanno fatto più volte
riferimento al corso "Parole non dette" che hanno seguito a
scuola. Un corso ideato per fornire ai bambini gli strumenti per
difendersi dalla pedofilia. Ebbene, per i difensori "nel corso
delle prossime udienze" si dovrà vedere "come questo corso anti
abuso si colloca nella vicenda". In particolare l'avvocato
Gulotta ha voluto sottolineare che per quanto lo riguarda questa
è una "storia che si trascina come una palla di neve". Ha poi
riferito di "qualche attimo di tensione" in udienza perché "noi
della difesa ci siamo opposti a che la polizia potesse parlare
al processo dei comportamenti non verbali dei bambini sentiti
durante le indagini a causa di possibili ambiguità". Il giudice
però ha accolto la richiesta del pm Laura Amato, che ha
liquidato la questione dei comportamenti non verbali definendoli
"elementi oggettivi".

venerdì 25 aprile 2008

Treviso: violenza su bambina di 10anni. Sulle tracce del pedofilo!

Treviso, 25 apr. (Apcom) - Una bambina di dieci anni, di Santa Lucia di Piave, in provincia di Treviso è stata violentata ieri sera nel parco pubblico dove andava a giocare, a pochi metri da casa,. E’ stata proprio la bimba a confessare la violenza subita. Tornata a casa la bambina aveva detto alla madre di avvertire forti dolori all’addome. In serata i genitori l’hanno portata al Pronto Soccorso di Conegliano, dove i sanitari hanno effettivamente constatato che la piccola aveva avuto un rapporto sessuale completo anche se non presentava segni esterni di violenza.
Quando la bambina, durante la visita, ha raccontato di essere stata violentata al parco giochi da uno straniero, sono scattate immediatamente le ricerche. Malgrado la ricostruzione della bambina sia confusa, le indagini hanno imboccato subito la pista della comunità dei nordafricani. In caserma sono stati sentiti due nordafricani per violazione della Bossi-Fini, ma a loro carico non sono emersi elementi che possano essere collegati allo stupro della bambina e i due sono stati rilasciati.
Gli inquirenti mantengono il massimo riserbo sulle indagini. I Carabinieri starebbero stringendo il cerchio attorno al violentatore, potrebbe essere questione di ore.

Pedofilia: il PC in riparazione fa scoprire un archivio pedopornografico di un 48enne di Bologna.

Pedofilia: il PC in riparazione fa scoprire un archivio pedopornografico di un 48enne di Bologna.

Fonte: Il Resto del Carlino 22-4-2008
ARRESTATO 48ENNE A BOLOGNA
Porta il computer a riparare, scoperto archivio pedopornografico
Migliaia di foto con protagonisti adolescenti ma anche bimbi tra i due e i cinque anni. Non è stata accertata la cessione del materiale per questo motivo il Gip ha convalidato l’arresto disponendo però la scarcerazione con obbligo di firma per l’uomo.

BOLOGNA, 22 APRILE 2008 - E’ stato ‘tradito’ dalla sua sbatataggine e dal tecnico dei computer al quale si era rivolto per riparare l’apparecchio. E’ infatti stato smascherato dall’incaricato del lavoro che, mentre operava sull’hard disc si è trovato di fronte a immagini pedopornografiche. Nel computer, infatti il 48enne arrestato aveva creato un vero e proprio archivio digitale di migliaia di fotografie e filmati con protagonisti non solo adolescenti, ma pure tanti bambini tra i due e i cinque anni.
Il riparatore ha segnalato il fatto alla Polizia Postale e delle Comunicazioni di Bologna che, anche dopo una perquisizione domiciliare in cui e’ stato trovato altro materiale di quel tipo, su decisione del Pm Giuseppe Di Giorgio ha arrestato un uomo di 48 anni del capoluogo emiliano, tecnico elettronico che opera nel settore artistico.
Il Gip Alberto Gamberini ha convalidato l’arresto, disposto la scarcerazione a applicato la misura cautelare dell’obbligo di firma. Non sono emersi, comunque, elementi che facciano pensare alla cessione del materiale da parte dell’uomo ad altre persone.
La Sezione Specializzata della Polizia per il Contrasto alla Pedopornografia on-line era sulle tracce dell’uomo anche nel contesto di controlli di routine della rete internet.
Il Pm Di Giorgio, che ha coordinato l’accertamento da cui e’ scaturito uno dei rari casi di arresto in flagranza per questo tipo di reato, fa parte del pool di Magistrati della Procura di Bologna che si occupa di pornografia minorile on-line e che con la nuova legge ha competenza su tutta la regione Emilia-Romagna per questo tipo di reati. La nuova legge prevede pero’ che i Gip competenti siano quelli delle varie citta’ della Regione e questo - e’ stato fatto notare - crea qualche problema alla speditezza delle indagini, soprattutto quando ci sono da fare richieste al Gip, come ad esempio le autorizzazioni alle intercettazioni.

Sergio Marzola - Condanna a 10 anni di carcere per pedofilia

Fonte: RaiNews24 - Ferrara | 23 aprile 2008
Condanna a 10 anni di carcere per pedofilia
Sul caso ha indagato la polizia postale Sergio Marzola, 43 anni, e’ stato condannato dal gup a 10 anni di carcere con giudizio abbreviato. La confessione dell’uomo, arrestato un anno e mezzo fa, diede il via a una vasta inchieste europea sulla pedofilia via internet con sviluppi anche in Usa. Il condannato, di professione webmaster, dovra’ pagare 60.000 euro come pena accessoria e rifondere i danni materiali, per ora fissati a 50.000 euro di provvisionale, a due bimbe belghe e alla loro mamma, che abitano a Bruges e si sono costituite parte civile.
L’inchiesta partita da un video
L’inchiesta che si e’ chiusa con la condanna di Sergio Marzola parte da molto lontano. Tutto comincio’ in Australia, nella primavera 2006, quando la polizia intercetto’ un filmato di due bambine di 13 e 14 anni ritratte in atteggiamenti sessuali: le due ragazzine parlavano un dialetto fiammingo, e cosi’ la polizia australiana invio’ quelle immagini in Olanda per approfondire le indagini, ma sbagliando, perche’ in realta’ la lingua parlata era un fiammingo belga e non olandese. Si individuo’ cosi’ che le bambine erano di Bruges, e che erano state riprese nel video mentre avevano rapporti sessuali con il loro padre: l’uomo ammise che a girare quei video, rimbalzati in tutto il mondo, era stato il ferrarese Sergio Marzola.

Un altro caso a Belluno
Un insegnante in pensione di 63 anni residente a Feltre (Belluno) e’ stato arrestato dalla polizia postale per una vicenda di pedofilia on line. L’uomo - finito in carcere una decina di giorni fa ed ora agli arresti domiciliari - avrebbe scambiato foto e materiale pedopornografico via internet con dei ragazzini. Secondo quanto riferiscono le cronache locali dei quotidiani bellunesi, l’ex insegnante si spacciava per giovanissimo nel chat in internet. Stabiliti i contatti con i ragazzini proponeva lo scambio di immagini e filmati. Sulla vicenda - fatta emergere dai genitori di un bambino - gli investigatori hanno posto il massimo riserbo per tutelare i minori, mentre accertamenti sul computer dell’uomo sono tutt’ora in corso per risalire al numero e tipo di contatti stabiliti.

Messaggio di Napolitano nella giornata dei bambini vittime della
violenza
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato un messaggio in occasione della “Giornata dei bambini vittime della violenza”, organizzata dall’associazione Meter fondata da don Fortunato Di Noto, giunta quest’anno alla dodicesima edizione. Nel testo, secondo un comunicato di don Di Noto, il capo dello Stato rileva che alla “incisiva azione condotta dalle Forze di Polizia, attraverso l’utilizzo sistematico di tecnologie informatiche, va affiancata una piu’ stretta sinergia tra soggetti pubblici e privati che operano per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di abuso che destano sentimenti di ripugnanza”.

Pedofilia: arrestato un lusernese

T Fonte: Eco del Chisone

Lunedì scorso, interrogato dal giudice, ha negato tutto
Pedofilia: arrestato un lusernese
A suo carico già un procedimento penale per reati analoghi
Ha negato tutto, sostenendo che il ragazzo si era inventato ogni cosa. Questa in estrema sintesi la conclusione dell’interrogatorio di garanzia che si è svolto lunedì mattina in Tribunale a Pinerolo davanti al giudice Alberto Giannone, che ha convalidato l’arresto.Intanto, almeno fino a quando il giudice non si pronuncerà sulla richiesta di arresti domiciliari, Dario Quaglia resta alla Felicina di Saluzzo. E il suo legale, Giulia Duò, fa sapere: «Il giudice si è riservato di decidere (per questo ha tempo 5 giorni, ndr): per ora non rilascio dichiarazioni».

Quaglia, 45enne residente a Luserna S.G. (dove è noto come organizzatore di sedicenti lotterie e tornei sportivi), sabato 19 è stato arrestato dagli uomini del maresciallo Raia in esecuzione ad un ordine di custodia cautelare in carcere firmato dal procuratore Giuseppe Amato e dal suo sostituto, Vito Destito.

A farlo finire in manette la denuncia di un giovanissimo che il presunto pedofilo avrebbe tentato di indurre alla prostituzione, offrendogli denaro in cambio di (inequivocabili) favori sessuali.

Accuse, quelle di violenza sessuale su minori, non nuove per Quaglia che nel marzo 2007, per analoghe contestazioni (e perfino con analoghe modalità di adescamento), era stato sottoposto agli arresti domiciliari dal Gip Marco Battiglia. Una misura poi revocata in attesa dell’udienza preliminare, fissata al 27 marzo davanti al giudice Luca Del Colle e poi rinviata, su richiesta del difensore che aveva optato per il rito abbreviato.

Nel frattempo, per Quaglia, nuovi guai che potrebbero farsi davvero seri, tenendo conto che ora c’è pure il rischio di recidiva.

L’episodio che l’ha portato in carcere risale proprio al 26 marzo (manco a dirlo, il giorno prima del processo che doveva celebrarsi a suo carico). Con un piccolo prologo datato 21 marzo. Quel giorno, stando a quanto denunciato ai Carabineri, Quaglia avvicina il sedicenne davanti alla Stazione ferroviaria di Pinerolo. Si qualifica come “Dario” e gli chiede se fosse interessato ad un lavoro di volantinaggio in vista delle imminenti elezioni politiche. Pattuito il compenso (25 euro al giorno), scambiati i cellulari e fissato l’appuntamento: cinque giorni più tardi davanti al bar Sport di Bibiana.

Il ragazzo si presenta, ma non da solo. Ad accompagnarlo c’è la fidanzata. Un imprevisto che suscita l’ira di “Dario” e che manda a monte l’incontro. “Dario” però non demorde e se prima lo insulta («terrone di merda, ti avevo detto di venire da solo») poi lo cerca (ripetutamente) al telefono. Il pomeriggio stesso si incontrano di nuovo e questa volta le avances sessuali si fanno esplicite. E pure il compenso viene precisato: 1.200 euro per soggiacere alle sue voglie. Tutto questo è emerso dal racconto del ragazzo che di quelle profferte, e dei relativi compensi, non vuole sentire neppure parlare.

È spaventato, anche perché avrebbe ricevuto sul cellulare minacce anonime (del tipo «ti spacco le gambe»), ma riesce comunque, anche spalleggiato dalla famiglia, a prendere una decisione coraggiosa: rivolgersi ai Carabineri di Luserna. Quegli stessi che sabato scorso hanno arrestato, in casa sua, il presunto pedofilo.

martedì 15 aprile 2008

Yemen,tribunale annulla matrimonio tra bambina 8 anni e 30enne

Yemen,tribunale annulla matrimonio tra bambina 8 anni e 30enne
martedì, 15 aprile 2008

SANAA (Reuters) - Un tribunale dello Yemen ha annullato oggi il matrimonio combinato avvenuto tra una di una bambina di otto anni e un trentenne, perché la piccola sposa non ha ancora raggiunto la pubertà.

La corte ha condannato la famiglia della bambina al pagamento di 250 dollari in risarcimento all’ex marito.

La bambina, hanno detto l’avvocato della piccola e l’attivista per i diritti umani Shatha Nasser, si era presentata pochi giorni fa in tribunale per intentare la causa di divorzio e denunciare gli abusi fisici subiti dal marito, accusandolo di averla costretta ad avere “rapporti sessuali con lui dopo averla picchiata”.

Il risarcimento all’ex marito è stato pagato da un volontario che ha assistito al processo, ha detto l’avvocato, senza specificare però i motivi per i quali tale risarcimento sia stato ordinato.

Nei paesi arabi che osservano le tradizioni tribali, il matrimonio tra giovani ragazze e uomini maturi è una pratica molto diffusa, ma in genere le bambine non vengono date in spose prima di aver raggiunto la pubertà.

Tali matrimoni combinati sono talvolta determinati dalle difficili condizioni economiche delle famiglie in Yemen, uno dei paesi non-africani più poveri al mondo.

venerdì 11 aprile 2008

Elezioni 2008: Roberta Lerici Italia dei Valori

Elezioni, Roberta Lerici IDV

Elezioni, R. Lerici IDV “Con le parole del vescovo di Gravina, io chiudo la mia campagna elettorale”
DI Roberta Lerici

E’ stata un’esperienza faticosa ma bella, per me che non avevo idea di cosa volesse dire essere “candidati”. Ho conoscuto molte persone, e in tanti mi avete scritto per sostenere questa battaglia a favore dei bambini. Non so se sarete in tanti a votare per l’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro che mi ha offerto questa possibilità. Ma spero che sarete in tanti ad aiutarmi a difendere i bambini comunque vadano le cose.
Vi ricordo che per votare per me, non bisogna mettere il mio nome, ma fare solo una croce sul simbolo di Di Pietro-ITALIA DEI VALORI (Trovate tutto sul volantino sul sito). Il fatto che qualcuno reputi Di Pietro solo un “giustizialista” è profondamente sbagliato. Io credo che la legalità sia l’unica strada da percorrere affinchè la politica possa riacquistare credibilità ai nostri occhi. Il concetto di legalità è ampio e abbraccia tanti aspetti della nostra vita. Se un concorso non è truccato, lo vinceranno i migliori, e saranno i migliori ad occupare posti in cui si richiede capacità. Se un primario è nominato dai politici, potrebbe non essere il migliore, e la salute dei cittadini potrebbe essere messa a repentaglio. Se un appalto è truccato, il lavoro costerà dieci volte di più e magari sarà fatto male. Questa è la legalità che dovrà impedire situazioni incredibili come quella dei rifiuti in Campania. Ma la legalità è anche non candidare persone che abbiano in corso processi o siano stati condannati. Di Pietro è stato l’unico a richiedere il certificato penale a tutti i candidati. Credo che questo sia un segnale importante da dare ai cittadini. Ho conosciuto il capo della segreteria politica di Di Pietro, Stefano Pedica, più di un anno fa, perchè mandai una mail a Di Pietro quando nessuno si interessava della situazione della scuola Olga Rovere di Rignano Flaminio, in cui una preside aveva sbattuto fuori i genitori dalla scuola ed era impossibile avere un colloquio con le maestre. Naturalmente, sono state altre istituzioni contattate a risolvere poi la situazione (l’Ufficio Scuola della Regione Lazio, il Ministro Fioroni, la Bicamerale Infanzia, ecc.), ma Stefano Pedica mi ha ricevuto subito, e ha presentato interrogazioni parlamentari, proposte di legge, ha diffuso i dossier sui casi di pedofilia nelle scuole che io avevo raccolto e di cui nessuno parlava. Hanno dimostrato, insomma, di avere a cuore la tutela dell’infanzia.
“Abbiamo cominciato questa battaglia insieme e vorrei che la continuassimo insieme”
E’ stato questo il modo in cui l’italia dei valori mi ha chiesto di candidarmi al senato. Io sono rimasta sorpresa, non me lo aspettavo.
Ho accettato dopo averci pensato qualche giorno, perchè non sapevo cosa fare. Ora sono contenta, perchè in questa campagna elettorale, sono stati davvero in pochi a parlare di tutela dei bambini in modo approfondito. Come ho già avuto modo di dire, non basta dire che si vole combattere la pedofilia o lanciare slogan di condanna. Ci vogliono programmi di prevenzione, provvedimenti specifici, di cui, nelle poche occasioni che ho avuto, ho parlato forse soltanto solo io.
La tutela dell’infanzia è un’emergenza nazionale, questo devono ricordarlo tutti, a prescindere da chi vincerà le elezioni. E forse, l’unica persona che è riuscita a fare un discorso serio sull’infanzia in questi giorni di parole lanciate alla gente come caramelle, è monsignor Paciello, vescovo di Gravina, ai funerali di Francesco e Salvatore, i fratellini.
Ed è con le sue parole che io “chiudo la mia campagna elettorale” :
“Dobbiamo amare i bambini”
“Laggiù, Francesco e Salvatore certamente hanno invocato aiuto, hanno sperato fino alla fine che qualcuno li sentisse; ma, tutti e due, e specialmente il più piccolo, Salvatore di nome, morto perché voleva essere salvatore di fatto del fratello, hanno fatto l’esperienza più dolorosa della solitudine vera, dell’abbandono senza speranza.
Vorrei raccogliere quelle grida, quelle invocazioni e da questa Cattedrale farle rimbalzare lì dove si decidono le sorti del nostro Paese e dei nostri paesi. Tanti potenziali Ciccio e Tore, cioè ragazzi che, usciti di casa corrono rischi e pericoli di cui non sono coscienti, ce ne sono stati, e ce ne saranno nelle nostre città.
Non voglio strumentalizzare la morte dei fratellini, per lanciare anatemi; ma non dobbiamo permettere che la morte di Ciccio e Tore, lasci il mondo come si trova.

Dal sito: www.bambinicoraggiosi.com

giovedì 10 aprile 2008

Pedofilia - Condannato un sacerdote

PEDOFILIA: CONDANNATO UN SACERDOTE

LA SENTENZA
Pedofilia, condannato un sacerdote
L'inchiesta era cominciata nel 2005. Il pubblico ministero aveva chiesto sei anni, ma il giudice ha optato per una condanna esemplare: sei anni e dieci mesi al prete accusato da insegnanti e genitori. La difesa: "Faremo appello" .

Ferrara, 10 aprile 2008 - Sei anni e dieci mesi: questa la condanna che il tribunale di Ferrara ha inflitto al 68enne sacerdote della Diocesi di Bologna che il 2 marzo del 2005 fu arrestato per presunti abusi sessuali ai danni di dieci bambini dell’asilo parrocchiale del ferrarese che gestiva all’epoca dei fatti. La sentenza è stata emessa ieri pomeriggio dal collegio giudicante (presidente Francesco Caruso, a latere Franca Oliva e Monica Bighetti) dopo sei ore di camera di consiglio e al termine di un processo durato un anno e molte udienze a porte chiuse.

Il sacerdote (difeso dagli avvocati Milena Catozzi di Ferrara e Giuseppe Pavan di Padova) è stato riconosciuto colpevole di abusi sessuali verso bambini minorenni — consistenti in palpeggiamenti nelle parti intime, baci sulla bocca e altre oscenità — e di abusi sessuali (nella fattispecie palpeggiamenti) verso due insegnanti della scuola. Una pena esemplare se si tiene conto del fatto che il pm Filippo Di Benedetto aveva chiesto sei anni. Oltre alla pena principale, che sconterà in carcere, il prete è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una provvisionale tra i due e i tremila euro per ogni bambina molestata sessualmente, anche se l’esatta quantificazione del risarcimento danni sarà effettuata in sede di processo civile.



Il collegio giudicante, che — di fatto — ha accolto in toto l’impianto accusatorio del pm Di Benedetto, ha ritenuto credibili e fondate le accuse contenute nelle testimonianze oculari delle insegnanti, delle cuoche e delle ausiliarie della scuola materna ferrarese, che hanno riferito in aula numerosi episodi verificatisi durante gli anni scolastici 2003-2004 e nei mesi successivi precedenti gli arresti domiciliari. Bocciata, invece, la tesi difensiva, che aveva fatto leva sul rancore provato verso il prete da due insegnanti che, nel settembre del 2004, egli stesso aveva licenziato dalla scuola per poi riassumere pochi mesi dopo su pressione dei genitori dei bambini. Rancore che, secondo la difesa, sarebbe stato alla base delle accuse di molestie.



L’inchiesta della procura ferrarese è iniziata nei primi mesi del 2005 dopo che alcune insegnanti, non senza timori e dubbi, avevano presentato ai carabinieri di Ferrara una denuncia nei confronti del sacerdote, nato a Verona ma attivo nella parrocchia ferrarese dove ha sede la scuola da lui gestita. In quell’occasione, le due donne raccontarono ai militari alcuni episodi circostanziati di molestie ai danni di una decina di bimbi dell’istituto. Si trattava di carezze un po’ troppo spinte, palpeggiamenti e strofinamenti nelle zone intime e baci sulla bocca.



A convincerle a parlare e a vincere gli iniziali timori reverenziali verso l’uomo era stata la direttrice della scuola materna, chiamata alcuni mesi prima dallo stesso religioso per coordinare l’attività didattica e seguire meglio gli aspetti organizzativi. Lei stessa, infatti, non solo era venuta ben presto a sapere dalle maestre e dalle ausiliare (in lacrime) di alcuni episodi emblematici accaduti in passato ma era stata addirittura testimone oculare di numerose attenzioni morbose del prete verso una bimba kosovara, ospite della parrocchia assieme alla madre, al padre e ai fratellini. In particolare, secondo le testimonianze raccolte in aula, l’uomo era solito baciare la minorenne sulla bocca.



Un fatto che era subito sembrato strano alla nuova direttrice, al punto da convincerla a denunciare questo ed altri episodi ai carabinieri assieme alle insegnanti. Ma la curia sapeva? Durante le udienze dibattimentali si è parlato per l’appunto di un incontro tra la stessa direttrice e monsignor Ernesto Vecchi, vicario del vescovo di Bologna Carlo Caffarra, in merito alla condotta del sacerdote ferrarese. In quell’occasione, l’esponente della curia aveva preso atto della situazione dipingendo l’uomo come 'malato'. Circostanza, questa, non confermata poi in aula. Prima della denuncia, altri colloqui erano stati condotti anche con una suora del paese — che aveva promesso il proprio interessamento presso le autorità religiose — e con un responsabile degli asili cattolici della zona. Avvisato o redarguito dai suoi superiori, il sacerdote si era tranquillizzato per alcuni mesi fino a quando non erano ripresi gli atteggiamenti osceni nei confronti della bimba kosovara.


Fonte: Il Resto Del Carlino

sabato 5 aprile 2008

Pedofilia on-line: arrestato un ingegnere informatico di Milano

fonte: il giorno
PEDOFILIA ON LINE
Arrestato un ingegnere informatico
Il procuratore: "Cose raccapriccianti"
L'uomo, sposato e con due figli, è stato trovato in possesso di 200 giga byte di materiale tra cui gli agenti hanno sequestrato almeno 1.700 video e oltre 70 mila immagini. L'ingegnere scambiava materiale con altri pedofili. L'operazione è stata eseguita dalla Polizia postale e delle comunicazioni di Torino


Milano, 4marzo 2008 - Un ingegnere, impiegato in una ditta informatica dell'hinterland milanese, dalla vita apparentemente regolare e 'pulita' è stato arrestato dalla polizia postale di Torino per diffusione di materiale pedopornografico. L'operazione è stata eseguita dalla Polizia postale e delle comunicazioni di Torino. Agli agenti ha subito ammesso le proprie colpe. Abitava in Brianza ed e' sposato, con due figli. Nei 200 giga byte di materiale sequestrato, ci sono almeno 1.700 video e oltre 70 mila immagini. ''Si vedono - hanno commentato il procuratore capo Marcello Maddalena e il suo aggiunto Pietro Forno - cose raccapriccianti. Si tratta di materiale nuovo che non era mai stato riscontrato in precedenti inchieste legate ai pedofili. Non sappiamo se si tratta di immagini registrate in Italia o all'estero. Adesso analizzeremo tutto il materiale per risalire all'origine''.



L'uomo era solito a scambiare materiale con altri pedofili quando era all'estero per conto della sua ditta. Nell'ambito della frequentazione di una chat, si e' imbattuto con l'agente della polizia postale torinese sotto copertura che e' riuscito a carpire la sua fiducia dopo 18 mesi di scambi assidui, quasi giornalieri. E' stato lo stesso ingegnere ad indicare al falso collega un canale per soli pedofili ad invito e ad indicargli un sistema criptato per lo scambio di video e immagini che la polizia non aveva mai incontrato in analoghe inchieste. Era talmente sicuro l'ingegnere della segretezza del sistema usato, a tal punto che in molti video viene mostrato senza problemi anche il volto degli stessi pedofili.


L'ingegnere milanese è stato preso nell'autogrill di Settimo Torinese, sull'autostrada Torino-Milano. ''La particolarita' di questa inchiesta - hanno detto Giusi Territo e Fabiola Silvestri, la dirigente e la responsabile delle operazioni del compartimento postale di Torino - e' quella di essere riusciti a portare allo scoperto il pedofilo. E' un caso rarissimo''.Per non far scoprire il materiale alla propria famiglia, l'ingegnere nascondeva gli hard disk in elettrodomestici e videoregistratori che aveva nel suo studio, in casa.

PEDOFILIA - TEXAS Setta di mormoni poligami

Accuse a setta di mormoni poligami. Affidate ai servizi sociali 52 bambine
La setta segue gli insegnamenti di Warren Jeffes, "profeta" 50enne condannato nel novembre scorso a dieci anni di carcere per aver costretto un'adolescente a sposare un cugino appena maggiorenne. Sono in corso indagini per verificare se siano stati commessi reati di pedofilia.


La polizia ed i servizi sociali texani hanno compiuto un raid in un ranch in Texas della setta di Warren Jeffs, leader di un gruppo mormone che pratica la poligamia ora in prigione, per prelevare 52 bambine, tra i 6 mesi ed i 17 anni.

L'azione è scattata a seguito dell'inchiesta su abusi sessuali ai danni di una ragazza di 16 anni. Ma secondo i portavoce del Child protective service, sono state individuate altre vittime di abusi: "ci sono prove di abusi che sono stati compiuti o che erano imminenti, non è sicuro per questi minorenni rimanere nel ranch" hanno dichiarato.


Nell'operazione, che è durata tutta la notte dopo che la polizia ha chiuso tutte le vie d'accesso al ranch che si trova in una zona isolata nei pressi di Eldorado, nel Texas occidentale, è stato arrestato un uomo di 50 anni che ha avuto un figlio con una ragazza di 16 anni.



Jeffs, 52enne 'profeta' della setta che ha oltre 10mila adepti, è stato condannato a 10 anni di prigione nello Utah per complicità in violenza sessuale, per aver costretto una ragazza di 14 anni a sposare il cugino di 19. Ora l'uomo dovrà essere processato anche in Arizona, per complicità in incesto e violenze sessuali su minori.

mercoledì 2 aprile 2008

Bambina violentata: arrestata pedofilo

Fonte: L'Espresso
LANCIANO. L’orrore è in tre disegni. Lei, 11 anni appena e portatrice di un piccolo handicap, li ha fatti a scuola. «Vedi? Giocavamo così», ha raccontato all’assistente sociale incuriosito da alcuni strani atteggiamenti della piccola. Sul foglio immagini di sesso, inequivocabili. E’ cominciata così l’inchiesta che ha portato in carcere un presunto pedofilo, L.C., di 72 anni. Il vicino di casa, amico della famiglia della bambina, si faceva chiamare “zio”. E’ accusato di violenza sessuale aggravata. Gli abusi sarebbero avvenuti nell’estate 2007 in una palazzina alla periferia della città.
Lunedì sera i carabinieri hanno bussato alla porta di casa del pensionato, gli hanno consegnato l’ordine di custodia cautelare firmato dal Gip Massimo Canosa su richiesta del procuratore Tullio Moffa e l’hanno portato in carcere. L’uomo è rinchiuso a Villa Stanazzo, in isolamento per evitare possibili ritorsioni da parte degli altri detenuti. Entro domani è previsto l’interrogatorio di garanzia. «Una storia raccapricciante», l’ha definita il pm Moffa.
Una storia senza molti dettagli, esclusivamente per tutelare la minore. Secondo le accuse, le attenzioni morbose di L.C. nei confronti della bambina sono iniziate nell’estate scorsa. Il 72enne, originario di Roma, vive nello stesso palazzo della famiglia della piccola. Con la scusa di offrire gelati e merendine o di far vedere cartoni animati, il presunto pedofilo avrebbe portato la piccola nel suo appartamento e qui sarebbero avvenuti gli abusi. Quattro mesi di orrori. Mamma e papà della bambina si sono sempre fidati del vicino. «Lo conoscevamo da anni, era una sorta di zio. Non c’erano mai stati sospetti sul suo conto. Ed era così gentile», hanno confermato agli inquirenti.
I dubbi sono esplosi a settembre, con la riapertura della scuola. Dal comportamento della bimba un assistente sociale ha capito che qualche cosa non andava. Le prime confidenze, poi i disegni a confermare i sospetti. Disegni ripetuti anche di fronte ai carabinieri esperti in servizi sociali, che col tempo hanno saputo conquistare la fiducia della piccola. Le indagini sono proseguite per mesi e alla fine il materiale raccolto ha convinto il gip a emettere il provvedimento di custodia. La bambina è stata sottoposta anche a visita medica. «I disegni sono inequivocabili», precisano i carabinieri della compagnia di Lanciano, «inchiodano alle sue responsabilità l’arrestato».
Adesso si indaga sul passato del presunto pedofilo. Finora non risultano denunce per altri episodi di violenza. Ma l’indagine è all’inizio.

Pedofilia: in Australia sconvolgente realtà

Fonte: www.agenziaradicale.com
Pedofilia: in Australia sconvolgente realtà
mercoledì 02 aprile 2008
In un rapporto di 600 pagine presentato oggi dall'ex giudice della Corte suprema australiana, Ted Mullighan, emerge una sconvolgente realtà. Centinaia di minori, sotto tutela dello stato dell'Australia meridionale, sono stati vittima di abusi sessuali da parte di preti, medici ed insegnanti. È quanto emerso da un'inchiesta durata tre anni, che ha indagato su centinaia di abusi in istituti governativi e non nell'arco di 40 anni, e che contiene 54 raccomandazioni per il governo statale.



Tra i 1900 testimoni, circa 800 sono stati vittime degli abusi e per la prima volta hanno ammesso le violenze subite. Le segnalazioni fatte alla polizia sono circa 170 e il numero dei presunti pedofili è di circa 434.

Il giudice Mullighan si è detto sconcertato di fronte ad una realtà così terribile e difficilmente accettabile. "Sono rimasto sconvolto e inorridito dalla maniera in cui i bambini sono stati sfruttati, abusati e minacciati, e abbiano vissuto in quella situazione per anni senza poter fare nulla", ha dichiarato, aggiungendo, poi, che ciò che è stato scoperto finora è soltanto la "punta dell'iceberg", e che probabilmente esistono situazioni simili in tutti gli stati d'Australia.


Intanto la Chiesa cattolica non si è pronunciata contro le accuse mosse ai suoi preti, mentre quella anglicana ha riconosciuto parte delle responsabilità ed ha esortato lo Stato ad adottare le 54 raccomandazioni.


L'arcivescovo di Adelaide Jeff Driver ha, inoltre, espresso rincrescimento per il fatto che parte degli abusi siano stati commessi in istituzioni anglicane, affermando che desidera "reiterare le nostre scuse per cose che sono accadute nel passato, e anche assumerne l'impegno ad una risposta appropriata a qualsiasi questione residua che abbiamo bisogno di trattare".

Molesta le nipotine ma viene assolto


Nella foto: Avv.Acquarowww.ilsecoloxix.it/la_spezia 02 aprile 2008
Molesta le nipotine, ma viene assolto.
Le accuse erano terribili: pedofilia e maltrattamenti in famiglia. Atti sessuali con due nipotine acquisite che al momento delle molestie avevano quattro anni e maltrattamenti alla moglie con percosse e umiliazioni che non sono mai cessate durate l’intera vita matrimoniale.

Per quei reati però l’imputato, che all’epoca dei fatti abitava a Santo Stefano Magra, e oggi ha 88 anni non ha fatto né farà neppure un giorno di galera. L’avvocato Katia Acquaro che lo difendeva è riuscita a ottenere l’estinzione del reato per intervenuta prescrizione. A pronunciare la sentenza è stato ieri mattina il presidente del collegio giudicante, Giulio Cesare Cipolletta, con giudici a latere Paolo Scippa e Giuseppe Pavich. A carico dell’imputato restano le accuse del pubblico ministero e le denunce delle tre donne nei suoi confronti ma il reato è prescritto, almeno per la parte della pedofilia, e per questa ragione in aula non si è neppure iniziato il dibattimento e quindi non sono state provate le accuse che restano solo un racconto di parte non confortato da nessuna prova testimoniale .

Le due bimbe, nipotine acquisite, furono molestate per anni. Prima la più grande che aveva quattro anni e poi l’altra quando ha raggiunto la stessa età. Comportamenti terribili secondo il capo di imputazione con atti osceni, palpeggiamenti e anche penetrazioni con le dita. Tutto cominciò nel giugno del 1987 quando la bimba più grande aveva appena compiuto i quattro anni e terminò nel giugno del 1993. Il fatto che l’ultimo episodio risalga proprio a questo mese ha fatto scattare la prescrizione. Solo dopo anni e quando hanno raggiunto la maggiore età le due ragazze hanno trovato il coraggio di denunciare il “nonno-orco”. Troppo tardi però perché la “Cirielli” ha ulteriormente ridotto i tempi di prescrizione del retato al punto che quando hanno presentato la denuncia di fatto per le nuove norme il reato era già estinto. Non è invece prescritto il reato di maltrattamenti alla moglie perché le vessazioni durarono sino al 2005 quando la donna trovò il coraggio di abbandonare la casa e, assieme alle due nipoti, denunciare tutto.

Alla donna sposata in seconde nozze l’uomo riservava un trattamento da marito padrone. Insulti quotidiani, botte, schiaffi e calci con cui la buttava giù dal letto anche durante la notte. Le impediva di andare da sola a fare la spesa, le dava solo pochi spiccioli e poi quando era ubriaco defecava e urinava sui pavimenti dell’abitazione costringendo la povera donna a un penoso lavoro di ripulitura: lei può ancora sperare in una condanna del “marito-padrone” perché il reato non è ancora estinto.

venerdì 28 marzo 2008

Spagna: Mari Luz uccisa da un pedofilo in libertà nonostante due condanne

SPAGNA/ TROVATO CADAVERE BIMBA ROM SCOMPARSA IN GENNAIO
07.03.08 ATS - Il corpo senza vita della piccola Mari Luz Cortes, 5 anni, la bambina spagnola di origine rom scomparsa il 13 gennaio scorso a Huelva in Spagna, vicino al confine con il Portogallo, è stato ritrovato questa sera nel fiume Tinto: lo riferisce l'edizione online del quotidiano 'El Mundo'.

Fonti della polizia spagnola hanno confermato che il cadavere è effettivamente quello della bambina. Non sono state rese note per il momento le cause della morte. Il corpo, ha riferito 'El Mundo', è stato trovato in avanzato stato di decomposizione nel fiume di Huelva, con addosso gli stessi indumenti che Mari Luz portava al momento della scomparsa 50 giorni fa.

Il caso di Mari Luz aveva suscitato una viva emozione in Spagna. Il suo caso era stato avvicinato da alcuni media a quello della piccola inglese Madeleine Maddie McCann, scomparsa nel maggio scorso a Para da Luz, nel sud del Portogallo, di cui si è da allora senza notizie.
ATS

SPAGNA/ PRESUNTO ASSASSINO PICCOLA MARI LUZ: E' STATO INCIDENTE
L'uomo è stato arrestato ieri. Il caso ha commosso la Spagna

Madrid, 26 mar. (Apcom) - Sembra essere giunto al termine il tragico caso di Mari Luz Cortés, la bambina di cinque anni scomparsa lo scorso 13 gennaio e ritrovata morta il 7 marzo in un fiume vicino alla località andalusa di Huelva, che ha commosso tutta la Spagna. Santiago del Valle García, un uomo di 52 anni vicino di casa della famiglia di Mari Luz, arrestato ieri insieme alla moglie, ha ammesso davanti agli investigatori che la piccola sarebbe morta mentre era in sua compagnia, anche se ha sostenuto che la morte sarebbe stata "accidentale" e dovuta a una caduta dalla scale.

Secondo quanto riportato dai media spagnoli, gli inquirenti sono però certi del fatto che l'uomo sarebbe l'autore materiale del delitto, a causa dei suoi precedenti per pedofilia, fra cui un ordine di allontanamento dalle sue stesse figlie. L'analisi della polizia scientifica, scrive il giornale spagnolo 'El Mundo', hanno però accertato che la bambina non avrebbe subito violenza sessuale. La versione dell'uomo è che, impaurito per la morte della piccola, avrebbe nascosto il corpo in un carrello per poi disfarsene. Il padre della bambina, Juan José Cortés, ha affermato di aver sospettato di Garcia "fin dal primo momento". Cortés ha chiesto "la giustizia più giusta" e "che sia chiarito che quest'uomo non è pazzo".


SPAGNA/ MARI LUZ, PEDOFILO LIBERO, GOVERNO: "ERRORE GIUDIZIARIO"
Vicepremier:"Chiariremo responsabilità, no a inasprimento pene"

Madrid, 28 mar. (Apcom) - La vicepremier spagnola Maria Teresa Fernandez de la Vega ha definito oggi un "gravissimo, terribile e tragico errore giudiziario" il fatto Santiago del Valle, il presunto assassino della piccola Mari Luz Cortés sia rimasto in libertà nonostante due condanne consecutive per fatti di pedofilia nel 2002 e 2004, di cui la prima (confermata nel 2005) per abusi sulla propria figlia. Secondo de la Vega, "si dovranno chiarire i fatti fino in fondo, e assumere le responsabilità fino in fondo, facendo ricadere tutto il peso della legge sui responsabili".

La vice di Josè Luis Zapatero ha chiesto tuttavia prudenza, in vista dell'indagine aperta in merito alla mancata detenzione dell'uomo. Del Valle è attualmente in custodia cautelare dopo essere stato interrogato dai giudici della località andalusa di Huelva, dove ieri una folla inferocita ha cercato di linciarlo, cosa che è stata evitata solo a prezzo di scontri con la polizia e cariche delle forze dell'ordine. Secondo quanto riportano oggi diversi media spagnoli, il giudice di Siviglia che emise la sentenza nel 2002, Rafael Tirado Marquez, avrebbe attribuito la perdurante libertà del pedofilo a un congedo di cinque mesi della funzionaria incaricata di eseguire le sentenze, che non era stata sostituita dalla giunta regionale dell'Andalusia.

Quanto all'ipotesi di un inasprimento delle pene per i reati di pedofilia, chiesto da alcuni dopo che ieri era emersa la circostanza che Del Valle è riuscito a sfuggire alle pene comminategli dai tribunali, de la Vega ha detto di non essere favorevole "al fatto che si propongano modifiche della legge sulla base di fatti gravi", e che "ci sono meccanismi sufficienti per garantire che il sistema funzioni". La vicepremier spagnola, pur sostenendo che un aumento delle pene "non è una priorità" ha però anche ammesso che il governo "è sempre aperto a miglioramenti del sistema".

Michel Fourniret: iniziato il processo al mostro pedofilo


FRANCIA: AL VIA IL PROCESSO AL MOSTRO DELLE ARDENNE - E' cominciato in Francia il processo a Michel Fourniret, il 'serial killer' delle vergini, a cui dava la caccia con la complicita' della moglie. Noto come il 'mostro delle Ardenne', Fourniret (66 anni) rischia l'ergastolo per aver stuprato e assassinato almeno 7 giovani, ma gli inquirenti ritengono che potrebbe averne uccise anche altre (sicuramente una giovane britannica, nel 1990). Il processo, che vede sul banco degli imputati anche la moglie, Monique, e' iniziato nel tribunale penale di Charleville-Mezieres. Secondo la procura, i due, che si erano conosciuti mentre lui scontava in carcere una condanna per violenza sessuale, avevano stretto un patto criminale: lei lo avrebbe aiutato ad avvicinare e stuprare giovani vergini e in cambio lui avrebbe ucciso il suo ex-marito. I crimini furono commessi tra il 1987 e il 2003, tutti nella stessa zona, al confine tra Francia e Belgio; le vittime, tutte giovani tra i 12 e i 22 anni (sei in Francia, una in Belgio) furono quasi tutte stuprate. Amante della letteratura, buon giocatore di scacchi, Fourniret ha confessato, durante la fase istruttoria, che aveva bisogno di dare la caccia ad almeno un paio di vergini all'anno e ha ammesso di essere ossessionato dalla verginita'. Nel compiere i suoi crimini, l'uomo seguiva una sorta di rituale, ripetuto in maniera metodica: dopo aver localizzato le vittime, le faceva salire sulla sua auto, con la scusa di aver bisogno di indicazioni stradali (spesso, a bordo c'era anche la moglie, proprio per rassicurare le malcapitate); e dopo aver portato le giovani in luoghi isolati, le uccideva. Entrambi i coniugi hanno assistito all'udienza d'apertura del processo che, secondo la procura, durera' un paio di mesi e che e' seguito con grande attenzione mediatica. Fourniret -che indossava un giubbotto azzurro e una camicia aperta sul collo- ha consegnato al giudice un documento arrotolato e chiuso da una fettuccia rossa, spiegando che non parlera' se non in un'udienza a porte chiuse. (AGI) - Charleville-Mezieres (Francia), 27 marzo -

giovedì 27 marzo 2008

Rignano Flaminio, interviene il Vescovo: i bambini faranno comunione in altra parrocchia


Rignano Flaminio: i bambini faranno comunione in altra parrocchia.
Con viva soddisfazione, comunichiamo che il Vescovo di Civita Castellana, monsignor Romano Rossi, ha ricevuto le mamme che qualche giorno fa avevano manifestato il desiderio dei loro bambini di celebrare la Prima Comunione in una parrocchia diversa da quella di Rignano Flaminio. Il Vescovo era venuto a conoscenza del'appello per un suo interessamento attraverso la stampa, visto che, forse per un disguido postale, non aveva mai ricevuto la lettera inviatagli dalle mamme dei tre bambini. Monsignor Romano Rossi è comunque riuscito a risalire alla loro identità e le ha ricevute immediatamente. Nel corso dell’incontro tenutosi ieri mattina, ha ascoltato con attenzione i racconti di sofferenza dei bambini fatti dalle mamme e, dimostrando una grande sensibilità, ha autorizzato i piccoli a ricevere il sacramento della comunione nella chiesa di Sant’Oreste.

Dire 27 marzo 2008

sabato 22 marzo 2008

Pedofilia - confermati domiciliari ai due anziani di Belmonte del Sannio

Pedofilia. Domiciliari confermati ai due anziani
Possono ancora nuocere, o inquinare le prove. I giudici del Tribunale del Riesame di Campobasso ritengono che non siano venute meno le esigenze di cautela che hanno indotto il Gip di Isernia, Luigi Cuomo, a disporre l'arresto per due anziani pastori di Belmonte del Sannio, accusati di aver ripetutamente abusato di due loro nipotini, un ragazzo di 11 anni e la sua sorellina di 14 anni.

Restano perciò agli arresti domiciliari nella loro abitazione del paesino a pochi chilometri dall'Abruzzo. Il tribunale ha respinto l'istanza dei loro avvocati, Di Nardo e Mastronardi, che chiedevano la remissione in libertà.

Restano dove gli inquirenti, gli uomini della Squadra Mobile di Isernia, a seguito della denuncia della Asl sulle precarie condizioni in cui i due vivevano insieme ai bambini e alla loro madre, ritengono di aver scoperto un orrore ben più grande del degrado igienico e sanitario descritto dall'ufficio sanitario.

I due avrebbero ‘pagato' le attenzioni dei due minori con piccole somme di denaro, cinquanta euro. Cinquanta euro per ripagare l'oltraggio peggiore, quello inimmaginabile. Essere violati da chi, per natura, dovrebbe difenderti.

I primi interrogatori hanno reso la vicenda ancora più complessa.
La madre dei due bambini, cognata di uno dei due indagati, rimasta vedova da poco, al pubblico ministero ha negato che le violenze fossero mai accadute. La stessa posizione dei due pastori, di 60 e 64 anni.

A lei, in attesa di chiarire meglio la sua posizione, il Gip ha interdetto per un periodo di tre mesi l'esercizio della potestà genitoriale.

"Lavoriamo in montagna dalla mattina all'alba fino a sera inoltrata. A casa torniamo solo per mangiare, nostra cognata ci prepara il pranzo. Solo in questo consiste la convivenza". Questa in sintesi la difesa dei due anziani pastori. Questa la versione confermata anche dalla donna.

Lontani dal Molise, lontani dalla sofferenza, per quanto sia per loro possibile, i due bambini sono ospiti di una struttura di accoglienza, doverosamente tenuta segreta dagli inquirenti.

giovedì 20 marzo 2008

Rignano Flaminio: parroco nega dispensa ai bambini per comunione in altro comnune

Fonte: http://www.diregiovani.it

Rignano. 'Parroco nega a bimbi comunioni fuori paese'
19 marzo 2008
(DIRE) Roma, 19 mar. - I genitori di tre bambini di Rignano Flaminio si sono appellati al nuovo vescovo della Diocesi di Civita Castellana, monsignor Romano Rossi, perchè consenta ai loro figli di poter celebrare le prime comunioni nella parrocchia del vicino Comune di Sant'Oreste e non in quella di Rignano. Il parroco di quest'ultima, don Enrico Rocchi, infatti, ha negato il nullaosta per le prime comunioni 'fuori paese', nullaosta sollecitato dai genitori in ragione della "mancanza di serenità" a seguito della divisione della comunità fra innocentisti e colpevolisti sulla vicenda dei presunti casi di pedofilia nella scuola materna 'Olga Rovere' del comune romano.

Don Rocchi -ricordano i genitori- si è infatti schierato da subito contro chi aveva denunciato gli abusi ("dicendo loro di vergognarsi, andare a casa e stare zitti"), arrivando poi ad organizzare pullman e fiaccolata sotto il carcere di Regina Coeli quando sono scattati gli arresti di alcune maestre della scuola. "Al di là delle posizioni questa vicenda ha lacerato la comunità - sottolineano i genitori - da un ministro di Dio ci saremmo aspettati un ruolo più naturale di punto di riferimento per tutti, di invito all'unità in un momento di dramma e sofferenza, di vicinanza comunque a bambini sottoposti ad un impatto tremendo.



Tutto ciò è mancato". Per questo alcuni genitori e i loro bambini - che nell'ottobre del 2006 stavano iniziando il biennio di catechismo, proprio quando i Ris sono 'piombati' nell'asilo 'Olga Roverè- si sono sentiti "traditi" dal loro parroco naturale e hanno deciso di andare a messa nel vicino Comune di Sant'Oreste, facendo seguire catechismo in privato ai figli. Lo scorso ottobre, proprio a Sant'Oreste, si sono celebrate 'fuori paese' le cresime per i bambini più grandi. Nonostante il diniego di don Enrico Rocchi.

Ma per le prime comunioni sarà più difficile, in quanto secondo il diritto canonico i sacramenti devono essere officiati proprio nella parrocchia di appartenenza 'naturale' e don Rocchi non vuole sentire ragioni. Per questo i genitori si sono appellati in via gerarchica al nuovo vescovo della Diocesi di Civita Castellana e stanno cercando anche altri parroci disposti a celebrare comunque le prime comunioni 'fuori Paese', "una scelta - spiegano - condivisa dai nostri figli e alla quale non rinunceremo". Anche per una ragione teologica - concludono - "perchè a nessuno può essere negato di salvare la propria anima e Cristo non è in una sola parrocchia ma ovunque".

Pedofilia: 13/enne violentata e ricattata

Fonte: http://www.unionesarda.it

Pedofilia: 13/enne violentata e ricattata
Un giovane di 23 anni del Lodigiano intimidiva una ragazzina conosciuta in un’area ricreativa con la minaccia di divulgare le immagini di un video compromettente, in cambio chiedeva anche 700 euro

Per due anni avrebbe abusato di una ragazzina di appena 13 anni, filmandone i comportamenti compromettenti e ricattandola per non divulgarli.
Lui, un 23/enne del Lodigiano, ora è agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale, atti sessuali con minorenni, produzione di materiale pedopornografico e tentata estorsione.
Tutta sarebbe cominciato nel 2005 quando il giovane si trovava in un’area ricreativa per ragazzi e aveva convinto la ragazzina a seguirlo in una zona nascosta per poi palpeggiarla e in parte denudarla. Questo sarebbe stato solo l’inizio della tormentata vicenda che si sarebbe protratta per anni.
La ragazza infatti era stata tenuta sotto scacco dal 23/enne dietro la minaccia di rivelare l’accaduto ai genitori della piccola. La “relazione” a suo dire sarebbe iniziata con il consenso della 13/enne, consenso peraltro illegale in Italia dove è necessario avere almeno 14 anni per prendere decisioni in materia di sesso.
Uno dei numerosi atti sessuali che la vittima è stata costretta ad avere sotto la soggezione psicologica è stato anche filmato dal giovane. Filmato poi usato dal 23/enne per chiedere 700 euro alla ragazza per non divulgarlo. All’ennesima minaccia però la 13/enne ha confidato tutto ai genitori che hanno denunciato il fatto ai carabinieri di Codogno (Lodi). Grazie alle successive perquisizioni poi i militari hanno trovato nella abitazione del ragazzo il filmato compromettente ancora salvato su un telefono cellulare. Mentre dalle intercettazioni telefoniche è risultato che il giovane aveva riavvicinato la vittima per chiederle di cambiare la versione dei fatti e progettare un’ipotetica fuga in Sudamerica. 19/03/2008 09:14