lunedì 25 febbraio 2008

Pedofilia - convegno Rignano Flaminio

Dal sito www.bambinicoraggiosi.com

Pedofilia Rignano Flaminio : al convegno sui falsi abusi spunta una "lettera fantasma "delle maestre

Un giornalista avrebbe affermato di aver ricevuto una lettera dalla maestre mesi prima che scoppiasse il caso

Lo strano convegno su abusi e falsi abusi che si è tenuto a Rignano il 21 febbraio 2007, non sarebbe finito con i toni che si addicono a professionisti riunitisi per confrontarsi su temi scientifici. Tutta colpa dello scontro verbale tra il giornalista Renato Farina*, relatore , e Domenico Paravati, giornalista anch’egli, ma semplice invitato al convegno. A Paravati non sarebbe piaciuto il discorso di Farina sui giornalisti e, a un certo punto, lo avrebbe interrotto gridando dalla sala:” Farina, non siamo una massa di imbecilli, noi giornalisti. E poi vorrei sapere se lei è ancora iscritto all’albo”. A questo punto sarebbero volati fischi e urla all’indirizzo di Paravati.

Più tardi, Domenico Paravati sarebbe stato invitato a salire sul palco, e qui avrebbe detto, tra l’altro: “…io sono stato il primo a sapere quello che stava succedendo a Rignano, l’ho saputo molto prima dei miei colleghi, in quanto tutte le insegnanti della scuola elementare (dalla sala lo correggono: “Materna”), sì… mi hanno inviato una lettera al Corriere del Tevere, cioè a casa mia, in cui mi si chiedeva di pubblicare un articolo in cui affermavo che le voci che giravano a Rignano, erano false. E questo mesi prima che i carabinieri facessero alcunché. Io, però, mi sono ben guardato dal pubblicizzare la cosa e quella lettera l’ho cestinata, perché non recava alcuna firma, e io non potevo prendere in considerazione materiale non firmato.” A quel punto, il povero Paravati, sarebbe stato nuovamente sommerso da grida e fischi incontenibili, non riuscendo più ad andare avanti. Se fosse vero che è stata spedita una lettera "molti mesi prima del blitz", sarebbe davvero uno scoop, se pensiamo che l’intercettazione pubblicata dai giornali*, in cui i coniugi Scancarello cascano dalle nuvole, è del 2 ottobre 2006,ovvero di dieci giorni prima del blitz dei carabinieri alla scuola materna e delle perquisizioni a casa degli indagati. Passati i fischi e gli insulti, Paravati termina dicendo che, comunque tuttora, lui “non sa cosa pensare di questa vicenda”. Per la terza volta, fischi e urla sommergono il giornalista. (fra le urla si sarebbe sentito anche un ”Viè giù che te corco”).

Forse, Domenico Paravati, quando il pomeriggio del 21 febbraio è uscito di casa, credeva di recarsi ad un convegno come gli altri. Solo dopo, verso la fine degli interventi, deve aver capito che quella era una riunione fra persone convenute a Rignano solo per dire che lì non è mai successo niente e che chi non condivideva quel pensiero perché, semplicemente, “non sapeva cosa pensare”, era meglio fosse rimasto a casa. A casa come le madri e i padri considerati “colpevolisti” a cui è stato vietato l’ingresso per ragioni “di opportunità”. Sì, avrebbe fatto meglio a restare a casa, Domenico Paravati, insieme ai genitori che chiedono perchè i loro bambini conoscono case in cui loro non li hanno mai portati, insieme alle persone che attendono soltanto i risultati delle indagini senza emettere sentenze e insieme a tutti quelli che, a Rignano e nel resto d’Italia, continuano a credere che la giustizia sia una cosa seria.

Roberta Lerici 25 febbraio 2008 * Renato Farina-ex vicedirettore di Libero, radiato dall’albo dei giornalisti su richiesta della Procuratore generale della Repubblica di Milano, per essere stato “arruolato nel Sismi col nome di Betulla”.


*Testo della telefonata fra coniugi Scancarello pubblicato dal Corriere della Sera il 4 maggio 2007:“Il 2 ottobre 2006 Patrizia Del Meglio parla al telefono con il marito e Gianfranco Scancarello.
Patrizia: «Ok. Poi ti racconto io c'ho una questione a scuola piuttosto scottante... poi ti racconto con calma».
Gianfranco: «Di che genere?».
P.: «Eh, gira voce che dentro la scuola ci sia una maestra pedofila! Quindi insomma, poi te dico bene, con esattezza tutti i dettagli».
G.: «Una maestra!!! Ma nun ce posso credere! Ma che stai a dì?(...)

P.: «Eh no! Mo poi te racconto con calma Gianfrà, anche perché io ho avuto telefonate a casa... Non t'ho raccontato niente...».
G.: «E chi è?».
P.: «Eh! poi ti dico... poi ti dico».
G.: «Che so' matti? La gente è pazza! Me credi che nun ce posso crede? 'Na maestra poi. Io sapevo sempre de omini, ma mai de donne!».
P.: «Eh sì. Capito? (...) E di tutto questo, siccome è già da dieci giorni che va avanti sta storia e io ho ricevuto telefonate a casa, poi ti dico insomma, con calma... Stamattina l'ultima cosa, allora ho detto no! Allora sono andata dalla collaboratrice e le ho detto: "Senti, qui chi dice, chi non dice, chi è qua, la su e giù, me la fai... e io ti vengo qui non come Patrizia da Silvana. Vengo qui come insegnante Del Meglio dalla coordinatrice... tu mi fai la cortesia che vai dalla preside e la informi!».
G.: «E lei?».
P.: «"No, perché... però sai queste cose uno più le rimesta, più qui". Dico: "Che cosaaaa?" Gli ho detto "Più le rimesta e più? E lasci tutto nel silenzio? Tu vai dalla preside e glielo dici! Altrimenti metto nero su bianco..." gli ho detto».
G.: «E lei?».
P.: «"No, no ci vado, ci vado! Ecco brava vacce!... Non è possibile 'na cosa del genere, cioè per me...».
G.: «Il mondo è pieno di pazzi! (...) Me credi che so' esterrefatto?».

Nessun commento: