domenica 14 febbraio 2010

Rignano Flaminio: crudeltà inaudita negli abusi sui bambini della Olga Rovere

L'INCUBO SAREBBE INIZIATO NELL'ANNO SCOLASTICO 2001-2002. GIOCHI PARTICOLARI A SFONDO SESSUALE CON ADULTI
Il pm di Rignano: atti di crudeltà
Nelle carte del magistrato le violenze descritte nei dettagli. La difesa: non ci sono riscontri
Antonio Sbraga Sarà un processo contro «atti di sevizia e crudeltà» quello che il prossimo 27 maggio vedrà alla sbarra del Tribunale di Tivoli le tre maestre, una bidella ed un autore tv per i presunti abusi ai danni dei 21 bambini dell'asilo di Rignano Flaminio.
Nei capi d'imputazione, formulati nella richiesta di rinvio a giudizio dal pubblico ministero Marco Mansi, e inviati venerdì scorso al vaglio processuale dopo la camera di consiglio del Giudice per l'udienza preliminare Pierluigi Balestrieri, sono stati infatti descritti gli «atti a sfondo sessuale» nel dettaglio senza troppe perifrasi, ai quali i bambini sarebbero stati fatti «assistere e/o partecipare attivamente». Una discesa negli inferi per bimbi fra i 3 e i 5 anni che sarebbe stata indotta «anche con l'uso della violenza o minacce di danni fisici o di morte ai rispettivi genitori». Con i piccoli alunni che sarebbero stati quindi obbligati a «praticare reciprocamente su loro stessi atti di esplicita natura sessuale anche con l'uso di strumenti (vibratore, penna, pezzi di vetro)». Uno scenario da incubo che, «secondo quanto riferito dalle giovani vittime», scrive il magistrato, le avrebbe viste coinvolte ne «il gioco della puntura» e il «gioco del pisello», nel corso dei quali i bambini subivano o dovevano essere parte attiva nei confronti degli adulti. I quali avrebbero sottoposto i bambini «a maltrattamenti e percosse in quanto, sistematicamente e con carattere di abitudinarietà, li legavano dopo averli spogliati, praticavano sui medesimi, con l'uso di siringhe, prelievi di sangue o inoculazione di sostanze varie quali narcotici, stupefacenti o altre lesive della salute delle persone, alcune contenenti benzodiazepine, e li terrorizzavano o li traumatizzavano, vestendosi da diavolo o coniglio nero o altro ancora con uso di cappucci e mostrandosi ai medesimi completamente o parzialmente nudi». Un autentico tormento che sarebbe iniziato «nel corso dell'anno scolastico 2001-02» per una bambina e proseguito poi nel 2005-06 «per gli altri minori». Un'inchiesta durata oltre tre anni, con più di diecimila atti processuali, «ma senza alcun riscontro», ha obiettato il professor Franco Coppi, difensore della maestra Patrizia Del Meglio e di suo marito, l'autore tv Gianfranco Scancarello. «Con queste accuse assurde rischiano dai 12 ai 15 anni di carcere, ma nel processo ci si difenderà chiedendo i riscontri, sinora mai prodotti dall'accusa. Nessuna sevizia è stata provata se stiamo agli atti». Per i legali di parte civile, invece, «le accuse hanno un valido fondamento - concludono Pietro Nicotera, Antonio Cardamone e Franco Merlino, che assistono alcune delle 19 famiglie costituitesi in giudizio - ancora oggi i bambini stanno male e il dibattimento sarà un passaggio fondamentale per impedire che queste cose si ripetano». IL TEMPO 14.2.2010

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