venerdì 28 marzo 2008

Spagna: Mari Luz uccisa da un pedofilo in libertà nonostante due condanne

SPAGNA/ TROVATO CADAVERE BIMBA ROM SCOMPARSA IN GENNAIO
07.03.08 ATS - Il corpo senza vita della piccola Mari Luz Cortes, 5 anni, la bambina spagnola di origine rom scomparsa il 13 gennaio scorso a Huelva in Spagna, vicino al confine con il Portogallo, è stato ritrovato questa sera nel fiume Tinto: lo riferisce l'edizione online del quotidiano 'El Mundo'.

Fonti della polizia spagnola hanno confermato che il cadavere è effettivamente quello della bambina. Non sono state rese note per il momento le cause della morte. Il corpo, ha riferito 'El Mundo', è stato trovato in avanzato stato di decomposizione nel fiume di Huelva, con addosso gli stessi indumenti che Mari Luz portava al momento della scomparsa 50 giorni fa.

Il caso di Mari Luz aveva suscitato una viva emozione in Spagna. Il suo caso era stato avvicinato da alcuni media a quello della piccola inglese Madeleine Maddie McCann, scomparsa nel maggio scorso a Para da Luz, nel sud del Portogallo, di cui si è da allora senza notizie.
ATS

SPAGNA/ PRESUNTO ASSASSINO PICCOLA MARI LUZ: E' STATO INCIDENTE
L'uomo è stato arrestato ieri. Il caso ha commosso la Spagna

Madrid, 26 mar. (Apcom) - Sembra essere giunto al termine il tragico caso di Mari Luz Cortés, la bambina di cinque anni scomparsa lo scorso 13 gennaio e ritrovata morta il 7 marzo in un fiume vicino alla località andalusa di Huelva, che ha commosso tutta la Spagna. Santiago del Valle García, un uomo di 52 anni vicino di casa della famiglia di Mari Luz, arrestato ieri insieme alla moglie, ha ammesso davanti agli investigatori che la piccola sarebbe morta mentre era in sua compagnia, anche se ha sostenuto che la morte sarebbe stata "accidentale" e dovuta a una caduta dalla scale.

Secondo quanto riportato dai media spagnoli, gli inquirenti sono però certi del fatto che l'uomo sarebbe l'autore materiale del delitto, a causa dei suoi precedenti per pedofilia, fra cui un ordine di allontanamento dalle sue stesse figlie. L'analisi della polizia scientifica, scrive il giornale spagnolo 'El Mundo', hanno però accertato che la bambina non avrebbe subito violenza sessuale. La versione dell'uomo è che, impaurito per la morte della piccola, avrebbe nascosto il corpo in un carrello per poi disfarsene. Il padre della bambina, Juan José Cortés, ha affermato di aver sospettato di Garcia "fin dal primo momento". Cortés ha chiesto "la giustizia più giusta" e "che sia chiarito che quest'uomo non è pazzo".


SPAGNA/ MARI LUZ, PEDOFILO LIBERO, GOVERNO: "ERRORE GIUDIZIARIO"
Vicepremier:"Chiariremo responsabilità, no a inasprimento pene"

Madrid, 28 mar. (Apcom) - La vicepremier spagnola Maria Teresa Fernandez de la Vega ha definito oggi un "gravissimo, terribile e tragico errore giudiziario" il fatto Santiago del Valle, il presunto assassino della piccola Mari Luz Cortés sia rimasto in libertà nonostante due condanne consecutive per fatti di pedofilia nel 2002 e 2004, di cui la prima (confermata nel 2005) per abusi sulla propria figlia. Secondo de la Vega, "si dovranno chiarire i fatti fino in fondo, e assumere le responsabilità fino in fondo, facendo ricadere tutto il peso della legge sui responsabili".

La vice di Josè Luis Zapatero ha chiesto tuttavia prudenza, in vista dell'indagine aperta in merito alla mancata detenzione dell'uomo. Del Valle è attualmente in custodia cautelare dopo essere stato interrogato dai giudici della località andalusa di Huelva, dove ieri una folla inferocita ha cercato di linciarlo, cosa che è stata evitata solo a prezzo di scontri con la polizia e cariche delle forze dell'ordine. Secondo quanto riportano oggi diversi media spagnoli, il giudice di Siviglia che emise la sentenza nel 2002, Rafael Tirado Marquez, avrebbe attribuito la perdurante libertà del pedofilo a un congedo di cinque mesi della funzionaria incaricata di eseguire le sentenze, che non era stata sostituita dalla giunta regionale dell'Andalusia.

Quanto all'ipotesi di un inasprimento delle pene per i reati di pedofilia, chiesto da alcuni dopo che ieri era emersa la circostanza che Del Valle è riuscito a sfuggire alle pene comminategli dai tribunali, de la Vega ha detto di non essere favorevole "al fatto che si propongano modifiche della legge sulla base di fatti gravi", e che "ci sono meccanismi sufficienti per garantire che il sistema funzioni". La vicepremier spagnola, pur sostenendo che un aumento delle pene "non è una priorità" ha però anche ammesso che il governo "è sempre aperto a miglioramenti del sistema".

Michel Fourniret: iniziato il processo al mostro pedofilo


FRANCIA: AL VIA IL PROCESSO AL MOSTRO DELLE ARDENNE - E' cominciato in Francia il processo a Michel Fourniret, il 'serial killer' delle vergini, a cui dava la caccia con la complicita' della moglie. Noto come il 'mostro delle Ardenne', Fourniret (66 anni) rischia l'ergastolo per aver stuprato e assassinato almeno 7 giovani, ma gli inquirenti ritengono che potrebbe averne uccise anche altre (sicuramente una giovane britannica, nel 1990). Il processo, che vede sul banco degli imputati anche la moglie, Monique, e' iniziato nel tribunale penale di Charleville-Mezieres. Secondo la procura, i due, che si erano conosciuti mentre lui scontava in carcere una condanna per violenza sessuale, avevano stretto un patto criminale: lei lo avrebbe aiutato ad avvicinare e stuprare giovani vergini e in cambio lui avrebbe ucciso il suo ex-marito. I crimini furono commessi tra il 1987 e il 2003, tutti nella stessa zona, al confine tra Francia e Belgio; le vittime, tutte giovani tra i 12 e i 22 anni (sei in Francia, una in Belgio) furono quasi tutte stuprate. Amante della letteratura, buon giocatore di scacchi, Fourniret ha confessato, durante la fase istruttoria, che aveva bisogno di dare la caccia ad almeno un paio di vergini all'anno e ha ammesso di essere ossessionato dalla verginita'. Nel compiere i suoi crimini, l'uomo seguiva una sorta di rituale, ripetuto in maniera metodica: dopo aver localizzato le vittime, le faceva salire sulla sua auto, con la scusa di aver bisogno di indicazioni stradali (spesso, a bordo c'era anche la moglie, proprio per rassicurare le malcapitate); e dopo aver portato le giovani in luoghi isolati, le uccideva. Entrambi i coniugi hanno assistito all'udienza d'apertura del processo che, secondo la procura, durera' un paio di mesi e che e' seguito con grande attenzione mediatica. Fourniret -che indossava un giubbotto azzurro e una camicia aperta sul collo- ha consegnato al giudice un documento arrotolato e chiuso da una fettuccia rossa, spiegando che non parlera' se non in un'udienza a porte chiuse. (AGI) - Charleville-Mezieres (Francia), 27 marzo -

giovedì 27 marzo 2008

Rignano Flaminio, interviene il Vescovo: i bambini faranno comunione in altra parrocchia


Rignano Flaminio: i bambini faranno comunione in altra parrocchia.
Con viva soddisfazione, comunichiamo che il Vescovo di Civita Castellana, monsignor Romano Rossi, ha ricevuto le mamme che qualche giorno fa avevano manifestato il desiderio dei loro bambini di celebrare la Prima Comunione in una parrocchia diversa da quella di Rignano Flaminio. Il Vescovo era venuto a conoscenza del'appello per un suo interessamento attraverso la stampa, visto che, forse per un disguido postale, non aveva mai ricevuto la lettera inviatagli dalle mamme dei tre bambini. Monsignor Romano Rossi è comunque riuscito a risalire alla loro identità e le ha ricevute immediatamente. Nel corso dell’incontro tenutosi ieri mattina, ha ascoltato con attenzione i racconti di sofferenza dei bambini fatti dalle mamme e, dimostrando una grande sensibilità, ha autorizzato i piccoli a ricevere il sacramento della comunione nella chiesa di Sant’Oreste.

Dire 27 marzo 2008

sabato 22 marzo 2008

Pedofilia - confermati domiciliari ai due anziani di Belmonte del Sannio

Pedofilia. Domiciliari confermati ai due anziani
Possono ancora nuocere, o inquinare le prove. I giudici del Tribunale del Riesame di Campobasso ritengono che non siano venute meno le esigenze di cautela che hanno indotto il Gip di Isernia, Luigi Cuomo, a disporre l'arresto per due anziani pastori di Belmonte del Sannio, accusati di aver ripetutamente abusato di due loro nipotini, un ragazzo di 11 anni e la sua sorellina di 14 anni.

Restano perciò agli arresti domiciliari nella loro abitazione del paesino a pochi chilometri dall'Abruzzo. Il tribunale ha respinto l'istanza dei loro avvocati, Di Nardo e Mastronardi, che chiedevano la remissione in libertà.

Restano dove gli inquirenti, gli uomini della Squadra Mobile di Isernia, a seguito della denuncia della Asl sulle precarie condizioni in cui i due vivevano insieme ai bambini e alla loro madre, ritengono di aver scoperto un orrore ben più grande del degrado igienico e sanitario descritto dall'ufficio sanitario.

I due avrebbero ‘pagato' le attenzioni dei due minori con piccole somme di denaro, cinquanta euro. Cinquanta euro per ripagare l'oltraggio peggiore, quello inimmaginabile. Essere violati da chi, per natura, dovrebbe difenderti.

I primi interrogatori hanno reso la vicenda ancora più complessa.
La madre dei due bambini, cognata di uno dei due indagati, rimasta vedova da poco, al pubblico ministero ha negato che le violenze fossero mai accadute. La stessa posizione dei due pastori, di 60 e 64 anni.

A lei, in attesa di chiarire meglio la sua posizione, il Gip ha interdetto per un periodo di tre mesi l'esercizio della potestà genitoriale.

"Lavoriamo in montagna dalla mattina all'alba fino a sera inoltrata. A casa torniamo solo per mangiare, nostra cognata ci prepara il pranzo. Solo in questo consiste la convivenza". Questa in sintesi la difesa dei due anziani pastori. Questa la versione confermata anche dalla donna.

Lontani dal Molise, lontani dalla sofferenza, per quanto sia per loro possibile, i due bambini sono ospiti di una struttura di accoglienza, doverosamente tenuta segreta dagli inquirenti.

giovedì 20 marzo 2008

Rignano Flaminio: parroco nega dispensa ai bambini per comunione in altro comnune

Fonte: http://www.diregiovani.it

Rignano. 'Parroco nega a bimbi comunioni fuori paese'
19 marzo 2008
(DIRE) Roma, 19 mar. - I genitori di tre bambini di Rignano Flaminio si sono appellati al nuovo vescovo della Diocesi di Civita Castellana, monsignor Romano Rossi, perchè consenta ai loro figli di poter celebrare le prime comunioni nella parrocchia del vicino Comune di Sant'Oreste e non in quella di Rignano. Il parroco di quest'ultima, don Enrico Rocchi, infatti, ha negato il nullaosta per le prime comunioni 'fuori paese', nullaosta sollecitato dai genitori in ragione della "mancanza di serenità" a seguito della divisione della comunità fra innocentisti e colpevolisti sulla vicenda dei presunti casi di pedofilia nella scuola materna 'Olga Rovere' del comune romano.

Don Rocchi -ricordano i genitori- si è infatti schierato da subito contro chi aveva denunciato gli abusi ("dicendo loro di vergognarsi, andare a casa e stare zitti"), arrivando poi ad organizzare pullman e fiaccolata sotto il carcere di Regina Coeli quando sono scattati gli arresti di alcune maestre della scuola. "Al di là delle posizioni questa vicenda ha lacerato la comunità - sottolineano i genitori - da un ministro di Dio ci saremmo aspettati un ruolo più naturale di punto di riferimento per tutti, di invito all'unità in un momento di dramma e sofferenza, di vicinanza comunque a bambini sottoposti ad un impatto tremendo.



Tutto ciò è mancato". Per questo alcuni genitori e i loro bambini - che nell'ottobre del 2006 stavano iniziando il biennio di catechismo, proprio quando i Ris sono 'piombati' nell'asilo 'Olga Roverè- si sono sentiti "traditi" dal loro parroco naturale e hanno deciso di andare a messa nel vicino Comune di Sant'Oreste, facendo seguire catechismo in privato ai figli. Lo scorso ottobre, proprio a Sant'Oreste, si sono celebrate 'fuori paese' le cresime per i bambini più grandi. Nonostante il diniego di don Enrico Rocchi.

Ma per le prime comunioni sarà più difficile, in quanto secondo il diritto canonico i sacramenti devono essere officiati proprio nella parrocchia di appartenenza 'naturale' e don Rocchi non vuole sentire ragioni. Per questo i genitori si sono appellati in via gerarchica al nuovo vescovo della Diocesi di Civita Castellana e stanno cercando anche altri parroci disposti a celebrare comunque le prime comunioni 'fuori Paese', "una scelta - spiegano - condivisa dai nostri figli e alla quale non rinunceremo". Anche per una ragione teologica - concludono - "perchè a nessuno può essere negato di salvare la propria anima e Cristo non è in una sola parrocchia ma ovunque".

Pedofilia: 13/enne violentata e ricattata

Fonte: http://www.unionesarda.it

Pedofilia: 13/enne violentata e ricattata
Un giovane di 23 anni del Lodigiano intimidiva una ragazzina conosciuta in un’area ricreativa con la minaccia di divulgare le immagini di un video compromettente, in cambio chiedeva anche 700 euro

Per due anni avrebbe abusato di una ragazzina di appena 13 anni, filmandone i comportamenti compromettenti e ricattandola per non divulgarli.
Lui, un 23/enne del Lodigiano, ora è agli arresti domiciliari con l’accusa di violenza sessuale, atti sessuali con minorenni, produzione di materiale pedopornografico e tentata estorsione.
Tutta sarebbe cominciato nel 2005 quando il giovane si trovava in un’area ricreativa per ragazzi e aveva convinto la ragazzina a seguirlo in una zona nascosta per poi palpeggiarla e in parte denudarla. Questo sarebbe stato solo l’inizio della tormentata vicenda che si sarebbe protratta per anni.
La ragazza infatti era stata tenuta sotto scacco dal 23/enne dietro la minaccia di rivelare l’accaduto ai genitori della piccola. La “relazione” a suo dire sarebbe iniziata con il consenso della 13/enne, consenso peraltro illegale in Italia dove è necessario avere almeno 14 anni per prendere decisioni in materia di sesso.
Uno dei numerosi atti sessuali che la vittima è stata costretta ad avere sotto la soggezione psicologica è stato anche filmato dal giovane. Filmato poi usato dal 23/enne per chiedere 700 euro alla ragazza per non divulgarlo. All’ennesima minaccia però la 13/enne ha confidato tutto ai genitori che hanno denunciato il fatto ai carabinieri di Codogno (Lodi). Grazie alle successive perquisizioni poi i militari hanno trovato nella abitazione del ragazzo il filmato compromettente ancora salvato su un telefono cellulare. Mentre dalle intercettazioni telefoniche è risultato che il giovane aveva riavvicinato la vittima per chiederle di cambiare la versione dei fatti e progettare un’ipotetica fuga in Sudamerica. 19/03/2008 09:14

Mestro di ippica a giudizio per vilenza sessuale su minore

Fonte: http://www.nostalgiatoscana.it/
Firenze, "Violenza sessuale su minore" maestro ippica a giudizio
18 Marzo 2008
Firenze - Violenza sessuale su minore. Con quest'imputazione il gup del tribunale di Firenze Elisabetta Improta ha rinviato a giudizio un insegnante di ippica di 49 anni, titolare di un maneggio in provincia di Firenze, accusato di aver abusato di una sua allieva minorenne. Il processo inizierà il 12 febbraio del 2009. I fatti risalgono al 2005, quando la ragazza aveva 15 anni. Secondo l'accusa, l'insegnante avrebbe portato l'allieva in casa sua e l'avrebbe baciata e palpeggiata. Il 49enne si è sempre dichiarato estraneo alla vicenda.

mercoledì 12 marzo 2008

Pedofilia - Amandola vittime degli abusi sessuali di 11 pedofili

Fonte: Il Resto del Carlino - http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net/fermo/2008/03/12/71756-abusi_sessuali_sulle_sorelline.shtml

Abusi sessuali sulle tre sorelline, ascoltata di nuovo la più grande.
Ancora un incidente probatorio, ancora un calvario per una delle tre sorelline di Amandola vittime degli abusi sessuali di 11 pedofili. La ragazzina, oggi 16enne, ha confermato le accuse.

Amandola, 12 marzo 2008 - Ancora un incidente probatorio, ancora un calvario per una delle tre sorelline di Amandola vittime degli abusi sessuali di 11 pedofili. Ieri, nelle tre aule allestite nella questura di Ascoli Piceno, è stata ascoltata nuovamente la più grande delle tre in relazione ai rapporti sessuali avuti con due degli imputati, Antonio Ruggiu, 69 anni e Kxunia Zyber, 44 anni, entrambi di Santa Vittoria in Matenano. La ragazzina, oggi 16enne, ha confermato le accuse ribadendo di aver consumato rapporti sessuali con i due imputati difesi dall’avvocato Francesco De Minicis nel periodo tra il Natale del 2006 e le prime due settimane del 2007.


Nel corso dell’audizione protetta, a cui erano presenti il gup Alessandra Panichi e il pm Umberto Monti, la ragazzina è caduta in qualche contraddizione sulla ricostruzione cronologica e sulle modalità con cui aveva conosciuto i due. Nei primi interrogatori infatti aveva affermato di averli conosciuti passeggiando per il paese, mentre ieri è emerso che i due frequentavano abitualmente la casa della vittima. "E’ una vicenda delicata e complessa – ha commentato l’avvocato De Minicis – e alcuni aspetti delle affermazioni della ragazzina generano molte perplessità. Resto convinto che aver frazionato questo processo in più parti ha nuociuto alla verità e alle stesse ragazzine costrette a subire ogni volta un nuovo interrogatorio".


f. c.

martedì 11 marzo 2008

Orfanotrofio degli orrrori in Gran Bretagna


Corriere della Sera –
Sarebbero 160 le presunte vittime: indagini frenate per anni da una rete di complicita'
Gb: il giallo dell'orfanotrofio degli orrori
Jersey: rinvenute 2 camere delle torture nella struttura di Haut de la Garenne. All'interno anche resti umani

LONDRA (GRAN BRETAGNA) - Come in un film dell'orrore. E' quello che ha per protagonista un orfanotrofio del Jersey un isola nel canale della Manica, l'Haut de la Garenne, che sarebbe stato almeno fino al 1986, un vero e proprio luogo di tortura e morte per i bambini che vi dimoravano. Torture che sarebbero venute alla luce solo dopo anni per la presunta complicità delle stesse forze di polizia che avrebbero insabbiato le denunce. Così solo da una settimana a questa parte le forze dell'ordine si sono mosse alla ricerca di prove per sostenere le testimonianze delle vittime. E così dopo la prima ora gli inquirenti britannici ritengono di aver individuato dopo una prima anche una seconda camera sotterranea delle torture nell’orfanotrofio.

La polizia scientifica al lavoro in una delle camere delle torture dell'orfanotrofio (Reuters)
Un cane poliziotto ha inoltre rilevato la presenza di resti umani. La seconda stanza è stata individuata vicino allo scantinato contenente tracce di sangue umano, un paio di catene e un bagno in muratura, scoperto all’inizio del mese, e gli inquirenti sospettano l’esistenza di altre due camere. Sono circa 160 le presunte vittime che hanno denunciato le violenze subite tra il 1960 e il 1986 nell’orfanotrofio Haut de la Garenne, violenze venute fuori solo ora, quando è stato violato il muro del silenzio, edificato da una rete di poliziotti, politici e imprenditori locali. Tanto che da più parti è stato richiesto al ministro della Giustizia di inviare magistrati indipendenti sull'isola per avere la certezza di un equo processo.

LA CAMERA DEGLI ORRORI - Un portavoce della polizia, citato dal quotidiano Times di Londra, ha dichiarato: «Questa stanza può essere tre volte più grande della prima stanza e ci vorrà del tempo per esaminarla con cura. Manderemo prima un cane, attraverso un varco nel soffitto. Quindi entrerà un’unità di medici legali. Ovviamente, se troveranno qualcosa di rilevante, questo rallenterà l’intera operazione». La polizia ha inoltre denunciato iniziative avviate da ex funzionari di polizia, politici e imprenditori per screditare le indagini. Un portavoce delle forze dell’ordine ha dichiarato: «Alcuni funzionari hanno lasciato il corpo di polizia in circostanze diverse dopo essere stati accusati di attività che possono essere definite di corruzione. Questi funzionari e i loro associati, tra cui un imprenditore locale e un ristretto numero di politici, hanno lanciato una campagna volta a screditare gli inquirenti impegnati sul caso. Sono state inviate diverse lettere, tra cui alcune contenenti minacce contro uno degli agenti. Dopo l’annuncio dell’avvio delle indagini, un politico che ha partecipato al dibattito sugli abusi su minori è stato avvicinato da uno di questi ex funzionari di polizia e ammonito a non fidarsi e a non cooperare con gli inquirenti. Vogliamo sottolineare che al momento non ci sono prove del fatto che questi ex funzionari siano coinvolti in attività volte a coprire gli abusi. Obiettivo dell’indagine rimane quello di individuare le persone che hanno commesso gli abusi sui bambini».

Giallo sulla morte di una 15enne inglese. Droga, pedofilia e stupri sulla spiaggia dei figli dei fiori

Corriere della Sera -
Nella meta dei turisti occidentali, la polizia finisce sotto accusa: «Ha depistato»
Uccisa a Goa: il paradiso fa paura
Giallo sulla morte di una 15enne inglese. Droga, pedofilia e stupri sulla spiaggia dei figli dei fiori

Bad trip. Scarlett era arrivata a Goa lo scorso novembre, con i fratelli. «Un regalo di Natale», aveva detto la mamma. Il 18 febbraio Scarlett Keeling è stata trovata morta, non lontano dalla spiaggia di Anjuna. Annegata dopo essersi strafatta di droga, un «viaggio» finito male, secondo la polizia: un bad trip. Violentata e uccisa, insisteva la mamma. E la mamma aveva ragione, ha rivelato adesso una seconda autopsia. La bocca di Scarlett era piena di sabbia e nei suoi polmoni di quindicenne troppo poca acqua di mare. Fine del viaggio. Bad trip anche per Goa: la sua corsa di eterna capitale hippie è forse davvero esaurita, magia in fumo.


Goa è diventata un posto poco raccomandabile: non il buen retiro della psichedelia internazionale, eredità anni Sessanta, e neppure l’ultimo ritrovato dell’industria turistica a cinque stelle. «L’atmosfera s’è fatta buia», scrive il Times of India. Scarlett è diventata un caso. Un delitto brutale che da settimane abita i giornali inglesi, sconvolti all’idea che un paradiso tropicale visitato da 200 mila cittadini britannici nel 2007 possa diventare una trappola mortale. Domenica un uomo è stato arrestato, un barista visto con Scarlett prima che lei sparisse. Non ha trent’anni e si chiama Samson D’Souza, un cognome che ricorda come Goa sino al 1961 fosse portoghese: per 500 anni, prima che i carri armati di Nehru convincessero la guarnigione lusitana ad arrendersi. Ieri, il ministro del Turismo dello stato ha accusato la polizia di aver depistato le indagini.

Per proteggere gli interessi legati proprio al turismo, hanno aggiunto i media. Scarlett è l’ennesimo dramma— in una sequenza di crimini e vicende poco chiare—che si è consumato lungo le spiagge bianche dove mille inglesi svernano regolarmente e dove le notti si animano di feste dove alcol e droga vengono consumati senza troppi freni: nel 2006 a Goa sono morti 55 stranieri, 4 di più l’anno scorso, 12 nei primi due mesi del 2008, lo scorso gennaio ancora un’inglese ha denunciato uno stupro, altre sono sfuggite alla violenza, due giapponesi sono morti di overdose nei giorni scorsi. La geografia umana (e criminale) di Goa si è trasformata. A fine anni Sessanta gli stranieri costituivano pallidi gruppi di corpi sulle spiagge migliori. Le feste notturne — i Full Moon Party poi esportati altrove — facevano parte del menu ancora negli anni Ottanta. È il momento in cui s’è sviluppata la musica etichettata Goa trance, ritmi elettronici profondi e martellanti, passaggi dissonanti sulla falsariga di armonie della tradizione indiana, psichedelia tecno-tribale. Funzionava. I dj hanno riversato Goa trance in tutto il mondo:

Goa Party da Berlino a Sidney. A migliaia — da Gran Bretagna e Israele, Germania e Paesi scandinavi — hanno puntato su Goa. Intere famiglie continuano a trasferirsi dall’Europa attratte dal basso costo della vita. «L’affitto della casa dove abito qui mi costa 800 sterline, a Londra non basta per un mese», ha spiegato all’Observer Nelly Beetle: disegna abiti e ha una figlia di 2 anni «che nuota in mare e mangia papaia fresca ogni giorno». Accanto all’idealizzato Nirvana hippie o post-hippie, con l’ovvio corollario di canne e «funghi magici», pensioncine e andirivieni di zaini e sandali, c’è anche una Goa che va a pescare i rampolli dell’India benestante, ne munge le carte di credito, alimenta ristoranti all’occidentale e negozi di design, resort esclusivi dove si fa yoga e ci si ritira dal mondo a caro prezzo e in tutta comodità.

Fa paura la Goa dove le bande si spartiscono il territorio, mafia russa sulle spiagge di Morjim e Arambol— scrive la stampa di Delhi—israeliani altrove, scozzesi a Baga, nigeriani e kenioti con la cocaina a Candolim, oltre alle «dozzine di casi di turismo pedofilo», come denuncia la sociologa Nishta Desai della ong Child Rights. «Stupri e abusi sessuali sono legati all’abuso di droga. Se il governo vuole davvero controllarlo, intervenga seriamente sui signori della droga piuttosto che star lì a non far nulla», ha dichiarato il capo della Camera di commercio locale. Gli interessi turistici, la droga, le barriere economiche e sociali che si innalzano di colpo, tutto contribuisce a squassare gli equilibri che avevano reso Goa un luogo a sé rispetto. A guardarla da questo lato, Goa è in pieno bad trip. Era un paradiso, poi un paradiso artificiale, ora quasi un paradiso perduto. Scarlett lo sa.

Marco Del Corona
11 marzo 2008

lunedì 10 marzo 2008

Pedofilia - abusi su sei bambine in provincia di Treviso

Fonte: Adige.TV Domenica 9 Marzo 2008
Abusi sessuali su sei bambine

Anni di abusi sessuali e silenzio. «Se lo dici ti faccio picchiare», «Se parli non invito più i tuoi genitori in montagna». Minacce diverse per due diversi casi di violenze e molestie e due inchieste, rispettivamente della Procura di Treviso e di quella di Belluno. Gli "orchi" sono un 65enne e un 60enne, nascosti dietro una facciata di sorprendente normalità, nella provincia trevigiana, a Ponzano e a Villorba. Due distinte vicende, accomunate però dal terribile fil rouge di abusi sessuali su bambine, in entrambi i casi figlie della ristretta cerchia di coppie di amici e che inevitabilmente entrano quotidianamente a contatto con il "mostro".
Le indagini degli investigatori della Mobile di Treviso, coordinati dal dirigente Riccardo Tumminia, sono arrivate a una prima conclusione ieri mattina, quando i poliziotti hanno eseguito i due provvedimenti cautelari nei confronti dei due trevigiani. Entrambi avrebbero compiuto atti sessuali nei confronti di bambine con età che vanno dai 7 ai 14 anni. Il giudice per le indagini preliminari di Treviso ha disposto per il 65enne di Ponzano la misura degli arresti domiciliari. Il 60enne di Villorba invece è stato sottoposto al divieto di dimora nelle province di Belluno e Treviso.La prima vicenda è venuta alla luce anche con il contributo del progetto "Educare alla sessualità", che l'Usl 9 di Treviso e Oderzo organizza per gli alunni dell'ultimo anno delle scuole elementari. Proprio a contatto con gli psicologi e gli specialisti sono emerse le prime avvisaglie degli abusi subiti da due bambine di 11 e 12 anni, due amichette del cuore, due compagne di classe. Da lì sono scattate le indagini della Mobile, della sezione speciale contro i reati su minorenni, che hanno scoperchiato un vero e proprio "vaso di Pandora". Gli investigatori hanno effettuato accertamenti, anche di natura tecnica, facendo venire alla luce anni di minacce e abusi. Abusi ripetuti sulle due bambine, singolarmente e insieme, per almeno due anni, sotto la minaccia di violenze. L'uomo, 65 anni di Ponzano, sposato con due figli, avrebbe indistintamente compiuto atti sessuali nei confronti della bambina che gravitava nel suo ambito, a cui è legato da vincoli familiari, e della sua amichetta. Lo avrebbe fatto principalmente in auto, con la scusa di accompagnare le bimbe ai vari impegni scolastici ed extrascolastici. Il 65enne, con precedenti per truffa, è ora agli arresti domiciliari su disposizione del gip Umberto Donà e su richiesta del pm di Treviso Valeria Sanzari.

Il secondo caso è emerso grazie al coraggio di una ragazza ora diciottenne. La giovane con una lettera indirizzata ai genitori è riuscita a liberarsi di tutti quei terribili anni di violenze subite per mano di quel "caro" amico di famiglia. Una persona "per bene", un imprenditore conosciuto, ex insegnante di una scuola superiore di Treviso. L'uomo, 60 anni di Villorba, sposato e padre di famiglia, era già stato coinvolto in passato per una indagine di questo tipo. Ora è nuovamente accusato di aver abusato sessualmente di 4 bambine che all'epoca delle violenze avevano tra i 7 e i 13 anni: il tutto sotto gli occhi del figlioletto. È stata una di quelle bambine, che raggiunta la maggiore età, ha voluto "liberarsi di questo macigno", raccontando tutto ai genitori.Immediatamente sono partite le indagini degli agenti della Mobile di Treviso, che avrebbero raccolto prove che inchioderebbero il 60enne. L'ex insegnante avrebbe abusato sessualmente delle ragazzine, ripetutamente. Atti sessuali che sarebbero avvenuti nei lunghi weekend nella sua casa in montagna, in una località turistica delle Dolomiti bellunesi. Lì l'uomo invitava le famiglie di amici. Poi dopo le cene si appartava con le bambine e con il figlioletto: in quella stanza in pochi minuti si scatenava l'inferno. «Se dici qualcosa ai tuoi genitori non li invito più», ripeteva l'uomo alle bambine, che intimorite si sono tenute dentro questo dolore per anni. Poi il coraggio di una di loro, che per lo choc subito aveva pensato più volte anche di togliersi la vita, e la gratitudine delle altre tre. «Grazie per aver tirato fuori questo peso», ripetono le altre vittime di abusi. E ancora: «Salverai delle vite. Quell'uomo non è nemmeno degno di definirsi tale».

Mario Suriano - Bidello-catechista pedofilo

Mario Suriano, il bidello-catechista pedofilo: perizie sui pc di tre indagati
Si arricchisce di nuovi dettagli l’inchiesta sul ”bidello-catechista” pedofilo, Mario Suriano, arrestato nelle settimane scorse a Belmonte Calabro per violenza sessuale su minori e detenzione di materiale pedo-pornografico. Le investigazioni sono condotte dai carabinieri della stazione di Belmonte Calabro e dai loro colleghi della compagnia di Paola, nonchè dalla polizia postale di Cosenza. Tutti sono coordinati dal pubblico ministero Antonella Lauri. Gli inquirenti - i quali stanno indagando su tre persone che custodivano in casa materiale pedopornografico o che avrebbero avuto rapporti omo ed eterosessuali con bimbi di 8-10 anni d’età - tra circa quindici giorni potranno contare su due perizie tecniche di parte per meglio chiarire importanti vicende legate all’inchiesta.

La dottoressa Lauri ha disposto, nei giorni scorsi, due consulenze tecniche, affidate ad altrettanti periti informatici, per la duplicazione di tutto il materiale pedo-pornografico trovato nei Pc dei soggetti indagati (posti sotto sequestro) per l’acquisizione di eventuali chiavi d’accesso utilizzare per l’ingresso in siti protetti che diffondono materiale pedo-pornografico. Con ciò, tra l’altro, si vogliono anche acquisire le e-mail che sarebbero state utilizzate per scambio dii eventuale materiale di questo tipo. Alla base di tale nuova determinazione, il fatto che uno dei tre indagati, a cui è stata trovata una quantità consistente di video e foto pedo-pornografici, si è giustificato affermando che non sapeva dare spiegazione circa la provenienza di quei file. L’indagato, infatti, riceveva quelle missive elettroniche - a suo dire - aprendo delle caselle web, quindi involontariamente. Ma la polizia postale ha evidenziato che questo tipo di trasmissione dati non è possibile. Quindi, secondo i sospetti degli inquirenti, il bidello o qualche altro indagato potrebbe avere a disposizione una password segreta per la visualizzazione di materiale pedo-pornografico. E, pertanto, gli esperti informatici dovranno operare assieme alla polizia postale di Cosenza per stilare, entro pochi giorni, le due relazioni tecniche. Agli atti risultano, inoltre, intercettazioni ambientali e telefoniche, risultati di perquisizioni, verifiche della polizia postale di Cosenza, ma anche i racconti di alcune delle piccole vittime, supportati da personale medico qualificato. Si tratta, secondo gli atti, di una squallida vicenda fatta di degrado sociale e abusi, dove un gruppo di pedofili abusava di piccoli innocenti dopo averli adescati a scuola, in parrocchia, nei bar ed anche in chiesa.
Amantea.net 9 marzo 2008