venerdì 30 novembre 2007

Cassazione su Pedofilia

Alleghiamo una sentenza della Cassazione che può certamente interessare i tanti casi di abusi sessuali sui minori che sono ancora ai primi gradi di giudizio o che sono ancora in fase di indagine e accertamento, quale l'ultimo caso di Rignano Flaminio per la scuola Olga Rovere.

Cassazione: basta con la demonizzazione dei genitori in caso di abusi su minori

Nelle ipotesi di abuso su minori anche quando i piccoli rendono versioni discordanti, non significa che stiano mentendo e che siano stati in qualche modo condizionati. Va quindi detto stop alla "demonizzazione" dei genitori delle piccole vittime di abusi sessuali. E' quanto scrive a chiare note la Corte di Cassazione in una sentenza (la n. 42984/2007) che ha voluto mettere un punto fermo sull'attendibilita' dei racconti fatti in merito alle violenze subite da minori. La Corte nel confermare la condanna nei confronti di un uomo accusato di aver abusato della nipotina di 5 anni ha chiarito che il "modo congetturale di adombrare la rispettabilita' delle persone dei genitori e parenti, che e' ormai una forma consueta di demonizzazione delle dichiarazioni di quei famigliari in queste dolorose vicende, sarebbe solo un disdicevole espediente dialettico, di nessuna utilita' probatoria, se non si esemplificano le circostanze e le ragioni che possono avere indotto quelle persone ad operazioni tanto riprovevoli". In particolare la Suprema Corte ha respinto la tesi dell'imputato secondo cui la bambina sarebbe stata "condizionata" dai parenti piu' stretti e il suo racconto "snaturato ed esasperato dai parenti". I giudici di Piazza Cavour hanno rimarcato che "discettare della inattendibilita'" delle piccole vittime "solo perche' le loro versioni non sono tutte omogenee, ma in parte discordanti rispetto a quelle che forniscono successivamente e' insignificante". Allo steso tempo la Corte evidenzia che vi è troppa disinvoltura nel fare ricorso a perizie psicologiche e richiama la più "consolidata letteratura psichiatrico-infantile che e' unanime nello stabilire che la variabile del racconto di un vissuto dipende dalla storia personale dei singoli bambini, e dalla modificabilita' dei fattori che possono modulare il loro interesse e la loro attenzione in un certo momento". In altri termini secono la Corte "non e' agevole pensare a quei piccoli come a persone capaci di sofisticate bugie e fantasticherie". In merito poi alla necessità di fare ricorso ad una perizia psichiatrica la Corte aggiunge che "non ci sono deroghe al libero convincimento del giudice nell'ambito di un rigoroso riscontro della logicita' della sentenza" e pertanto "eventuali eccezioni di supporto tecnico e tecnologico, non condizionanti la decisione stessa, sono consentite -avverte la Suprema Corte- solo se il giudice ne apprezzi l'assoluta necessarieta'".

(Data: 26/11/2007 - Autore: Roberto Cataldi)

mercoledì 28 novembre 2007

Don Marco Baresi

Sul quotidiano La Repubblica di oggi, a pagina 20 in cronaca, troviamo una bella pagina dedicata all’arresto di Don Marco Baresi a Brescia. L’inviato ci racconta qualcosa in più di questa ennesima vicenda di pedofilia (presunta). Ometto la parte principale che si trova invece su altri giornali e vado subito al dunque così sarò breve!
-A muovere la magistratura è stata la denuncia di un ragazzo di 17 anni che fino al 2004 è stato al MariaImmacolata… il ragazzo che non riusciva ad avere una vita normale confessa il suo dolore allo psicologo che lo ha in cura…. A giugno, il bilocale dove alloggiava Don Marco viene perquisito e sequestrato del materiale… fino a ieri all’esterno nulla si viene a sapere. A quanto pare l’arresto è motivato dal pericolo di inquinamento di prove- nota: Io in oltre 5 mesi ci sarei riuscita ad inquinare, voi no?
A parte le solite esternazione buoniste della Curia Bresciana con i soliti loro addoloramenti, con quanto è conosciuto e rispettato etc etc andiamo oltre.
Scrive il giornalista: Resta il fatto che da almeno cinque mesi la Curia era a conoscenza delle indagini della Magistratura e delle accuse contro Don Baresi, e che nonostante questo il vice-rettore sia rimasto al suo posto. Don Mario è un ottimo sacerdote. Le accuse gli arrivano da un ragazzino instabile psicologicamente e non sono confermate – risponde Don Adriano Bianchi – direttore dell’ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali. Pensavamo che fosse solo una bolla di sapone. In caso contrario sarebbe stato allontanato, in questione ci sono procedure precise. nota: Sono comparse nuove figure nella diocesi di Brescia: Don Adriano Insultatore, Don Adriano Saponatore, Don Adriano Magistrato e, quello che mi piace di più, Don Adriano Comunicatore (se lo licenziano lo assumo io che non riesco ancora a comunicare bene con certi esseri e, magari, lui si).
E ancora peggio andiamo dopo: Più decisa la reazione dell’amministratore del seminario Mario Sberna, presidente dell’associazione Famiglie Numerose – Questo è un ambiente sensibile, non si può distruggerlo così. Don Marco è sicuramente innocente, è un nuovo caso Enzo Tortora! nota: E troviamo la figura dell’amministratore (io temo pure quello del mio condominio che chiede sempre più soldi) che si trasforma in paladino di Don Marco dicendo che è sicuramente innocente!! Ecchisenefrega di quel ragazzino psicolabile! Io ho indagato e Don Marco è innocente? io so perché lo conosco? Io so, io so, io so! E io che non so nemmeno se domani mi sveglio dove trovo quasta bella palla di vetro che mi riveli passato-presente-futuro? Certo che noi cittadini comuni proprio non abbiamo mai manco mezzo privilegio nel sapere così le cose: che sfigati che siamo!! E sull’ultima dichiarazione io lascio stare chi ormai giace sereno nelle braccia di Dio ma magari ci sarà Portobello che si incazza per tutti. Beccato!!

Letto su Vivicentro.org

martedì 27 novembre 2007

Bambini scomparsi

Gravina/ Arrestato il padre dei fratellini con l'accusa di omicidio volontario
Martedí 27.11.2007 12:20

'Non lo dire a nessuno dove stanno i bambini. Come è vero Iddio, mi uccido'. E' questo il testo di un'intercettazione in dialetto gravinese stretto, registrato tra Filippo Pappalardi e la sua convivente, Maria Ricupero, ad aver spinto gli inquirenti ad arrestarlo con l'accusa di omicidio volontario e occultamento di cadaveri. Pappalardi è il padre di Francesco e Salvatore, i bambini scomparsi da casa il 5 giugno dello scorso anno.

Al momento dell'arresto l'uomo, autotrasportatore di 43 anni, di Gravina di Puglia, non è apparso sorpreso e si è dichiarato innocente ipotizzando la sua scarcerazione entro due giorni, e agli agenti ha ripetuto di essere sicuro che i suoi figli sono vivi e stanno bene.

In paese c'è sgomento: "Ce lo aspettavamo, era una voce che era in giro da tempo ma non ci sono prove". La gente commenta l'arresto di Pappalardi, definendolo un violento. Anche se la gente si interroga ancora sulla sorte dei piccoli e dei loro corpi. Non si sa se siano morti o ancora vivi, qualcuno dice che la compagna di Pappalardi non volesse Ciccio e Tore in casa e che lui fosse stanco di sentire le sue lamentele.
UCCISI PERCHE' INDESIDERATI- E qualcosa sembra ritornare nelle parole usate dal procuratore della Repubblica di Bari Emilio Marzano, per il quale Pappalardi, "a dispetto dei finti contenziosi civilistici con la ex moglie Rosa Carlucci" non voleva più quei due figli, non li sopportava più. La nuova famiglia formata con Maria Ricupero era già gravata da altri tre figli, Ciccio e Tore davano fastidio, disobbedivano, mentre Pappalardi voleva che rispettassero le regole. In questo contesto - secondo il procuratore - s'inserisce anche l'ipotesi del reato di maltrattamenti nei confronti dei due ragazzini poi scomparsi, formulata mesi fa per la compagna di Pappalardi".

Pedofilia sulla stampa

Si tratterebbe del vicedirettore del
seminario di Brescia, Marco Baresi

BRESCIA
A quanto apprende l’ADNKRONOS, il vicedirettore del seminario della diocesi di Brescia, Marco Baresi, 38 anni, è stato arrestato dagli agenti della Squadra mobile che hanno eseguito un ordine di custodia cautelare emesso dal gip del Tribunale di Brescia. Le accuse per il sacerdote sono di violenza sessuale aggravata ai danni di un minore di 14 anni e detenzione di materiale pedopornografico


La Stampa 27 novembre 2007

sabato 24 novembre 2007

Pedofilia sulla stampa

Choc in Brasile, 15enne in cella con venti uomini:
stuprata per un mese



Il governatore dello stato di Para si è impegnato affinché possa esserci una punizione esemplare


Foto d'archivio
BRASILIA - È scandalo in Brasile. Una giovane adolescente di quindici anni sospettata di avere commesso un furto è stata rinchiusa in una cella con oltre 20 uomini per un mese. Durante questo periodo è stata ripetutamente violentata e obbligata a avere rapporti sessuali per procurarsi il cibo. Lo hanno denunciato oggi i membri dell’organizzazione umanitaria "Children and Adolescent Defense Center" (Cedeca) subito dopo il rilascio della ragazzina «È stata stuprata dal primo giorno» non appena è entrata in prigione nello stato di Parà dai suoi compagni di cella che avevano da 20 a 34 anni, hanno raccontato al Cedeca.

La giovane era stata arrestata nella capitale di Parà, Abaetetuba, il 21 ottobre e era finita in guardina nelle celle della stazione di polizia fino a quando qualcuno non ha informato con una soffiata alla stampa. La polizia, secondo il legale dell'adolescente non ha saputo indicare per quale caso di furto fosse stata imprigionata e si è difesa affermando che non si erano accorti che fosse minorenne. «Ma questa non è una giustificazione. Se avesse avuto 15, 20, 50, 80 o 100 anni non doveva essere rinchiusa con degli uomini», ha dichiarato il governatore locale, la signora Ana Julia Carepa annunciando che avrebbe chiesto una punizione esemplare. I media brasiliani hanno riportato che non si è trattato del primo caso del genere: in precedenza una ragazza di 23 anni era stata sbattuta in un altro carcere dello stesso stato per un mese, stavolta con 70 uomini.

PEDOFILIA OVUNQUE

PRIMATE CANADESE CHIEDE PERDONO PER ABUSI DEL CLERO SU MINORI

In un'inatteso 'mea culpa' pubblico il primate della chiesa canadese e l'arcivescovo del Quebec, il cardinale Marc Ouellet, ha chiesto "perdono" ai fedeli per i casi di abusi sessuali e discriminazioni commessi dal clero canadese. Con una lettera aperta ai giornali francofoni il prelato, che parlava a titolo personale e non per conto della Santa Sede, ha detto che e' giunta "l'ora di voltare pagina. Sono stati commessi errori che hanno danneggiato l'immagine della Chiesa e per i quali chiedo umilmente perdono". Il cardinale Ouellet ha fatto menzione tra l'altro delle violenze commesse sui piu' giovani da preti e delle "vedute ristrette" che prima del "1960 hanno favorito la diffusione tra i cattolici canadesi dell' anti-semitismo, di razzismo, discriminazioni verso le donne e gli omosessuali" Lo scandalo delle molestie sessuali da parte del clero negli Stati Uniti ha portato alla bancarotta alcune diocesi condannate a risarcimenti multimilionari. (AGI) - Montreal, 22 nov. –


PEDOFILIA: ZIO MOLESTA NIPOTE PER 8 ANNI, CONDANNATO A BERGAMO

(AGI) - Bergamo, 21 nov. - Ha molestato la nipote per otto anni, da quando era una bambina di dieci anni fino a quando ha raggiunto la maggiore eta'. E ora e' stato condannato solo perche' la ragazza ha avuto il coraggio di raccontare l'accaduto al fidanzato. Secondo il racconto della vittima, che vive in un paese dell'hinterland di Bergamo, lo zio l'avrebbe toccata e baciata nelle occasioni in cui la piccola veniva ospitata a casa dello zio (un professionista oggi 68enne). Per tutto questo tempo la ragazza si e' tenuta dentro tutto, fino a due anni fa, quando ha deciso di raccontarlo al proprio ragazzo. E' stato lui a riferirlo ai familiari, che hanno convinto la ragazza a rivolgersi alla magistratura. La ragazza ha poi confermato il proprio racconto al giudice e lo zio e' stato rinviato a giudizio per violenza sessuale. In udienza preliminare l'imputato ha scelto il rito abbreviato e ha sempre negato tutto. Ma il Gup Giovanni Petillo lo ha condannato a due anni e mezzo. (AGI)

Pedofilia: 40 arresti in Spagna

Ordinanze custodia cautelare emesse in tutta il Paese
(ANSA) - MADRID, 22 NOV - Arrestate 40 persone dalla 'Guardia Civil' di Navarra per 'corruzione di minori' e 'possesso di materiale pedo-pornografico'. Le ordinanze di custodia cautelare, secondo quanto riportano i media, sono state emesse in tutta la Spagna, soprattutto in Andalusia e in Catalogna, ma anche a Madrid e nelle Asturie, dopo un'indagine durata piu' di un anno, che ha consentito di smascherare una rete estesa di soggetti che producevano e mettevano in rete video con bambini con meno 10 anni. 22 Nov 19:17



Pedofilia, prete in attesa del giudizio

È stata rinviata al 5 dicembre l’udienza, prevista per ieri mattina, del processo al prete accusato di violenze sessuali (atti di libidine, molestie, atti non completi) su una decina di bambine che frequentavano la scuola materna della sua parrocchia. Il sacerdote, 60 anni, che ora vive in una stuttura religiosa del Bolognese, era stato denunciato da una educatrice che lavorava all’interno della struttura e che insieme ad altre 27 persone aveva testimoniato per l’accusa e per le parti civili nel giugno scorso, quando sono stati sentiti anche i 10 testimoni della difesa. Ieri sarebbe dovuta essere la volta della requisitoria del pm Filippo di Benedetto, rimandata ai primi giorni di dicembre, poi, una volta sentiti gli avvocati delle parti civili e delle difese, la parola passerà ai giudici per la sentenza che presumibilmente arriverà nel marzo prossimo.


Haiti: arrestato vodese condannato in Svizzera per pedofilia

PORT-AU-PRINCE - Un insegnante e animatore radiofonico vodese di 59 anni è stato arrestato ieri sera a Haiti per pedofilia. L'uomo, che viveva da alcuni anni nell'isola, era interessato da un mandato di cattura internazionale, spiccato nei suoi confronti dopo una condanna in contumacia a due anni di reclusione pronunciata nel dicembre del 2005 dal tribunale cozrezionale di Losanna. La corte lo aveva riconoscuiuto colpevole di abusi su diversi allievi: la pena andava ad aggiungersi ad altri due anni, inflittigli per reati analoghi commessi nel 1996 su minori nello Sri Lanka e a Haiti.
La notizia del fermo, avvenuto alla presenza di un funzionario di polizia elvetico, è stata fornita da fonti delle forze dell'ordine di Haiti. Da parte sua l'Ufficio federale di polizia ha già presentato una domanda di estradizione. Il rimpatrio sotto scorta dovrebbe essere ora solo una formalità.

mercoledì 21 novembre 2007

Pedofili-Assassini


Ancora un bambino... anzi in questo caso una bambina vittima di un pedofilo! Trovo in un blog questa storia che alza credo in tutti un malessere senza fine, un orrore senza pari. La bambina si chiamava Marie Da’Niyah Jacksopn, vieva a Troy Hill, poco distante da Pittsburgh ed aveva solo 10 mesi. Sua madre ha un fidanzato a cui lascia in custodia la bimba (ed un altro di 2 anni) mentre lei si reca al lavoro. Al ritorno la bimba è in coma ed è inutile la corsa verso l'ospedale: l’autopsia rivelerà numerose ferite sul corpo, lo schiacciamento del torace nonché segni inequivocabili di rapporti sessuali completi!
L’uomo, Clinton Smith, viene arrestato e dalla sua fedina penale emergono precedenti per abuso sessuale e maltrattamento, sia nei confronti di bambini che di donne.



IO NON TROVO PAROLE PER DIRE QUALCOSA!! MI VIENE SOLO DA PIANGERE PER QUESTA ENNESIMA TRAGEDIA A DANNO DI ANGELI COME QUESTA DOLCISSIMA BAMBINA.

lunedì 19 novembre 2007

Con le Iene la tv si sostituisce alle istituzioni (con video)

Come i poliziotti della serie Law and Order, quelli delle lene si dedicano alla pedofilia e ci prendono gusto. Morboso, però. Gusto nel beccare il pedofìlo, fargli confessare i dettagli più sconci, farglieli ripetere, braccarlo nella notte, costringerlo alla confessione, obbligarlo alla flagellazione. I fatti - Un gestore di un sito erotico riceve una strana richiesta: qualcuno vuole una ragazza dai 10 anni in giù. Da bravo cittadino fa quello che tutti i bravi cittadini fanno: avvisa la polizia postale e quella mediatica. In questo caso, le Iene (forse quelli di Striscia erano impegnati a festeggiare il ventennale). Così, la iena arriva dal bravo cittadino gestore di sito di prostituzione maschile, e insieme contattano il presunto pedofìlo per vedere un po' l'effetto che fa. Il bravo cittadino si fa dire tutto ma proprio tutto dal presunto pedofìlo, e la iena commenta per lo spettatore ogni singolo passaggio. Bravo Cittadino: «Non le devi fare male». Presunto Pedofìlo: «No, uso la vasellina. È vergine?». Iena: «Vedete? Il linguaggio è crudo, e lui non esita ad entrare nei minimi particolari». P.P. «Io voglio bene alle bambine come un fidanzatino». B.C: «Ma come fanno a piacerti le bambine?». P.P: «Non lo so, sarà la f*** stretta. Ma io al massimo ho avuto una ragazza di 17 anni, ce l'aveva stretta, ma le è piaciuto». B.C. ride : «Ah beh, bello, ma magari non ce la fai con la bambina...». Iena: «Avete sentito?». Eh sì che abbiamo sentitoProcesso in diretta - Le Iene vogliono farci sentire fin a che punto l'aberrazione dell'uomo può arrivare. Ma è una scusa. Questa è pura morbosità. Tanto che la telefonata ci viene riproposta altre due volte: la prima quando viene fatta ascoltare alla psicologa Maria Rita Parsi, la seconda quando tutto ciò tocca al P.P. Eh sì: quelli delle Iene sono più celeri della polizia. Sono già andati a beccarlo, quel bastardo. Gli assicurano che non lo stanno riprendendo, e invece sì. Certo stanno oscurando il suo volto, ma le notizie che lui ha fornito al bravo cittadino e che le Iene hanno utilizzato per acchiapparlo sono di dominio pubblico, sono molto particolari, lo rendono perciò facilmente riconoscibile. Con arroganza gli intimano di confessare, che le coincidenze sono troppe, che deve essere lui, quel bastardo. Tutto senza che la polizia postale abbia mosso un dito, e chissà se potrà farlo, perché è diffìcile che contestare un reato non messo in atto. E poi ora il P.P., vedendosi braccato, avrà fatto sparire il materiale compromettente. Tutto questo è sconcertante. Un processo a mezzo tv per un telefonata sudicia, ma pur sempre una telefonata, fatta a un tizio che gestisce un sito di escort. La tv non vuole sostituirsi alle altre istituzioni (Law and Order), pretende ormai di esserlo. E con morbosa arroganza. Stefania Cariniper "Europa" Ecco il filmato "incriminato", la cui visione è consigliata solo ad un pubblico adulto:
http://www.digital-sat.it/new.php?id=11621

News del 17.11.2007 ore 18:49 Inserita da Giorgio Scorsone (Giosco) Fonte: Europa


NOTA: io non sono riuscita a vedere tutto il video perchè già alle prime parole mi veniva da vomitare.

Ritrovata la bimba rapita

2007-11-19 18:46 ANSA
BAMBINA RAPITA E SUBITO RITROVATA NEL LECCHESE

Ansa 18:46 - MILANO - E' stata ritrovata la bimba, di un anno e mezzo, che era stata portata via nel piazzale del parcheggio del supermercato Esselunga di Cernusco Lombardone (Lecco). La piccola sarebbe in buone condizioni. E' stata vista in braccio a un carabiniere che entrava nel comando di Merate.

La madre aveva lasciato i suoi tre bambini nell'auto ed era entrata nel centro commerciale. Quando e' uscita ha fatto in tempo a vedere una donna che, presa la bambina dalla sua auto, e' salita su un'altra vettura che si e' velocemente allontanata.


* Ci sentiamo sollevati dalla notizia dell'immediato ritrovamento della bambina. Non oso immaginare in che mani sarebbe caduta.

Rapita una bimba di 18 mesi

Lecco/ Rapita bambina di 18 mesi al supermarket. Posti di blocco a Milano, Como e Bergamo
Lunedí 19.11.2007 18:21

Inquietante episodio nel tardo pomeriggio di oggi nei pressi di un supermercato di Cernusco Lombardone, nel Lecchese, dove una bimba di appena un anno e mezzo, stando alle prime informazioni, sarebbe stata rapita da una sconosciuta mentre si trovava in auto in attesa che la mamma tornasse dalle compere. In tutta la zona è immediatamente scattata un'imponente battuta con polizia e carabinieri.

Secondo quanto si apprende, attorno alle 17,00, la mamma aveva raggiunto l'Esselunga per fare la spesa, lasciando i tre figlioletti in auto, una Opel. All'uscita ha notato una donna che stava spalancando la portiera e che si è presa in braccio la piccina portandola via. Inutilmente l'ha rincorsa perchè poco lontano vi era un complice con un'altra auto sulla quale e' salita la rapitrice.

La mamma si è messa ad urlare attirando l'attenzione degli altri clienti del supermercato che si trovavano sul piazzale. Subito è scattato l'allarme ai carabinieri della Compagnia di Merate, guidata dal Capitano Giuseppe Santacroce, che hanno immediatamente dato vita ad una imponente caccia con impegnate tutte le radiomobili disponibili e coinvolgendo anche tutte le stazioni del territorio. L'allarme e la descrizione dell'auto in fuga è stata diramata anche ai comandi delle province confinanti di Milano, Como, e Bergamo.

sabato 17 novembre 2007

Pedofilia nelle scuole materne

POSTO QUESTO BELLISSIMO ARTICOLO TRATTO DAL SITO http://www.vivicentro.org/

PEDOFILIA SCUOLE MATERNE: I SILENZI DELLA STAMPA

Secondo Strasburgo, in Europa è vittima di abusi sessuali un bambino su dieci. Quindi il problema è enorme, gigantesco. L'ultimo sito pedopornografico scoperto da Don Di NOTO produceva incassi per un milione di euro al giorno. Di cosa dobbiamo parlare? Del fatto che i protagonisti dell'orrore su Internet sono bimbi stranieri? No, ne hanno individuati anche di italiani, proprio pochi giorni fa e a capo di una gigantesca organizzazione c'era proprio un ferrarese.
(vedete gli articoli su vivicentro).

Riguardo il "contagio scuola materna" è un argomento che non può avere alcun fondamento in quanto i casi di pedofilia nelle scuole materne non sono mai stati pubblicizzati:

- Su Verona sono usciti 3 articoli,
- su Calabritto c'è un articolo del 2005 e un trafiletto infinitesimo su Libero per la conferma della condanna dell'autista e la revisione del processo per la suora, nel giugno di quest'anno.
- Su Vallo della Lucania ci sono un paio di articoli su Il Mattino.
- Su Asti ne ho trovato uno.
- Su Torino un paio.
- Su Brescia ne è uscito qualcuno di più ma solo appena è esploso il caso.
- Sull'asilo di Prato, la cui sentenza di Cassazione è del 2005 e ha condananto il bidello per abusi su 17 bambini di una scuola materna, esiste solo un articolo su Repubblica nell'edizione Toscana.

L'argomento-contagio è, quindi, ridicolo. Se pensiamo che i genitori di Rignano all'epoca di tutti questi casi non avevano ancora figli, e forse non erano neppure sposati, non è ipotizzabile che siano stati contagiati da una malattia a loro sconosciuta.

Solo Rignano ha avuto rilievo sui media e questo, nella disgrazia, ha svegliato famiglie, inquirenti e media. Basti pensare che ho notato che in almeno 7 casi di pedofilia avvenuti dopo aprile, gli inquirenti hanno raccolto subito, e seguendo le procedure di rito, la testimonianza dei minori. In tutti gli articoli si diceva:


".....per evitare gli errori commessi inizialmente nel caso di Rignano".


Nel caso di Parabita, ad esempio, la testimonianza del bambino ha già valore di prova, perchè raccolta seguendo le procedure. Non ci sarà bisogno di sottoporlo ad incidente probatorio. Questo ha insegnato Rignano.

Tutti i processi, a parte i tre giunti alla Cassazione, sono ancora al primo grado. Il primo a concludersi sarà quello delle due suore di Bergamo, quando verrà ripetuto l'appello (condannate in primo grado, assolte in appello, la Cassazione ha annullato la sentenza di assoluzione). Il caso è del 2000 e ancora non è finito.

Per la pedofilia nelle scuole materne,
finora non c'è stata alcuna assoluzione in Cassazione.
Ed è di questo, credo, che dovremmo continuare a parlare.

Citazione:
3 novembre Libertà - Strasburgo

In Europa è vittima di abusi sessuali un bambino su 10. Ogni giorno, da un capo all'altro dell'Europa, i bambini sono vittime di abusi sessuali. Si calcola che più del 10% dei bambini europei subiscano violenze sessuali durante l'infanzia. Si va dall'incesto alla prostituzione, dallo stupro all'abuso sessuale. E il crescente uso di Internet ne ha aumentato i rischi perché pieno di "predatori sessuali" che insidiano le vittime. La banca-dati dell'Interpol, solo per fare un esempio del crescente allarme, contiene più di 20.000 nominativi di bambini violentati. Sono dati «raccapriccianti», dice il vice segretario generale del Consiglio d'Europa, Maud de Boer Buchiccio, che sarà in Italia lunedì e martedì prossimi per un'audizione alla Commissione bicamerale per l'Infanzia per illustrare e sostenere la nuova "Convenzione contro gli abusi sessuali sui bambini", cui hanno già aderito 27 paesi, che il Consiglio ha aperto alla firma degli stati membri nel recente vertice di Lanzarote e che l'Italia sottoscriverà il 7 novembre. Per la prima volta gli abusi sessuali sui minori, compresi quelli che avvengono in famiglia o a casa, pornografia e prostituzione minorile, come pure il cosiddetto turismo sessuale, diventeranno "offese criminali", cioè veri e propri reati penali. «I criminali colpiscono e, nonostante gli sforzi - afferma Maud de Boer Buchiccio - la nostra risposta non è ancora adeguata. Migliaia e migliaia di bambini sono tormentati, non solo dai pedofili ma anche dalla segretezza e dal rifiuto. La maggior parte dei bambini violentati e degli adulti che ne sono a conoscenza non parlano degli abusi subiti. È ora di portare alla luce queste violenze protette dal silenzio».

venerdì 16 novembre 2007

Ancora incredibile ma vero!!!

Arabia Saudita, violentata ma condannata a carcere e frusta

di Antonio Taglialatela del 16/11/2007

RIAD (Arabia Saudita). E’ stata violentata da sei uomini ma per lei è giunta comunque una condanna a sei mesi di carcere e 200 frustate. I suoi aguzzini, invece, hanno avuto pene da due a nove anni di reclusione. La decisione arriva da un tribunale saudita, ieri riportata dal quotidiano palestinese “al Quds al Arabi” edito in Gran Bretagna.

La 21enne, che all’epoca dei fatti aveva 19 anni, è stata ritenuta colpevole di essersi fatta trovare dagli stupratori mentre era “appartata con un uomo”. Un reato gravissimo in Arabia Saudita, che ha consentito ai sei uomini di evitare la pena capitale prevista in questi casi. Il suo avvocato, Abdul Rahamn al Laham, è stato addirittura sospeso dalla professione e dovrà anche sottoporsi a “una commissione educativa” ordinata dal ministero della Giustizia. La giovane non ha nemmeno l’appoggio della sua famiglia, che si ritiene “caduta nel disonore”.

La storia risale a due anni fa. Un uomo iniziò a telefonare alla ragazza per chiederle di incontrarla. Lei, dopo alcuni rifiuti, gli inviò una sua foto. Poi, dopo essersi fidanzata con un altro uomo, scelto dalla sua famiglia per il matrimonio, chiese la restituzione della fotografia, fissando un appuntamento con il misterioso ammiratore. L’aggressione avvenne proprio mentre era in auto “appartata” con lui: sei uomini, armati di coltelli, la sequestrarono e portarono in una fattoria fuori città, violentandola e scattando delle foto con il suo cellulare. Quelle stesse foto che usarono per ricattarla: se avesse rivelato l’episodio loro le avrebbero inviate a tutti. Tornata a casa, la ragazza tentò il suicidio con delle pillole che però le provocarono solo un malore facendola finire in ospedale. Confessò, a quel punto, ciò che le era accaduto ma il suo promesso sposo non la ripudiò. Questa è stata l’unica fortuna da lei avuta. Assieme al fidanzato riuscì a rintracciare uno degli stupratori, che lavorava in un mercato del pesce, denunciandolo. Purtroppo, una volta in aula, da vittima è divenuta imputata, con i giudici che l’hanno ritenuta colpevole.

Lei, adesso, riconosce quella che fu una sua ingenuità, è consapevole che non doveva incontrarsi in auto con quell’uomo, ma ritiene che per la sua “colpevolezza”, qualora ci sia stata o meno in base alle leggi del suo paese, abbia già pagato con la brutale violenza subita.

Vergogna

Tommy, Giuseppe Alessi a 7 anni in tribunale:
«Mia mamma è innocente, non ha fatto niente»
PARMA (15 novembre) - E' un bambino che invoca l'innocenza della sua mamma. Un piccolo di sette anni, che si trova in un tribunale a gridare: «Mia mamma è innocente, non ha fatto niente». Giuseppe, il figlio di Mario Alessi e Antonella Conserva, è stato chiamato a testimoniare i momenti prima e dopo il rapimento di Tommaso Onofri e lui da bambino ha urlato la sua verità. La sua deposizione è durata pochi minuti accompagnato da un'assistente sociale, ha cercato di ricostruire, per quanto gli è stato possibile, i giorni precedenti e successivi al rapimento e all'uccisione del piccolo Tommaso. Ma è stata una ricostruzione per forza di cose lacunosa, data la giovanissima età del teste, e la comprensibile confusione mentale e emozionale che il bambino ha subito negli eventi successivi al rapimento e alla morte di Tommaso.

Il pm Lucia Musti ha chiesto che Giuseppe osservasse l'album fotografico sulle persone coinvolte nella vicenda Onofri e Giuseppe ha riconosciuto suo padre, sua madre, Salvatore Raimondi (l'ex pugile già condannato a 20 anni con rito abbreviato), e quello che il bambino ha definito «un amico di papà», ovvero Pasquale Barbera, assolto nel processo abbreviato celebrato a Bologna. Alla fine della testimonianza il piccolo ha abbracciato la madre, presente in aula.

«Sono profondamente critico sulla scelta e sul modo in cui è stato condotto l'esame del piccolo - ha detto l'avvocato di Conserva, Romano Corsi - dal verbale del consulente si evince che il bambino è inattendibile, quindi mi chiedo perchè sia stato ascoltato. È una pagina non bella di questo processo; devo dare atto al presidente di averla governata in modo esemplare»

Incredibile ma vero!!

Cronache
Violenza sessuale su una disabile: “Il fatto è lieve”, niente carcere
Una sentenza che fa discutere: la Corte d’Appello di Campobasso ha ridotto a soli due anni di reclusione la condanna del tassista 78enne di Campomarino accusato di abusi sessuali su una minorenne con problemi psichici, che aveva il compito di accompagnare a scuola. I giudici hanno definito il fatto contestato «di lieve entità». I fatti risalgono al ’98. In primo grado l’uomo, che non farà nemmeno un giorno di carcere perchè la pena è sospesa, era stato condannato a 3 anni e 8 mesi. Perplesso lo stesso difensore dell’anziano: “Strano che un rapporto sessuale contro la propria volontà sia fatto non grave”

Campomarino. E’ una sentenza destinata a fare discutere quella emessa giovedì – 15 novembre – dai giudici della Corte d’Appello di Campobasso. Il tassista di 78 anni che nel 1998 a Campomarino aveva molestato sessualmente e in alcuni casi anche violentato, a più riprese, una minorenne disabile che lui aveva il compito di accompagnare a scuola, è stato infatti condannato a soli due anni di reclusione perché «il fatto contestato è di lieve entità».

Con una condanna a due anni l’imputato (M.B. sono le sue iniziali) non farà neppure un giorno di carcere. Ma ancor più di questo, la sentenza è per certi versi sconcertante proprio perché giudica «un fatto lieve» una violenza sessuale ripetuta di un adulto ai danni di una minorenne psichicamente disabile. Tanto che lo stesso difensore dell’anziano taxista, l’avvocato Antonio De Michele, dopo la sentenza ha manifestato tutte le sue perplessità: «Visto i fatti, credo che o si sarebbe dovuto assolvere il cliente non ritenendo valido il racconto e le accuse della ragazza, altrimenti confermare la condanna di primo grado. Liquidare invece un rapporto sessuale contro la propria volontà un fatto non grave, lascia perplessi».

In primo grado M.B. era stato condannato a 3 anni e otto mesi. Ora questa drastica riduzione di pena, sempre secondo l’avvocato, sarebbe giunta al termine di un'ora e mezzo di camera di consiglio tra litigi e discussioni molto accese fra i componenti del collegio.
Secondo l’accusa che venne formulata a suo tempo, le violenze andarono avanti per almeno due mesi, nella primavera di otto anni fa. Il tassista – che all’epoca aveva 70 anni - durante il tragitto dalla abitazione della ragazza alla scuola fermava l’auto e si “dedicava” alla ragazza negli androni di alcuni edifici del paese. A inchiodarlo fu il racconto che la stessa ragazza fece prima ai genitori e poi agli inquirenti.

La notizia della sentenza ha suscitato reazioni anche a livello nazionale. Protestano le associazioni dei disabili, e protesta anche l'onorevole Cristina De Luca, sottosegretario alla Solidarietà Sociale: «È una decisione discutibile e assai grave - ha detto il sottosegretario - Chi definisce uno stupro un comportamento non grave, invece di chiamarlo crimine, in qualunque contesto avvenga o chiunque lo subisca, evidentemente ignora le devastanti conseguenze psicologiche oltre che fisiche che una violenza sessuale lascia sulla vittima. Questo episodio lascia ancora più amarezza perchè il violentatore si è letteralmente approfittato di una ragazza con un handicap psichico. E, in un paese civile, questa dovrebbe essere un'aggravante, non una scusante».».

(Pubblicato il 15/11/2007 da Primonumero.it)

giovedì 15 novembre 2007

Prelievo DNA bambini Rignano Flaminio


Rignano: preso dna bimbi e indagati

14 Novembre 2007, 18:53

(ANSA) - ROMA, 14 nov - Il dna dei 7 indagati nell'inchiesta sui presunti abusi sessuali sui bambini di Rignano è stato raccolto dal Ris di Messina. Il prelievo è stato effettuato su incarico del gip di Tivoli. Ieri il dna era stato prelevato ai 19 bambini. Una volta isolati i dna di indagati e presunte vittime, i codici genetici saranno comparati con quelli che gli investigatori hanno trovato durante le indagini nelle abitazioni, sui peluche, e nelle auto di alcuni degli indagati


NOTA MIA: le indagini sul caso Rignano Flaminio continuano!! non è che se non se ne sente parlare dai media è perchè è tutto finito!! Il 18.dicembre verranno consegnati al Tribunale i risultati dei test del DNA...

mercoledì 14 novembre 2007

PENA DI MORTE PER I PEDOFILI...

EURISPES: IL 24% DEI CALABRESI CHIEDE LA PENA DI MORTE PER I PEDOFILI
martedì 13 novembre 2007

Otto calabresi su dieci ritengono che la pedofilia sia un fenomeno molto diffuso; per il 39,1% il pedofilo è un conoscente; ma, soprattutto, un calabrese su quattro chiede la pena di morte. E' quanto emerge dall'indagine 'L'inferno della pedofilia. Percezione e orientamento dei calabresi", realizzata dall'Eurispes Calabria in collaborazione con l'Unical

COSENZA, 13 NOV - Otto calabresi su dieci ritengono che la pedofilia sia un fenomeno molto diffuso; per il 39,1% il pedofilo è un conoscente; ma, soprattutto, un calabrese su quattro chiede la pena di morte. Questo il quadro allarmante che emerge dall'indagine 'L'inferno della pedofilia. Percezione e orientamento dei calabresì, realizzata dall'Eurispes Calabria in collaborazione con l'Unical. I risultati della ricerca sono stati illustrati stamani dal presidente dell'Eurispes Calabria, Raffaele Rio, e dalla docente di Psicopatologia dell'adolescenza dell'Università Magna Grecia di Catanzaro, Francesca Pantusa. "La Calabria - ha affermato il presidente Rio - ha verso la pedofilia tolleranza zero. Il 24% chiede la pena di morte, mentre per il 45,8% degli intervistati è un reato orribile da punire. A chiedere la pena di morte sono principalmente giovani, uomini e chi ha figli. - ha aggiunto - Per i calabresi il livello di preoccupazione è legato agli enormi spazi mediatici concessi. Si registra anche un aumento consistente delle denunce che evidenzia come i genitori abbiano maturato una maggiore capacità di individuare il problema". "Amore del prossimo, - ha proseguito - libertà e diversità é lo slogan con cui è nato in Olanda il partito dei pedofili. Al giorno vengono effettuate 69 segnalazioni di siti pedo-pornografici e il fatturato giornaliero di un sito è di 34 mila dollari. Ogni giorno sette nuovi bambini vengono sfruttati per la pedo-pornografia. Partendo da questi elementi - ha evidenziato - l'Eurispes insieme all'Unical ha condotto questa ricerca sul campo". Dai dati emerge anche che il 20,6% dei pedofili è da ricercare nella cosiddetta 'famiglia allargata'. "E' questo - ha precisato il presidente dell'Eurispes - un altro dato preoccupante. Il 3% degli intervistati ritiene che il pedofilo sia uno dei due genitori. L'indagine ha cercato di individuare gli ambienti più a rischio dove è più facile adescare il bambino. E' il web l'ambiente che terrorizza di più (44,5%), ma non si deve assolutamente condannare la rete, anzi bisognerebbe educare i bambini all'uso di internet e i genitori vanno informatizzati". Per il 36,6% degli intervistati è la scuola l'ambiente più a rischio. "Si tratta - ha detto Rio - di un dato probabilmente influenzato dal recente episodio di Rignano Flaminio rispetto al periodo in cui è stata realizzata l'indagine. Ma la ricerca coinvolge anche la Chiesa: per il 15,5 % suscitano preoccupazione anche questi ambienti, in particolare gli oratori". Francesca Pantusa ha sottolineato che "oggi sono aumentate le condotte pedofili. Il pedofilo sa perfettamente quello che fa e che è penalmente perseguibile. Per parlare di pedofilia come malattia devono manifestarsi impulsi e comportamenti pedofili. L'incidenza della pedofilia come malattia è del 7% perché il pedofilo difficilmente si fa curare". L'indagine è stata realizzata in collaborazione con gli studenti del corso di laurea specialistica in Teoria della prassi comunicativa e cognitiva dell'Unical. "Non è stato facile - ha detto una studentessa - somministrare le domande ai calabresi. Nel corso di una telefonata una signora ha riferito di aver subito violenza".

NOTA MIA: da quanto emerge dal sondaggio quindi un calabrese su quattro vuole la pena di morte per i pedofili. Speriamo che questo sondaggio venga fatto in tutte le Regioni Italiane altrimenti si rischia di dare a certi soggetti la parola per dire che i calabresi sono sanguinari comunque a prescindere. Sono certa che molti italiani vorrebbero la pena di morte per chi uccide le anime di innocenti bambini che una vita normale e serena non la avranno più a causa di queste immondizzie di esseri. Grazie per ogni vostro apporto ragazzi.

martedì 13 novembre 2007

Cassazione: e' reato visitare siti pedopornografici a pagamento

Roma | 12 novembre 2007
Minori vittime della rete di pedofili.Per la Cassazione è reato visitare i siti internet a pagamento contenenti immagini a luci rosse di minori.

La pedopornografia, spiega oggi la Suprema corte con la sentenza 41570, "esiste e si perpetua solo perché vi è a monte una domanda". Non solo. Guardare certi siti internet non è un'esplicazione della propria libertà sessuale.

La Cassazione ha respinto il ricorso di un 67enne milanese accusato di aver visitato dei siti pedopornografici a pagamento. In sostanza è stata confermata la decisione della Corte di appello di Milano che, nel maggio 2006, lo aveva condannato ad un anno e sei mesi di reclusione.

Lui si era difeso sollevando, fra l'altro, una questione di legittimità costituzionale: "Il bene tutelato - si legge nel ricorso - che è quello del diritto ad un'infanzia serena, è certamente cospicuo; ma non si può, esprimendo una istanza solo moralistica, condannare un uomo solo perché si compiaccia di scene pornografiche o pedopornografiche, quando non abbia in alcun modo partecipato alla realizzazione del prodotto e non ne tragga un vantaggio economico. La Costituzione, del resto, tutela entro certi limiti il diritto di disporre della propria sessualità".

I giudici della terza sezione penale hanno però bocciato integralmente il ricorso precisando che "appare invero che qualsiasi espressione della propria personalità e libertà possa essere considerata lecita e costituzionalmente garantita nella misura in cui la sua esplicazione non comporti danno per altre persone: specialmente se si tratti di soggetti incapaci di difendersi ed impossibilitati ad operare delle libere scelte"

Inoltre secondo i supremi giudici "è indubbio che tutta l'attività organizzata ai fini della produzione, diffusione e messa in commercio di certe immagini esiste e si perpetua solo perché vi è a monte una domanda: un pubblico, cioè, di consumatori che intenda acquistarle e detenerle. Pertanto, il comportamento di chi accede ai siti e versa gli importi richiesti per procurarsi il prodotto è altrettanto pregiudizievole di quello dei produttori".


ROMA - Condannato per pedofilia online Augusto Martelli, autore di Mina e di brani di successo e arrangiatore di canzoni dello ‘Zecchino d’Oro’ e di molti jingle. Al musicista 67enne sono stati inflitti un anno e sei mesi di reclusione. La condanna è stata confermata dalla Cassazione, stabilendo che commette reato chi si collega ai siti a pagamento per guardare e scaricare materiale pedopornografico.

martedì 6 novembre 2007

Pedofilia sulla stampa

PEDOFILIA: TURISMO SESSUALE MINORILE, UN ARRESTO DELLA POLIZIA DI TRENTO

Trento, 6 nov. - (Adnkronos) - In casa nascondeva materiale pedopornogradico di ogni genere, tra videocassette, cd e dvd, l'uomo ritenuto responsabile di turismo sessuale minorile arrestato oggi dalla polizia di Trento. Nel corso della perquisizione gli agenti alla Polizia Postale e delle Comunicazioni di Trento hanno trovato ingente quantitativo di materiale pedo-pornografico di oltre 1200 GB, oltre 300 supporti informatici quali Cd e Dvd, nr. 10 memorie per fotocamere digitali, diverse chiavette Usb e numerose videocassette e floppy disk.

lunedì 5 novembre 2007

Rignano Flaminio

RIGNANO/ GIP RINVIA DEPOSITO PERIZIA RIS SU TRACCE ORGANICHE
Udienza il 18 dicembre. "Inquirenti non lasciano nulla a caso"

Roma, 30 ott. (Apcom) - Il gip del tribunale di Tivoli, Elvira Tamburelli, ha concesso 50 giorni di proroga ai carabinieri del Ris di Messina che devono svolgere accertamenti nell'ambito dell'inchiesta su una presunta organizzazione di pedofili a Rignano Flaminio. In particolare la perizia sarà discussa in aula il 18 dicembre prossimo.

La relazione degli investigatori riguarda quanto rinvenuto dagli investigatori sull'auto di una maestra della scuola materna 'Olga Rovere; i numerosi peluches che erano nella sala hobby dell'abitazione di un'altra insegnante; e parte di una impronta digitale trovata su un termosifone di un'altra abitazione di una indagata.

Quel che si vuole accertare è se attraverso l'analisi di capelli, impronte e altre tracce organiche si possa trovare la prova certa della presenza dei bimbi in casa o nelle "pertinenze" delle persone coinvolte. In base ai racconti fatti dai piccoli, le violenze sarebbero avvenute sia in un locale in disuso della scuola che nelle abitazioni di due maestre.


CHE NE PENSATE?? RIFLETTIAMO SU QUESTA NOTIZIA....

Ancora tu!!!



Roma, 4 nov. - (Ign) - La Chiesa è decisa a far chiarezza nelle vicende che vedono coinvolti alcuni religiosi in molestie contro i ragazzini. Così assume una sorta di investigatore che ha preso già dimora nel suo uffico dentro le mura della segreteria di Stato vaticana. Viene dagli Stati Uniti e il suo nome è Jeffrey Stanley Lena, uno dei più noti avvocati americani che ha legato la sua fama proprio alla difesa del Vaticano, e dell'allora cardinale Joseph Ratzinger, in alcune cause su presunti abusi sessuali Oltreoceano.

Curriculum di tutto rispetto quello di Lena, classe 1958, con una profonda passione per la storia e la giurisprudenza. Prima di abbracciare l'attività forense (è iscritto all'Associazione degli avvocati della California ed è il legale per le Opere di Religione, Ior) si dedica all'insegnamento presso l'Università della California. Poi raggiunge l'Iitalia dove tra Milano, Torino e Trento ha la possibilità di conoscere luminari del diritto e di approfondire così lo studio della legge italiana. Torna in Usa e proprio qui, esattamente in Texas, viene chiamato a rappresentare la Santa Sede e l'allora cardinale Ratzinger nell'inchiesta che ha sommerso la diocesi americana dopo le accuse di abusi sessuali contro minori da parte di preti. Il resto è storia: il futuro pontefice fu coinvolto perché si riteneva che avesse insabbiato le indagini coprendo i presunti religiosi colpevoli, grazie al trasferimento in altra sede. Il caso è stato poi archiviato nel 2005 in conseguenza della nomina a papa del cardinale Ratzinger e dunque per l'immunita dei capi di Stato".

Ora il compito dell'investigatore Lena nel nuovo ufficio della Santa Sede, tra la sezione amministrativa e quella legale, riparte proprio da caso che ha travolto la Chiesa dopo un nuovo polverone sollevato dai video-documenti trasmessi dai media sugli abusi sessuali da parte di religiosi in vari stati del mondo. Insomma il Vaticano parte all'offensiva. E ha la possibilità di farlo anche grazie ad un sistema di archivi invidiabile, completo e preciso attraverso il quale si farà luce anche su presunti casi di omosessualità.

A ME NON RISULTA CHE IL CASO IN CUI E' COINVOLTO RATZINGER SIA STATO ARCHIVIATO!!

giovedì 1 novembre 2007

Pedofilia sulla stampa

Palermo, psichiatra denuncia pedofilo in cura

"Ha abusato delle quattro nipotine"
di ALESSANDRA ZINITI

PALERMO - Alla più piccola toglieva persino il pannolino. Le ha toccate, si è spogliato davanti a loro. Poi un giorno ha preso carta e penna e ha scritto una sorta di confessione al suo psichiatra, quasi chiedendo aiuto. Di avere usato violenza alle sue nipotine, quattro bambine dai tre agli otto anni, era perfettamente cosciente, probabilmente anche turbato; ma al medico che lo aveva in cura ha anche candidamente confessato di non riuscire proprio a dominare quegli impulsi che lo prendevano ogni volta che si trovava in casa con le piccole. E così lo psichiatra ha deciso di sacrificare il segreto professionale davanti all'incolumità delle quattro bambine ed è andato a denunciare il suo paziente.

Così è scattata l'indagine che ieri ha portato agli arresti in una casa di cura un giovane pedofilo, un ragazzo di appena 23 anni con problemi psichici. La sua confessione prima e il drammatico racconto delle quattro bambine poi hanno indotto il pm Rita Fulantelli e il giudice Silvana Saguto ad adottare un provvedimento che allontanasse il giovane pedofilo dall'ambiente familiare e soprattutto che mettesse al sicuro le piccole da ulteriori violenze.

E' un caso che sembra destinato a far discutere, per l'inedito squarcio che apre sulla deontologia professionale di un medico rispetto ad un paziente, quello sul quale ha deciso di intervenire il presidente della Società italiana di psichiatria, Carmine Munizza, per puntualizzare che ci sono casi eccezionali che possono dispensare il medico dal segreto professionale.

"Quando ci si trova dinanzi ad un paziente che confessa dei reati, come la pedofilia - spiega Munizza - l'atteggiamento dello psichiatra è quello di tentare di convincere il soggetto ad ammettere il reato commesso, offrendosi magari come tramite per denunciare il reato stesso. Quando ciò non è possibile, allora la valutazione resta quella, personale, del professionista. Si tratta cioè di valutare se la confessione del paziente rappresenta o configura una situazione di pericolo immediato o molto probabile per soggetti terzi; in quest'ultimo caso, lo psichiatra può valutare e decidere di segnalare il caso, fermo restando che si assume la responsabilità del proprio atto, che andrà giustificato".


Ed è quello che è successo a Palermo, dove lo psichiatra che aveva in cura da alcuni mesi il giovane pedofilo ha temuto che potesse ripetersi, e con un certa frequenza, quanto successo il 26 dicembre dell'anno scorso quando, mentre la famiglia era riunita a tavola per le festività natalizie, il ragazzo aveva molestato la più piccola delle sue nipotine, una bimba di soli tre anni, che era corsa in lacrime a rifugiarsi dalla madre. Lui, spaventato dalla possibile reazione dei familiari, si era chiuso in bagno per tutta la giornata. Nessuno, in casa, aveva capito che il giovane molestava le nipotine, agli strani comportamenti di quel ragazzo con seri problemi psichici alle spalle erano abituati.

(31 ottobre 2007)



Nota mia: nei telgiornali si è detto che colleghi "illustri" di questo psichiatra si sono scagliati contro la decisione dello stesso di sporgere denuncia per mancanza di deontologia professionale!! Le confessioni del paziente sono segrete (come quelle del fedele al parroco e ne vediamo i risultati) Ogni commento mi sembra superfluo: sono certa che questi "illustri" li vedremo in TV molto presto per qualche minuto di gloria!! Vespa e Mentana attendono trepidanti!
Stringo la mano allo psichiatra che ha salvato queste bambine!!