martedì 13 novembre 2007

Cassazione: e' reato visitare siti pedopornografici a pagamento

Roma | 12 novembre 2007
Minori vittime della rete di pedofili.Per la Cassazione è reato visitare i siti internet a pagamento contenenti immagini a luci rosse di minori.

La pedopornografia, spiega oggi la Suprema corte con la sentenza 41570, "esiste e si perpetua solo perché vi è a monte una domanda". Non solo. Guardare certi siti internet non è un'esplicazione della propria libertà sessuale.

La Cassazione ha respinto il ricorso di un 67enne milanese accusato di aver visitato dei siti pedopornografici a pagamento. In sostanza è stata confermata la decisione della Corte di appello di Milano che, nel maggio 2006, lo aveva condannato ad un anno e sei mesi di reclusione.

Lui si era difeso sollevando, fra l'altro, una questione di legittimità costituzionale: "Il bene tutelato - si legge nel ricorso - che è quello del diritto ad un'infanzia serena, è certamente cospicuo; ma non si può, esprimendo una istanza solo moralistica, condannare un uomo solo perché si compiaccia di scene pornografiche o pedopornografiche, quando non abbia in alcun modo partecipato alla realizzazione del prodotto e non ne tragga un vantaggio economico. La Costituzione, del resto, tutela entro certi limiti il diritto di disporre della propria sessualità".

I giudici della terza sezione penale hanno però bocciato integralmente il ricorso precisando che "appare invero che qualsiasi espressione della propria personalità e libertà possa essere considerata lecita e costituzionalmente garantita nella misura in cui la sua esplicazione non comporti danno per altre persone: specialmente se si tratti di soggetti incapaci di difendersi ed impossibilitati ad operare delle libere scelte"

Inoltre secondo i supremi giudici "è indubbio che tutta l'attività organizzata ai fini della produzione, diffusione e messa in commercio di certe immagini esiste e si perpetua solo perché vi è a monte una domanda: un pubblico, cioè, di consumatori che intenda acquistarle e detenerle. Pertanto, il comportamento di chi accede ai siti e versa gli importi richiesti per procurarsi il prodotto è altrettanto pregiudizievole di quello dei produttori".


ROMA - Condannato per pedofilia online Augusto Martelli, autore di Mina e di brani di successo e arrangiatore di canzoni dello ‘Zecchino d’Oro’ e di molti jingle. Al musicista 67enne sono stati inflitti un anno e sei mesi di reclusione. La condanna è stata confermata dalla Cassazione, stabilendo che commette reato chi si collega ai siti a pagamento per guardare e scaricare materiale pedopornografico.

1 commento:

a ha detto...

dovrebbero morire tutti, leggete il mio blog per capire e conoscere cosa si vive davvero dentro e fatelo leggere a tutti i genitori che conoscete, magari arriva anche a queste merde prima o poi
stepbimbo.blogspot.com