giovedì 1 novembre 2007

Pedofilia sulla stampa

Palermo, psichiatra denuncia pedofilo in cura

"Ha abusato delle quattro nipotine"
di ALESSANDRA ZINITI

PALERMO - Alla più piccola toglieva persino il pannolino. Le ha toccate, si è spogliato davanti a loro. Poi un giorno ha preso carta e penna e ha scritto una sorta di confessione al suo psichiatra, quasi chiedendo aiuto. Di avere usato violenza alle sue nipotine, quattro bambine dai tre agli otto anni, era perfettamente cosciente, probabilmente anche turbato; ma al medico che lo aveva in cura ha anche candidamente confessato di non riuscire proprio a dominare quegli impulsi che lo prendevano ogni volta che si trovava in casa con le piccole. E così lo psichiatra ha deciso di sacrificare il segreto professionale davanti all'incolumità delle quattro bambine ed è andato a denunciare il suo paziente.

Così è scattata l'indagine che ieri ha portato agli arresti in una casa di cura un giovane pedofilo, un ragazzo di appena 23 anni con problemi psichici. La sua confessione prima e il drammatico racconto delle quattro bambine poi hanno indotto il pm Rita Fulantelli e il giudice Silvana Saguto ad adottare un provvedimento che allontanasse il giovane pedofilo dall'ambiente familiare e soprattutto che mettesse al sicuro le piccole da ulteriori violenze.

E' un caso che sembra destinato a far discutere, per l'inedito squarcio che apre sulla deontologia professionale di un medico rispetto ad un paziente, quello sul quale ha deciso di intervenire il presidente della Società italiana di psichiatria, Carmine Munizza, per puntualizzare che ci sono casi eccezionali che possono dispensare il medico dal segreto professionale.

"Quando ci si trova dinanzi ad un paziente che confessa dei reati, come la pedofilia - spiega Munizza - l'atteggiamento dello psichiatra è quello di tentare di convincere il soggetto ad ammettere il reato commesso, offrendosi magari come tramite per denunciare il reato stesso. Quando ciò non è possibile, allora la valutazione resta quella, personale, del professionista. Si tratta cioè di valutare se la confessione del paziente rappresenta o configura una situazione di pericolo immediato o molto probabile per soggetti terzi; in quest'ultimo caso, lo psichiatra può valutare e decidere di segnalare il caso, fermo restando che si assume la responsabilità del proprio atto, che andrà giustificato".


Ed è quello che è successo a Palermo, dove lo psichiatra che aveva in cura da alcuni mesi il giovane pedofilo ha temuto che potesse ripetersi, e con un certa frequenza, quanto successo il 26 dicembre dell'anno scorso quando, mentre la famiglia era riunita a tavola per le festività natalizie, il ragazzo aveva molestato la più piccola delle sue nipotine, una bimba di soli tre anni, che era corsa in lacrime a rifugiarsi dalla madre. Lui, spaventato dalla possibile reazione dei familiari, si era chiuso in bagno per tutta la giornata. Nessuno, in casa, aveva capito che il giovane molestava le nipotine, agli strani comportamenti di quel ragazzo con seri problemi psichici alle spalle erano abituati.

(31 ottobre 2007)



Nota mia: nei telgiornali si è detto che colleghi "illustri" di questo psichiatra si sono scagliati contro la decisione dello stesso di sporgere denuncia per mancanza di deontologia professionale!! Le confessioni del paziente sono segrete (come quelle del fedele al parroco e ne vediamo i risultati) Ogni commento mi sembra superfluo: sono certa che questi "illustri" li vedremo in TV molto presto per qualche minuto di gloria!! Vespa e Mentana attendono trepidanti!
Stringo la mano allo psichiatra che ha salvato queste bambine!!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Credo che lo psichiatra abbia fatto benissimo. Ha salvato quattro bambine. Certo, il problema che solleva è grande. Ora chi si rivolge allo psichiatra, sa chw questi potrebbe denunciarlo. Allo stesso modo se un prete rivelasse il segreto della confessione, forse molti non si confesserebbero più. E allora qual'è la soluzione? Pensare che questo era un caso gravissimo e che non tutti i giorni gli psichiatri sono depositari di confessioni a questo livello di gravità. Secondo, che il ragazzo, confessando, ha chiesto aiuto e qualcuno potrà curarlo. Terzo, che la scelta del medico è stata altruista. Sapeva benissimo di correre dei rischi violando il segreto professionale ma ha preferito rischiare per difendere i bambini. Io gli darei una medaglia e di tutto il resto no m'importerebbe nulla. Saluti.